UNIDEE, con l’Open Lab si è concluso il modulo di ricerca “Trauma & Revival”
Venerdì 29 settembre è terminata la residenza di tre settimane di dieci artisti internazionali con la presentazione dei loro lavori. La direttrice UNIDEE Cecilia Guida: "Gli interventi degli artisti partecipanti, che hanno esposto i progetti sviluppati sulla base di quanto emerso dai contenuti delle lectures e dei seminari, hanno avuto come filo rosso i conflitti socio-politco-culturali tra ovest ed est Europa".

Venerdì 29 settembre è terminato il modulo dell’Università delle Idee “Trauma & Revival: Contemporary Encounters” – cominciato lunedì 11 dello stesso mese a Cittadellarte – con l’Open Lab conclusivo dove i dieci artisti internazionali hanno presentato i loro progetti. Come messo in luce in due precedenti articoli, focalizzati sulle prime due settimane di residenza (qui la prima e qui la seconda), insieme alla direttrice UNIDEE Cecilia Guida e alla mentore Aria Spinelli analizzeremo la terza e ultima parte dell’iniziativa artistica. Ricordiamo che le settimane del modulo a Cittadellarte – cofinanziate dal Creative Europe Programme (2015-2018) – non sono state le uniche organizzate, in quanto una parte delle attività si è tenuta a Riga lo scorso luglio, coordinata da “kim? Centro di Arte Contemporanea” in collaborazione con BOZAR. L’innesto di “Trauma & Revival” è stata la mostra itinerante “Facing the Future: Art in Europe 1945-1968” (curata da Peter Weibel e Eckhart Gillen).

“Nelle prime settimane – esordisce Cecilia Guida – le lectures sono state caratterizzate da un inquadramento curatoriale (Viktor Misiano con “Interpol“e Jesús Carrillo Castillo con “Desacuerdos“) e storico-politico-estetico (Alexei Penzin e Anna Zafesova). Nell’ultima fase, invece, gli interventi di Kuba Szreder e Iliana Fokianaki vertevano maggiormente su una riattualizzazione dei temi da un punto di vista diverso e contemporaneo, dove l’appartenenza europea risultava essere più fluida. I due, di qualche generazione più giovane rispetto agli ospiti precedenti, hanno portato importanti contributi allo sviluppo degli argomenti con uno sguardo rivolto alla ricerca accademica (nel caso di Kuba) e più specificamente curatoriale (nel caso di Iliana). Il taglio scelto per il programma della residenza è stato curato da Aria Spinelli e ha privilegiato una prospettiva critica capace di problematizzare i temi in esame, e i residenti, nonostante il poco tempo a disposizione, si sono avvalsi delle lectures per lavorare alla formalizzazione delle loro proposte artistiche.”

(Kuba Szreder e Iliana Fokianaki durante le lectures)

“Gli artisti – continua la responsabile di UNIDEE – hanno sviluppato idee profonde e sensibili rispetto ai contenuti trattati. All’Open Lab sono stati esposti progetti che hanno toccato diverse tematiche, che hanno avuto come filo rosso i conflitti socio-politico-culturali tra ovest ed est Europa; nello specifico, le questioni legate  all’identità e al genere, la ri-utilizzazione di spazi nati con funzione strategicamente politica, i processi di colonizzazione e decolonizzazione, il rapporto tra individuo e comunità rispetto alla condivisione di uno spazio comune etc. I progetti degli artisti hanno così raccontato il concetto di ‘trauma’ con una rielaborazione personale ed estetica in chiave contemporanea. I partecipanti, appartengono infatti a una generazione che non ha vissuto direttamente i fatti affrontati, e che, quindi, lavora ri-attualizzando il trauma politico, sociale ed economico. Tutto all’interno di un contesto globale frammentario, mobile, fluido e multietnico”.

