All’Italian Trade Institute di Roma la moda sostenibile incontra la trinamica
Nel contesto del 30esimo Forum dell'United Nations Centre for Trade Facilitation and Electronic Business, martedì 3 ottobre si è tenuta una conferenza titolata "Ethical and informed choices for sustainable clothing - Tracking and tracing textile supply chains" Presente come moderatore dell'appuntamento il direttore di Cittadellarte Paolo Naldini. "Nella Sala Pirelli quaranta persone hanno riflettuto, ascoltato e dibattuto nel segno del Terzo Paradiso".

Monitoraggio e tracciabilità del settore tessile: sono queste alcune delle macro-tematiche principali della conferenza che si è tenuta il 3 ottobre a Roma all’Italian Trade Institute – ICE in Sala Pirelli, nel contesto del 30esimo Forum dell’United Nations Centre for Trade Facilitation and Electronic Business. L’incontro di martedì scorso, titolato “Ethical and informed choices for sustainable clothing – Tracking and tracing textile supply chains”(Scelte etiche e controllate per gli indumenti sostenibili – Tracciabilità delle catene di fornitura di tessuti) è stato organizzato dall’UNECE in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico italiano, del Netherlands Enterprise Agency e di Cittadellarte Fashion B.E.S.T. Quali sono stati gli obiettivi della conferenza? Discutere i risultati del progetto di lavoro di UNECE sulla ricerca della trasparenza delle catene di valore tessile in relazione agli impatti ambientali, sociali e umani e dei processi di produzione; ottenere input da esperti in facilitazioni commerciali e fornitura di tessuti; avere raccomandazioni specifiche per lanciare un progetto internazionale sulla tracciabilità del settore abbigliamento e analizzarne le prospettive.

Il tema della moda sostenibile è una criticità da affrontare: sono in aumento i grandi marchi che abbracciano una politica di produzione green – anche grazie a forti campagne mediatiche e all’azione degli attivisti – ma sono ancora casistiche ridotte, con numerose aziende che generano un negativo impatto sociale e ambientale nell’industria dell’abbigliamento. Le criticità in ambito sostenibilità riguardano principalmente la mancanza di informazioni trasparenti in merito alla provenienza dei prodotti: spesso non risultano chiari gli effetti sull’ambiente e sulla salute umana in merito alle pratiche, ai processi e alle condizioni di lavoro della catena di approvvigionamento e risulta fondamentale poter migliorare la tracciabilità e la trasparenza della filiera tessile.

Durante la conferenza di martedì, quindi, si è discusso di nuovi modelli di business per la sostenibilità, individuando possibili soluzioni sui problemi della tracciabilità per i modelli green nel settore moda, tutto a sostegno del Sustainable Development Goal 12 – gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono un insieme di proposte pensate per il futuro dello sviluppo internazionale creati e promossi dall’ONU, ndr – sulla produzione e sul consumo responsabile. Chi erano i destinatari dell’incontro? Esperti di facilitazione commerciale, di gestione della catena di fornitura internazionale, del settore privato e delle organizzazioni internazionali e accademiche. Nello specifico, in quattro tavoli di lavoro, i partecipanti  si sono confrontati su quattro macro-tematiche: la tracciabilità e sostenibilità nelle catene di fornitura di tessuti, mettendo in luce le buone pratiche come esempio; il settore commerciale e la consapevolezza dei consumatori; le soluzioni innovative; gli strumenti giuridici e normativi con gli strumenti da utilizzare e l’analisi delle criticità da affrontare.

“C’è qualcosa dello spirito rinascimentale – esplica il direttore di Cittadellarte Paolo Naldinipresente all’appuntamento come moderatore della conferenza e dei tavoli – nell’incontro avvenuto a Roma: la politica (alti funzionari delle Nazioni Unite), l’economia (produttori industriali globali e piccole e medie imprese), l’educazione (Università come la Bocconi e altri istututi), la scienza (studiosi di economia e del commercio internazionale, come GS1, l’organizzazione che ha inventato e diffonde il sistema del Codice a Barre), la tecnologia (studiosi e imprenditori del sistema del BlockChain da adottare per la tracciabilità delle merci a livello globale), si sono riuniti nel segno dell’arte attraverso il simbolo del Terzo Paradiso. Questo, dunque, non solo indica una sintesi estetica e concettuale, ma offre anche un metodo concreto di avanzamento, come a suo tempo fu la prospettiva scientifica degli architetti e degli artisti”.

Nei tavoli di discussione la trinamica ha assunto un ruolo fondamentale, come spiega Naldini: “Il principio trinamico è stato assunto dai lavori della conferenza: da una parte le buone pratiche, i successi e quanto già ottenuto dall’impegno per la sostenibilità; dall’altra i limiti, le difficoltà – con le loro ragioni e motivazioni – e in mezzo, nel terzo cerchio al centro, venivano annotate le possibili soluzioni. Proprio come la sintesi trinamica! Nella Sala Pirelli quaranta persone hanno riflettuto, ascoltato e dibattuto nel segno del Terzo Paradiso“.