Quando il disordine accende la scintilla dell’arte: “La Venere degli stracci spiegata a mia figlia”
Valeria Zanuso, educatrice di Soave in provincia di Verona, sul suo blog ha raccontato come si sia trovata a illustrare casualmente le peculiarità dell'opera di Michelangelo Pistoletto alla sua bambina di 10 anni. Ai nostri microfoni ha messo in luce il dietro le quinte di questo episodio e la sua grande passione per il mondo dell'arte.

Ehi, guarda cosa hai lasciato in giro! Metti in ordine. Sistema la tua camera, quanta confusione!”. Quante volte, da bambini, ci siamo sentiti ripetere frasi come questa dai nostri genitori? Non so voi, ma il sottoscritto e il disordine sono sempre andati d’accordo. Peccato che questa sintonia non fosse approvata da mia madre. Un ‘amore’ ricco di ostacoli, ma forse è giusto così. Ed era divertente ancorarsi all’idea che disordine fosse anche sinonimo di creatività, giusto per dare al termine un’accezione positiva. In realtà, a distanza di anni, credo che suggerire di tenere in condizioni di decoro la propria stanza, anche per un bambino, sia un modo per educarlo al rispetto delle cose, che siano giocattoli, abiti o libri. Un invito al rispetto appunto, più che all’ordine. Ecco che, qualche settimana fa, questo classico rimprovero è stato rivolto anche da Valeria Zanuso, educatrice 43enne di Soave (comune in provincia di Verona), alla figlia. Ma quella che poteva rivelarsi la più tradizionale delle ramanzine si è trasformata in qualcosa di più. La madre, vedendo un cumulo di vestiti che la sua Zoe aveva lasciato, per così dire, incustoditi, ha apostrofato la bambina: “Mi guardo attorno. Sono inorridita – ha scritto nel suo bloge come tutte le mamme ‘normali e sclerate’ del mondo, parto con la mia ‘filippica’: Ma è mai possibile che… bla bla bla. E poi almeno le tue cose… bla bla bla. Per non parlare, infine, di quella montagna di stracci… cosa volevi fare, riprodurre la ‘Venere degli stracci’ di Michelangelo Pistoletto?”.


La Venere degli stracci.

Ed ecco che, se fino a quel momento Zoe poteva non ascoltare con adeguata attenzione i rimproveri della madre, sentire citato qualcosa di nuovo ha acceso in lei una scintilla di curiosità. “Davvero esiste un’opera fatta di stracci e che riproduce il mio disordine? Allora potrei essere pure io un’artista…?” ha replicato la figlia. Al momento dell’arrabbiatura è seguito quello dell’ilarità. Poi, la madre, da buona educatrice, ha spiegato a Zoe le peculiarità dell’opera del maestro biellese. Casualmente, grazie al suo disordine, la bambina aveva imparato qualcosa di nuovo. Merito ovviamente di Valeria, che si è immersa a sua volta in un processo conoscitivo che l’ha portata a scoprire meglio la cronistoria di Michelangelo Pistoletto. Ma questo non è venuto per caso: Valeria Zanuso è un’appassionata d’arte ed è proprio per alimentare e condividere questo suo interesse che a gennaio scorso ha aperto il blog ‘Quattro passi nell’arte in punta di pantofole…’ in cui ha raccontato l’episodio in questione. Così, a partire da questo aneddoto, ci siamo fatti raccontare la sua storia.


Zoe e Valeria.

Il suo background di studi e professionale non ha collegamenti con l’arte: laureata in scienze politiche a Bologna prima, dal 2000 lavora in un asilo nido. Ma due anni e mezzo fa, alla ricerca di nuovi stimoli per lei e per la figlia, ha iniziato a visitare alcune mostre in giro per l’Italia. “Un po’ per gioco, un po’ per scherzo, ci siamo avventurate per la prima volta in una mostra di Botero. È piaciuta molto a mia figlia, si è sentita coinvolta”. Questo è stato il primo capitolo di un percorso che ha portato poi a fiorire un grande interesse. La passione ha poi avuto una svolta durante una vacanza in Sardegna, durante la quale Valeria ha conosciuto il gallerista Roberto Milani di Casa d’Arte San Lorenzo a San Miniato, che aveva una galleria anche nel villaggio dove alloggiavano. “Diversamente da come accaduto ai tempi della scuola – ricorda Valeria – Roberto mi ha fatto vedere l’arte in modo non noioso, ma attrattivo. Un approccio nuovo che mi ha colpito e mi è rimasto impresso tuttora: da quella vacanza sono tornata cambiata”. Così, pur non conoscendo al meglio la storia dell’arte (“il tema era nebuloso per me“), ha incominciato a interessarsi a questo ambito, tra libre e mostre. Valeria, in particolare, ricorda con piacere quando si è recata a Venezia con Zoe e, insieme, hanno visto un graffito di Banksy che ha emozionato entrambe. “Un giorno – aggiunge – sono arrivata a chiedermi: ‘come ho fatto a non interessarmi all’arte per tutto questo tempo?’. Eppure, quando ero piccola, mio padre ci portava a visitare i musei, ma la passione non era mai sbocciata”.