Cecilia Guida conclude tessendo le lodi della mentore: “Aria Spinelli è stata molto attenta e presente, ha seguito gli artisti e ha dato loro la libertà di pensare, lasciando spazio alla creatività. Il gruppo, che è sempre stato compatto e ha seguito tutte le proposte di riflessione e di approfondimento, si fidava di lei”. Spinelli fa eco a Guida analizzando gli interventi dei due ultimi relatori: “Kuba Szreder è un curatore che insegna sociologia dell’arte a Varsavia all’Accademia delle Belle Arti. Ha iniziato la sua ricerca di dottorato sull’opportunismo radicale con uno studio sui sistema e sugli apparati dell’arte, focalizzandosi sul lavoro di un curatore indipendente all’interno dei sistemi dell’arte stessa. L’ho invitato perché poteva offrire una prospettiva più internazionale rispetto alle tematiche affrontate. Lui, infatti, lavora a Varsavia: la Polonia è stata interessata da vicino allo sviluppo politico-culturale europeo, ricevendo numerose contaminazioni. Iliana Fokianaki, anch’essa curatrice, che lavora ad Atene e a Rotterdam, ha fondato uno dei primi spazi indipendenti nella capitale greca e sta vivendo, insieme ad altri produttori culturali, il momento particolare della crisi del suo paese. Lo spazio che ha creato è pensato per domande esistenziali della società, che è in una fase delicata – e, in questo contesto, cerca di portare valori culturali della modernità ellenica, analizzandone l’attuale situazione socio-politica”.

“Sia Kuba sia Iliana – continua la mentore – hanno rappresentato la fine della narrativa che ci eravamo posti tra est e ovest. Entrambi, infatti, hanno risposto all’idea della performatività attraverso la curatela. Il primo l’ha fatto attraverso una rivisitazione dell’arte contemporanea a partire dal realismo sovietico, la seconda, invece, ha presentato una serie di progetti che hanno illustrato il concetto di cittadinanza attraverso la cultura. I residenti hanno apprezzato i loro interventi e credo che queste due lectures finali abbiano funzionato come momento conclusivo del programma pubblico legato alla residenza”.

Dopo i confronti e le ispirazioni ottenute dagli ospiti, l’ultimo giorno di residenza si è tenuto l’Open Lab. I dieci artisti hanno presentato i loro progetti al pubblico (per l’occasione era presente anche una classe del liceo linguistico di Biella, come scritto in un nostro precedente articolo), ognuno con sfumature diverse. Tutti, comunque, si sono attenuti alle parole chiave “Trauma” e “Rinascita” e al tema dei rapporti tra estetica, politica e società in Russia e in Europa tra il 1945 e il 1968 . “L’Open Lab – continua Spinelli – è stato interessante, i ragazzi si sono messi in gioco con nuove ricerche o in alcuni casi avanzando progetti già iniziati. Mi auguro che ci sia una continuità per questi lavori. Sono molto soddisfatta – conclude – anche dell’organizzazione interna. Il lavoro con Cecilia Guida, la sua assistente Annalisa Zegna e la coordinatrice del programma UNIDEE Clara Tosetti ha funzionato perfettamente”.

Il prossimo appuntamento del programma sarà la tre-giorni di Cracovia, dove i dieci artisti presenteranno nuovamente i lavori esposti all’Open Lab a Cittadellarte. Si terrà, infatti, un workshop organizzato da “Bunkier Sztuki Gallery of Contemporary Art” (sotto la direzione di Magdalena Ziolkowska) con la presenza di tutti i partecipanti che hanno seguito le residenze a Biella e a Riga. Le curatrici delle rispettive residenze, Aria Spinelli e Maija Rudovska, ne presenteranno il programma svolto. Il workshop permetterà un confronto sugli argomenti trattati con una discussione collettiva e un bilancio finale dell’esperienza.


Photo credits: Eleonora Angius
Le immagini mostrano alcuni momenti dell’open lab.
In copertina, da sinistra, la responsabile UNIDEE Cecilia Guida e la mentore del modulo Aria Spinelli.