“BLAU”, acqua e sostenibilità in relazione nella mostra di Elia Festa
L'esposizione - che inaugurerà questa sera alle 18.30 all'Acquario Civico di Milano - mette in dialogo l’acqua e l’elemento fluido con le forme sfumate e quasi caleidoscopiche delle immagini di Elia Festa. Il progetto vede anche il contributo artistico di Michelangelo Pistoletto: scopriamo tutti i dettagli.

Una mostra di fotografie, sculture e installazioni che, in dialogo con lo spazio circostante, invitano a una riflessione sul tema del difficile rapporto fra uomo e ambiente, con particolare riferimento allo sfruttamento delle risorse idriche e al fenomeno delle isole di plastica che infestano da tempo i mari del pianeta: è attorno a queste proposte che prende forma e si articola BLAU, esposizione dell’artista Elia Festa con la curatela di Giancarlo Lacchin, Fortunato D’Amico e Vittorio Erlindo. La mostra*, aperta dal 18 settembre al 3 novembre 2019, si avvale della collaborazione dell’architetto Giovanni Ronzoni e si sviluppa tra le pareti e le vasche dell’elegante edificio liberty di inizio Novecento che ospita l’Acquario Civico del capoluogo lombardo. Con il progetto espositivo l’acqua e l’elemento fluido vengono messi in dialogo con le forme sfumate e quasi caleidoscopiche delle immagini di Elia Festa, nelle quali la stabilità della dimensione corporea e figurativa si intreccia e si deforma sfruttando le inesauribili potenzialità della tecnologia. In BLAU – sostenuta da Corepla (il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) – Festa fornisce, inoltre, un’interpretazione artistica sul tema delle plastiche e della catastrofe ambientale che rischia di provocare ferite insanabili al nostro pianeta. L’inaugurazione è in programma per questa sera alle 18.30 e vedrà la partecipazione di Giuseppe Sala (sindaco di Milano), Filippo del Corno (Assessore alla Cultura), Michelangelo Pistoletto e Alfredo Rapetti Mogol (altri due protagonisti della mostra).

L’artista
Conosciuto e apprezzato come fotografo già alla fine degli anni settanta – si legge nella nota stampa della mostra in merito alla bio e alla ricerca del protagonista – oggi Elia Festa è un artista visivo che cattura con il suo obiettivo dettagli di oggetti comuni, di architetture, di fenomeni, di luci che spesso sfuggono allo sguardo comune. Li rimaneggia, ne coglie l’essenzialità, ne scruta l’animo svelandone la parte più profonda e nascosta. E così le sue opere, che inizialmente possono sembrare macchie astratte e informi, ad un occhio attento rimandano a paesaggi suggestivi lontani che accendono emozioni e curiosità. Le opere di Festa si muovono dalla realtà scrutando i particolari, scoprendo riverberi che definiti dall’occhio assumono una nuova vita indipendente”.

Il percorso espositivo
Il percorso espositivo inizia con la sezione lo specchio d’acqua, composta da un grande ledwall a pavimento che ricrea un ambiente marino di fantasia in cui piante e animali interagiscono come fossero in un oceano in miniatura. È il primo contatto con le tematiche della mostra: i visitatori calpestano il monitor contaminando un ambiente che, prima del loro passaggio, vive indisturbato. Lo spazio successivo denominato Il vortice è caratterizzato da una installazione artistica che rappresenta un labirinto realizzato con pareti di plastiche riciclate nel quale il visitatore vivrà una sensazione di fastidio e smarrimento venendo in continuo contatto con materiali plastici. Segue la zona delle vasche dei pesci, con opere luminose che richiamano lo scioglimento dei ghiacciai. Si arriva, poi, al giardino d’inverno, cuore dell’esposizione, con 14 grandi opere dell’artista rappresentative della tematica dell’acqua nelle sue diverse forme. In chiusura si trova la sala dell’Immersione, nella quale un gioco di proiezioni di opere di Festa su temi legati all’acqua e alle plastiche, accompagnato da effetti musicali con musiche di Piero Salvatori, accresce la suggestione di camminare su fondali oceanici al di sotto delle grandi isole di plastica, completamenti immersi nell’acqua. I visitatori diventano quindi ospiti in un ambiente di cui al contempo scoprono di essere la causa del disagio che hanno nell’esplorarlo.

Il dialogo con altri artisti e la sostenibilità
Lungo il percorso espositivo sono presenti opere di altri artisti, chiamati da Elia Festa a dialogare con lui sui temi del cambiamento climatico e della salvaguardia ambientale. “L’installazione di Alfredo Rapetti Mogol, in cui il trasferimento della parola alla visione artistica assume sempre di più connotati tangibili e corporei – spiegano gli organizzatori nel comunicato – segnala l’ingresso alla mostra e al tragitto che il visitatore dovrà compiere all’interno di un breve labirinto per accedere, poi, agli altri spazi espositivi. Eve Carcan, il duo artistico formato da Claudia Cantoni e Patricia Carpani, è presente con un’opera dedicata ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promulgati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In accordo con Michelangelo Pistoletto è anche allestito un Terzo Paradiso. Per la sua rappresentazione sono utilizzati alcuni dei quadri realizzati da Elia Festa sul tema dell’inquinamento dei mari a causa delle plastiche. Intorno al segno di Pistoletto sono inoltre posizionati dei leggii, nei quali sarà possibile leggere i testi di Alfredo Rapetti Mogol Cheope e di Giulio Rapetti Mogol che hanno come argomento chiave l’acqua e il mare”.

Attività collaterali
Durante il periodo della mostra è previsto anche lo svolgimento di incontri sul tema del rapporto fra arte e sostenibilità, oltre a iniziative didattiche per bambini, scuole e famiglie gestite dall’Associazione Verdeacqua. Presso la sede di Castello 13, inoltre, dal 14 settembre al 3 novembre sarà ospitata un’opera inedita per una private view su prenotazione, per consentire di addentrarsi nell’opera dell’artista con incontri dedicati. L’iniziativa rientra nel progetto heArt to heArt che vede l’artista Elia Festa coinvolto in una serie di talk. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira Edizioni contenente testi introduttivi a firma dei curatori Giancarlo Lacchin, Fortunato D’Amico e Erlindo Vittorio.


*La mostra è promossa dal Comune di Milano – Cultura e dall’Acquario – Civica Stazione Idrobiologica di Milano ed è organizzata da Opera d’Arte Milano.