Da Baku a Cittadellarte
Sayara Huseynli e Fidan Amrahli-Seyidbeyli, rispettivamente head of education (responsabile didattica) e programs coordinator (coordinatrice dei programmi) dell'organizzazione artistica azera "YARAT", sono state protagoniste di una residenza artistica a Cittadellarte, lavorando e studiando le attività dell'ufficio educazione della Fondazione Pistoletto. Uno scambio avvenuto nel contesto della mostra personale sul maestro biellese che sta andando in scena a Baku.

Oltre 4200 chilometri separano Biella da Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Una distanza geografica annullata da una vicinanza artistica tra due fondazioni culturali: da una parte Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, dall’altra YARAT. Come un Terzo Paradiso, la collaborazione tra le due realtà ha dato vita alla mostra personale “Do it” che propone lavori nuovi e storici di Michelangelo Pistoletto, proprio presso lo YARAT* – Contemporary Art Space (un edificio navale dell’era sovietica di 2mila metri quadrati, inaugurato nel 2015, che è lo spazio espositivo principale dell’organizzazione artistica azera) nella National Flag Square di Baku. Proprio sul segno-simbolo del maestro biellese verte la speciale esposizione, mettendo in luce non solo la ricerca che pone in relazione virtuosa arte e società, ma una serie di programmi educativi incentrati sulla metodologia che Cittadellarte, con l’operato del nuovo Dipartimento per le scuole e gli ambienti d’apprendimento, porta avanti e sviluppa nel territorio. Un’analisi del lavoro svolto dallo staff della fondazione biellese – attraverso workshop per studenti e artisti – che porterà a una sorta di emulazione dei processi educativi anche nell’ex repubblica sovietica: in un programma di un anno circa, un apposito team di ricerca formerà educatori locali azeri nelle scuole, in tutto l’Azerbaigian, per sviluppare ed espandere il modo in cui i bambini affrontano la sostenibilità e i processi creativi.

Nel contesto di questa collaborazione e in vista di questo nuovo percorso artistico-didattico, il 18 marzo sono venute in visita “attiva” a Cittadellarte Sayara Huseynli e Fidan Amrahli-Seyidbeyli, rispettivamente head of education (responsabile della didattica) e programs coordinator (coordinatrice dei programmi) di YARAT. Oltre a studiare di persona le opere presenti in fondazione e l’arte di Pistoletto, le due azere si sono soffermate a osservare e studiare il lavoro dell’ufficio oggi impegnato a integrare la visione di Cittadellarte con gli ambienti di apprendimento, sotto la guida del responsabile Ruggero Poi. Ai nostri microfoni hanno raccontato l’esperienza vissuta durante la settimana di residenza a Biella (sono ripartite il 25 marzo): “Durante questo speciale scambio culturale dedicato all’educazione – hanno esordito – abbiamo visto di persona l’approccio e la metodologia di Cittadellarte con le scuole. Abbiamo, inoltre, assistito all’inaugurazione della mostra ‘Da Cittadellarte alla Civiltà dell’Arte’ andata in scena giovedì 22 marzo, per studiare come gestire un appuntamento del genere, un contesto assimilabile a quello in programma a Baku con la mostra su Pistoletto. Abbiamo anche visitato il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli e partecipato a un workshop per un progetto speciale rivolto ai docenti tenuto da Ruggero.


(Nella foto, da sinistra: Sayara Huseynli e Fidan Amrahli-Seyidbeyli)

Crediamo che – continuano le rappresentanti dello YARAT – sia molto efficace l’interazione tra lo staff di Cittadellarte e il pubblico, una connessione che permette alle scuole di avere un’introduzione all’arte di Pistoletto prima ancora di interfacciarsi direttamente alle sue opere. Ci ha colpite in positivo che i laboratori organizzati siano legati non solo a un rapporto cognitivo e percettivo, ma anche a un coinvolgimento pratico che porta gli alunni a sperimentare, attivamente, quello che viene loro spiegato. I laboratori, inoltre, non sono incentrati esclusivamente sulle opere di Pistoletto, ma cercano di proporre uno sguardo più ampio su molti rami artistici”. Sayara si è detta quindi intenzionata ad avviare un programma di laboratori simile a quello di Cittadellarte, mentre Fidan ha affermato che vorrebbero anche emulare l’approccio cognitivo e pratico dei workshop. “Vorremmo organizzare – aggiungono – visite guidate strutturate, enfatizzando e diffondendo il concetto di Terzo Paradiso in tutti gli istituti, non solo nelle scuole dell’infanzia”.

