Dietro le quinte della lotta al Coronavirus, nasce l’alleanza salva spesa Made in Italy
La Coldiretti ha annunciato una novità che coinvolge agricoltori, industrie alimentari e di distribuzione commerciale, impegnati a garantire la regolarità delle forniture alimentari agli italiani. Non solo: l'obiettivo è contrastare qualunque forma di speculazione sul cibo.

Il Coronavirus ha cambiato repentinamente la quotidianità della nostra penisola. Un decreto dopo l’altro, un susseguirsi di nuove regole e comportamenti da seguire che hanno minato il benessere psicofisico di un intero paese. Ma nulla a confronto di chi sta curando o cura il Covid-19, sia chiaro. Evocando l’hashtag #iorestoacasa, quello da fare, si sa, è rimanera tra le propria mura domestiche, se non per comprovate necessità o per recarsi a fare la spesa. Ecco che questa azione, in un momento come quello che stiamo vivendo, può rivelarsi determinante per l’economia nazionale: le scelte negli scaffali dei supermercati dovrebbero essere oculate e indirizzate soprattutto alla salvaguardia dei produttori italiani. In un nostro precedente articolo, a questo riguardo, avevamo analizzato come siano cambiati gli acquisti in queste settimane di pandemia. E rimanendo in quest’ambito, per affrontare l’emergenza Coronavirus è nata lalleanza salva spesa Made in Italy con in prima fila agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale che si impegnano a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo, dai campi alle tavole. A comunicarlo è la Coldiretti in una nota stampa attraverso le parole del presidente Ettore Prandini, che ha promosso l’iniziativa insieme a Filiera Italia con l’adesione di Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè.

I promotori dell’iniziativa rivolgono anche un appello ai cittadini e alle istituzioni: “Ogni giorno – viene specificato nella nota – 3,6 milioni di lavoratori coltivano, allevano, trasformano, trasportano e distribuiscono tutti i prodotti alimentari di cui il Paese ha bisogno, che i consumatori trovano sempre a loro disposizione sugli scaffali. Anche in questi momenti di emergenza la catena produttiva, logistica e distributiva è riuscita a garantire i beni necessari per tutte le famiglie italiane. Il modo per ringraziare tutte queste persone del loro sacrificio e forte senso di responsabilità è uno solo: ogni volta che puoi chiedi e compra prodotti italiani. Noi, dal canto nostro, faremo la nostra parte. Vigilando insieme che lungo tutta la filiera sia premiato e valorizzato chi adotta pratiche commerciali corrette e trasparenti. Ed escludendo e denunciando chiunque possa pensare in un momento così delicato di speculare o approfittare di situazioni di carenza o di eccesso di prodotto abbassando il prezzo ingiustificatamente sui prodotti più richiesti“.

Qual è quindi la richiesta che viene fatta dai promotori dell’iniziativa? Un supporto da parte del Governo e delle autorità pubbliche a rifornire gli italiani dei beni essenziali. Un processo che, come auspicato, avvenga con provvedimenti semplici e chiari che permettano, con la massima sicurezza possibile, la continuità della raccolta, della produzione, della trasformazione e della distribuzione dei prodotti di largo consumo. “Per questi obiettivi – viene sottolineato – faremo tutti gli sforzi necessari e invitiamo tutte le altre organizzazioni dell’agroalimentare ad aderire a questi impegni e ad unirsi a noi in questa battaglia fatta nell’interesse di una filiera virtuosa, dei cittadini italiani e più in generale del nostro meraviglioso Paese”. Anche i dati offerti da Coldiretti danno una panoramica dell’importanza di questo ambito: la filiera allargata dai campi agli scaffali vale 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,6 milioni di persone impegnate a garantire quotidianamente le forniture alimentari attraverso 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia. Se l’operato nel dietro le quinte è encomiabile, testimoniato anche da questa nuova alleanza salva spesa Made in Italy, gli stessi Italiani stanno dando una risposta positiva: si stanno prediligendo – anche con il servizio della vendita a domicilio – acquisti della filiera locale o nazionale. In attesa che riaprano anche i mercatini dei produttori del territorio, quello che ognuno di noi può fare è acquistare merce alimentare della nostra penisola. Questo è un primo passo per la rinascita.