Valeria Zanuso.

Ecco che, tra una esposizione e l’altra, la sua passione ha preso forma: il 25 gennaio ha lanciato un blog. “Ogni volta che visitavo gallerie d’arte o mostre documentavo quanto vedevo. Poi raccontavo, sempre con entusiasmo, quello che mi era rimasto dalle varie esperienze artistiche ad amici e parenti”. È stato nuovamente il gallerista Roberto Milani – che nel tempo era diventato un amico – a offrire uno spunto a Valeria,  ovvero lanciare un blog che trattasse quelle tematiche a lei care. “Chi vuoi che legga un blog che parla di arte?” è stata l’immediata risposta alla proposta del gallerista. Ma poi, con il suo supporto, ha lanciato il progetto, che ora, come lei stessa sottolinea, la rende felice. Qual è l’obiettivo del blog? “Desidero far conoscere l’arte – risponde – in modo piacevole, in modo che molte persone possano avvicinarsi a questo mondo. Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo e vorrei condividere, attraverso il mio progetto, con chiunque la bellezza e la cultura dell’ambito in questione”.


Valeria Zanuso.

Tra i tanti testi pubblicati, uno ha attirato la nostra attenzione (grazie a Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso), ovvero quello sulla Venere degli stracci che vi abbiamo accennato in precedenza. L’abbiamo addirittura rilanciato sui nostri canali social. La sola condivisione del suo scritto ha suscitato in lei un’incontenibile gioia, arrivando a scrivere un secondo contenuto a riguardo: “Panico. gioia, emozione. Corro ad aprire la pagina Facebook di Cittadellarte – scrive Valeria nel suo scritto ‘Un po’ di me. Grazie Mr. Pistoletto’ – e cosa trovo? Il mio post con tanto di scritta: ‘Capita ai tempi del Coronavirus… l’esperienza da cicerone di Valeria Zanuso’. E un sacco di visualizzazioni! Sto per tirare un urlo di gioia ma l’orario, sono le 7’30, non me lo permette (…). Il mio viso è raggiante neanche avessi vinto il Premio Pulitzer!”. Valeria, inoltre, specifica che è stata la prima volta che un istituto di cultura di cui ha scritto le ha dato riscontro. “Quel giorno – ci confida – ero talmente felice e agitata che mia figlia mi ha dovuta bonariamente tranquillizzare. Era meravigliata. Capisci che non è normale: una bambina di 10 anni che cerca di calmare una donna di 43… ma io sono fatta così, adoro trasmettere ed esternare la mia gioia”.


La gioia di Valeria per la condivisione del suo scritto sulla nostra pagina Facebook.

In questa circostanza Valeria ha avuto modo di interessarsi maggiormente a Michelangelo Pistoletto: “L’arte povera – ha affermato – mi ha affascinata, non immaginavo che potesse esistere un movimento in cui si fa uso dei materiali della vita quotidiana. Mi hanno colpita molto anche i Quadri specchianti, che ho avuto modo di vedere in alcune mostre: mi piace l’idea che una persona possa far parte dell’opera stessa, coinvolgendola. Cito poi il Terzo Paradiso, segno-simbolo che ho conosciuto per la prima volta in Toscana durante il ‘Firenze Light Festival’, occasione in cui in Piazza della Repubblica era stato installato e illuminato un albero di Natale dedicato al Terzo Paradiso (tutti i dettagli in un nostro precedente articolo)”. E la Venere degli stracci? “Purtroppo non l’ho ancora vista di persona questa magnifica opera, ma chissà, un giorno mi piacerebbe venire a visitare Cittadellarte e scoprirla da vicino”. Il nostro dialogo giunge al termine, ma prima le porgo una domanda: che cos’è per te l’arte? “Un mondo fantastico – ha argomentato – di scoperta continua, non resti mai vuoto, hai sempre qualcosa da imparare. Ha riempito la mia vita”.

 


Postilla per i lettori, una curiosità personale: anche chi vi scrive ha la madre che si chiama Valeria. E per certi passaggi è stato facile pensare a lei. Ora sono pronto: la prossima volta che rimproverà il mio disordine saprò cosa risponderle.