Sayara e Fidan hanno proseguito parlando del maestro biellese: “In Azerbaigian – affermano – nessun artista pone nei suoi lavori un collegamento così forte fra arte e società. Abbiamo notato le dinamiche che caratterizzano il legame fra arte e i diversi ambiti della conoscenza umana (con le relazioni fra arte, moda, educazione, nutrimento, etc.) e ne siamo rimaste affascinate. A questo proposito, ci ha colpite l’opera ‘Porte Uffizi’ situata nel sottotetto di Cittadellarte, dove la parola chiave sopra la prima porta è ‘arte’ e, nell’ultima installazione, è proprio ‘educazione’. Conoscevamo, ovviamente, Pistoletto, ma un conto è studiarlo, un altro è vedere da vicino la realtà di Cittadellarte…”

L’esperienza quindi è stata positiva? “Assolutamente sì. Oltre agli insegnamenti e alle bellezze artistiche – concludono – siamo state accolte con gentilezza, Ruggero e il team della didattica sono sempre stati ospitali e hanno permesso che ci integrassimo con facilità. Anche Biella ci è piaciuta molto, una città tranquilla che può essere fonte di ispirazioni artistiche, a dispetto di Torino e Milano, secondo noi troppo affollate e caotiche. Ringraziamo tutti per l’esperienza, sarà utile per il nostro futuro professionale a partire dal lavoro della mostra di Pistoletto a Baku”.


*YARAT è un’organizzazione artistica non profit fondata da artisti con sede in Baku, nell’ Azerbaigian, istituita da Aida Mahmudova nel 2011. Lo YARAT (che in azero significa ‘creare’) è dedicato all’arte contemporanea con un impegno a lungo termine di costituire un polo di pratiche artistiche, ricerca, pensiero ed educazione per il Caucaso, l’Asia centrale e le zone limitrofe.

Lo YARAT comprende lo YARAT Art Centre, l’ARTIM Project Space, gli YARAT Studios, la YAY Gallery e un esteso programma didattico. Lo YARAT Art Centre, un edificio navale dell’era sovietica di 2000 m2, è stato inaugurato nel 2015 ed è lo spazio espositivo principale. Il programma di mostre espone nuove commissioni di artisti create su invito della regione o che si ispirano alla regione. Favorisce e dà accesso ad artisti del Caucaso, dell’Asia centrale e delle zone limitrofe, allo stesso tempo collaborando e presentando artisti affermati di fama internazionale. Il centro ospita anche la collezione dello YARAT, che viene esposta una volta all’anno.

A ottobre del 2015 lo YARAT ha aperto l’ARTIM, uno spazio centrale, accessibile e dinamico nella città vecchia di Baku. L’ARTIM (che in azero significa ‘progresso’) presenta pratiche sperimentali e nuovi lavori di professionisti del mondo dell’arte emergenti azeri (selezionati attraverso un’open call) e degli artisti internazionali che partecipano al programma di residenza. Espone 12 progetti su piccola scala ogni anno.

La YAY Gallery è una galleria commerciale aperta nel 2012 al fine di supportare ulteriormente l’infrastruttura artistica in Azerbaigian. La galleria espone artisti azeri in carriera o affermati sia localmente sia all’estero. La YAY (che in azero significa ‘condividere’) condivide tutti gli introiti dalle vendite delle opere tra gli artisti e lo YARAT.

Nel 2016 lo YARAT ha lanciato un nuovo programma di residenza. Mirato allo sviluppo di nuove voci azare e artisti emergenti internazionali, si focalizza su pratiche innovative e artisti con un interesse per la regione. Il programma di residenza si svolge negli YARAT Studios, che può ospitare 11 artisti.

L’educazione è stata al cuore delle attività dello YARAT fin dalla sua creazione. Con un programma pubblico dedicato che include laboratori, lezioni e proiezioni, oltre a uno specifico programma di residenze d’artista, lo YARAT ambisce a dare accesso a un ampio pubblico di ogni età. Il programma investe in modo proattivo nel costruire comunità e nel coltivare una maggiore comprensione e coinvolgimento nell’arte contemporanea.