“2018 Young Artist of the Year Award (YAYA)”, l’arte visiva dalla Palestina a Cittadellarte
Cittadellarte ospita, fino a lunedì 11 giugno, un workshop residenziale curato da Emily Jacir per i dieci artisti palestinesi finalisti del premio "2018 Young Artist of the Year Award (YAYA)".

Continua la collaborazione di lunga data tra la Fondazione Pistoletto e la Fondazione Qattan: venerdì 1 giugno è iniziato a Cittadellarte un workshop curato da Emily Jacir, che vedrà come partecipanti gli artisti finalisti per la seconda fase del premio “Young Artist of the Year Award (YAYA)” del 2018. Questo Premio, a cui ha dato il nome l’artista scomparso Hassan Hourani, è uno dei più importanti eventi di arti visive in Palestina ed è stato organizzato su base biennale dal 2000. Artisti, critici e curatori conosciuti a livello locale e internazionale sono stati invitati a partecipare come membri delle varie giurie del Premio, aperto ad artisti palestinesi di età compresa tra i 22 e i 30 anni. Una delle condizioni per prendere parte al concorso, infatti, è che i partecipanti siano Palestinesi, di origine o discendenza, indipendentemente da dove risiedano (è anche aperto ad artisti dalla regione occupata del Golan Heights). Il Premio consiste in un totale di 12mila dollari, che verranno spartiti tra il primo, secondo e terzo posto. I vincitori verranno poi selezionati da una giuria finale nella fase conclusiva della competizione.

Proprio dalla giuria troviamo un primo link tra la Fondazione Qattan e Cittadellarte: tra i membri che hanno fatto parte della selezione dei 10 artisti che concorreranno per il premio finale, figurava anche Noor Abed. Si tratta di un’artista visiva che prese parte – nei mesi di ottobre e novembre 2017 – a una residenza artistica a Cittadellarte, partecipando ai moduli settimanali del programma educativo UNIDEE – Università delle Idee. I circa 60 giorni di residenza, resi possibili proprio grazie alla partnership tra la Fondazione Qattan e la Fondazione Pistoletto, furono concepiti e pianificati secondo la metodologia UNIDEE, che combina la pratica artistica con la teoria attraverso laboratori, seminari, incontri, visite studio ed escursioni su misura per gli interessi di ogni singolo artista. Noor fu assistita nella ricerca e nella produzione delle opere dal team UNIDEE e dall’Ufficio Arte (per maggiori info è possibile visionare il nostro precedente articolo). Noor, però, è solo l’ultima di una lunga serie di artisti protagonisti delle residenze a Cittadellarte organizzate con la collaborazione della fondazione palestinese con quella biellese.

Tornando al workshop a Cittadellarte, per comprenderne il “dietro le quinte”, è necessario fare un passo indietro: alla fine dello scorso anno il Culture and Arts Programme (CAP) della Fondazione Qattan, diretto da Mahmoud Abu Hashhash (Director of the Culture and Arts Programme) con il coordinamento di Nisreen Naffa’ (Head of Arts & Literature Unit), ha annunciato i 10 protagonisti che si sono qualificati per l’ultima fase del Premio. Tutti gli artisti in questione sono stati scelti su raccomandazione di una giuria indipendente (della quale faceva parte la stessa Noor), che ha valutato le opere proposte prendendo in considerazione i criteri di eccellenza, impegno, autenticità delle idee, innovazione e creatività. I selezionati sono: Alaa Abu AsadYousef OdehDina MimiWalid Al WawiDima SroujiLeila Abdul RazzaqFiras ShehadehSafa KhatibHaitham Haddad e Ula Zeitoun.


(I dieci artisti selezionati)

“L’edizione 2018 – ha affermato Emily Jacir – lavorerà su temi che derivano dalle pratiche artistiche dei partecipanti”. In collaborazione con i partecipanti, la curatrice stabilirà la direzione della mostra basandosi su discussioni, scambi di idee e laboratori. “Jacir – si legge in una nota stampa della Fondazione Qattan – intende avviare un dialogo ed esplorare potenziali temi, influenzati dalla storia culturale, politica e artistica con cui i giovani artistici si confrontano quotidianamente nelle loro pratiche. La curatrice è entusiasta di lavorare con i 10 artisti attraverso una varietà di metodi e forme. Alcuni saranno stabiliti in connessione ad ogni singolo artista, altri con gli artisti come collettivo. Jacir incoraggerà i partecipanti a coinvolgersi con un ampio spettro di mezzi artistici, pratiche e argomenti di ricerca. Questi ultimi saranno parte delle discussioni di gruppo tra il curatore e gli artisti. A ogni partecipante sarà richiesto di presentare e condividere con il gruppo la conoscenza sottostante al proprio progetto”.

Qual è quindi la proposta curatoriale per l’edizione 2018 del Premio? La mostra finale non ha un tema predefinito, così da permettere agli artisti partecipanti al progetto di condividere i processi di produzione di conoscenza. Tutti riesamineranno e promuoveranno le loro pratiche in un contesto artistico più ampio con i loro colleghi e con gli artisti ospiti che Jacir inviterà durante il periodo di ricerca.

Come contributo per coprire i costi di produzione delle proposte artistiche, inoltre, il Culture and Arts Programme supporta ogni progetto con 1000 dollari. Gli artisti finalisti sono in costante contatto con la curatrice per un periodo di oltre 10 mesi, periodo dedicato alla produzione del loro lavoro artistico finale. Proprio nel contesto di questi 10 mesi di relazioni artistiche con Jacir si inserisce il workshop a Cittadellarte: l’iniziativa, infatti, è una nuova tappa mirata al confronto tra la curatrice e i partecipanti. Gli spazi della Fondazione Pistoletto sono il contesto ottimale per lo svolgimento del workshop: gli artisti, in questi giorni, visiteranno Cittadellarte e scopriranno da vicino le opere e l’arte di Michelangelo Pistoletto. Per l’occasione, inoltre, avranno un confronto con Juan Sandoval, Direttore Ufficio Arte di Cittadellarte.

E dopo il workshop a Cittadellarte? Nelle fasi finali del premio, per la selezione definitiva dei lavori vincitori, la Fondazione palestinese nominerà una giuria che includerà artisti, critici e curatori eminenti dalla Palestina e oltre. I lavori completati dai dieci artisti saranno parte di una mostra di due mesi nella galleria della Fondazione nel suo nuovo edificio nel quartiere di Al-Tireh a Ramallah. Nel corso della mostra, verrà organizzato un evento di chiusura per annunciare i vincitori del Premio YAYA 2018″. La Fondazione Qattan resterà in contatto con tutti gli artisti che partecipano alla fase finale (non solo dei 3 vincitori), offrendo opportunità di residenze artistiche internazionali e fornendo supporto per esporre le loro opere sia localmente sia a livello internazionale.