I bidoni di mare “mangia-plastica” arrivano in Italia
Nella nostra penisola sono in sperimentazione i "Seadin", innovativi strumenti che aspirano l’acqua trattenendo i rifiuti. Questi bidoni aspira-plastica, inoltre, sono progettati per non arrecare alcun danno alla fauna marina.

La lotta marina contro la plastica ha un nuovo alleato: i dispositivi “mangiaplastica”. Questo nuovo strumento, ideato da due surfisti australiani (Andrew Turton e Pete Ceglinski), sembra a tutti gli effetti un aspirapolvere acquatico e galleggiante, ma con la forma di un bidone. Sono in grado, infatti, di recuperare non solo oggetti di plastica di vario tipo come cannucce e buste, ma anche mozziconi di sigaretta o microplastiche. Nello specifico, l’apparecchio può rimanere attivo 24 ore su 24, raccogliendo circa 1,5 chilogrammi di rifiuti al giorno. Una volta raccolta la spazzatura, questa viene smistata a terra negli apposite aree adibite allo smaltimento (i macchinari in questione sono in grado di pompare fino a 25mila litri d’acqua ogni sessanta minuti e vanno svuotati due volte al mese).

È nei pressi dei porti che questi dispositivi, chiamati “Seabin”, agiscono al meglio: necessitando di un collegamento elettrico per operare, non possono essere messi in funzione in mare aperto. In futuro, se il progetto andasse a buon fine, non è escluso che i macchinari si possano attaccare alle boe o alle navi. A questo proposito, si tratta sicuramente di un’iniziativa lodevole, anche se andrebbe verificato l’effettivo funzionamento e la fonte energetica dei bidoni, per constatarne il reale livello di sostenibilità ambientale. Un altro punto a favore, però, riguarda l’impatto con la flora marina: i “Seabin” sono studiati per non danneggiare l’ecosistema.


(Video dal canale YouTube di Seabin Project)

Dopo il successo nelle coste dell’Oceania, la startup è diventata un’iniziativa che ha ricevuto consensi in tutto il mondo. Anche in Italia il progetto non è passato inosservato: la benefit corporation LifeGate ha permesso l’installazione dei bidoni aspiraplastica – in collaborazione con il Seabin project – e ha lanciato nella nostra penisola la campagna “Plastiless”, iniziativa mirata a una sensibilizzazione sociale in merito alla tutela dei mari.
Riuscirà il progetto nato in Australia a pulire le nostre acque? Tecnologie e interventi volti a recuperare plastica pulendo l’ambiente – come i “Seabin” – sono senz’altro buone notizie per l’ecosistema. La vera chiave di volta, però, sarebbe smettere di utilizzare plastica usa e getta: solo così il problema globale della plastica potrebbe essere definitivamente risolto.

Crediti fotografici (immagine di copertina): http://seabinproject.com/