Dal cartaceo al digitale: ecco i nuovi metodi di lettura
La neuroscienziata americana Maryanne Wolf ha analizzato i differenti effetti psicologici generati da una lettura classica e da una digitale e ha constatato che l’attenzione viene maggiormente stimolata da un testo cartaceo rispetto ad uno ‘tecnologico’. Osserviamo la sua teoria ed altre sue ricerche.

Come disse il critico letterario canadese Northrop Frye: “La macchina tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro”. Un singolo volume, d’altronde, ha più qualità di quel che si pensa: istruisce, emoziona, descrive la realtà e fa sognare.
Oggigiorno, però, sono acquistabili diverse tipologie di libro: grazie all’innovazione tecnologica, infatti, il testo cartaceo può essere sostituito da un computer, un tablet o da un eBook.
Col PC, ad esempio, si possono recuperare saggi o altri scritti in Pdf, mentre sugli eBook è possibile memorizzare tutti i libri che si desiderano.
Ma questa nuova modalità di lettura può essere considerata effettivamente comoda?
Se si prende in considerazione un eBook con cinque libri memorizzati al suo interno ed una borsa con dentro altrettanti libri, sicuramente il primo sarà più leggero della seconda, quindi una certa funzionalità è innegabile.
Ma quanto influisce sulla nostra salute leggere tramite questi dispositivi? Maryanne Wolf, neuroscienziata e insegnante presso University of California a Los Angeles, non offre una risposta certa, ma evidenzia alcune differenze tra una lettura classica ed una ‘tecnologica’*.

Secondo la docente, quando leggiamo un libro cartaceo abbiamo una soglia dell’attenzione alta e mostriamo più interesse ai dettagli ripotarti nel racconto, mentre se il testo è digitale la concentrazione è inferiore.
Tramite una lettura approfondita ed attenta, inoltre, si riesce ad interpretare più facilmente i sentimenti dei personaggi della storia e, questo, è un buon esercizio per sviluppare l’empatia dei lettori anche nei confronti delle persone reali.
Con i dispositivi elettronici, invece, la lettura è accelerata: i nostri occhi si spostano da una riga all’altra recuperando ciò che ritengono indispensabile, senza curarsi dei dettagli.

Secondo alcune ricerche alla quale Wolf si affida, che si tratti di un testo scaricato o di una notizia recuperata sui social network, l’uomo spesso presume di conoscere già a pieno le informazioni che gli si presentano e, di conseguenza, si mostra meno attento ai particolari.
Anche la luminosità ha una sua importanza; infatti, in base alla luce che lo schermo rilascia, gli occhi saranno più o meno rilassati per una ‘sana’ lettura.
Prima di andare a letto, infatti, leggere qualche pagina di un libro cartaceo aiuta a tranquillizzare ed a dormire serenamente, mentre col digitale si rischia di avere un effetto opposto (a causa della luce artificiale che ‘sveglia’ il nostro cervello).
Wolf non nega la possibilità, però, di sviluppare una lettura lenta e profonda attraverso i dispositivi tecnologici, ma ritiene comunque importante far conoscere le differenze di questi due metodi di lettura alle nuove generazioni, per spronarle a non abbandonare la classici testi cartacei.

 


*Per ulteriori approfondimenti è possibile visionare questo video.