Quando il gusto incontra la disabilità, una nuova sfera della ristorazione
Due città, due ristoranti, ‘BiStrani’ a Torino e ‘Assurd’ a Potenza, nord e sud, eppure obiettivi comuni: integrazione sociale, valorizzazione delle capacità umane e lavorative, acquisizione di autonomia, crescita e autosufficienza.

Ha attirato l’attenzione, negli ultimi anni, l’inserimento in attività commerciali, precisamente nel campo della ristorazione, di persone con disabilità.
A Torino, in via Sassari 1, poco meno di un anno fa, ha aperto ‘BiStrani’: un bistrot gestito da persone affette da autismo, il cui scopo è includerle nel sociale, aiutarle a relazionarsi e avvicinarle al mondo del lavoro. Il design del locale è stato pensato appositamente per accogliere e permettere loro una massima facilità di vivere il luogo: colori, arredo, disposizione degli ambienti e materiali utilizzati consentono al personale di sentirsi a proprio agio. ‘Bistrani’ non è soltanto luogo in cui fruire la ristorazione, ma è uno spazio di formazione con l’implementazione di attività culturali. Il punto a cui si vuole giungere è una sensibilizzazione della cittadinanza sul tema in questione e scaturire un interesse per questo nuovo mondo.


L’insegna di BiStrani (crediti: pagina Facebook BiStrani)

A Potenza, in un vicolo della principale via pedonale del Centro del capoluogo lucano, Vico Stabile 10, ormai da qualche anno ha aperto un locale dedicato a un tipico panino imbottito: la puccia. Il nome della pucceria, ‘Assurd’, nasce in relazione alle problematiche burocratiche cui sono andati incontro gli ideatori del progetto. Hanno vissuto delle “situazioni davvero assurde”, raccontano in una news pubblicata su Gamberorosso.it. Difficoltà createsi poiché la proposta presentava l’impiego di personale con sindrome di down. Questa gestione ‘speciale’ non tranquillizzava chi si occupa di approvazione e avvio di un’attività commerciale, soprattutto dal punto di vista burocratico; si temevano rischi riguardo conservazione e somministrazione del cibo, ad esempio. Anche se con un po’ di difficoltà iniziale, grazie all’aiuto di amici e parenti si è riusciti a far diventare questa idea un progetto concreto. Questi ragazzi si occupano di prendere le ordinazioni, consigliano i piatti più buoni e i migliori abbinamenti di vino o birra ai piatti ordinati, se il cliente li domanda. Nel locale è presente un’atmosfera armoniosa, generata dalla felicità dei ragazzi soddisfatti e contenti di lavorare lì. Sempre disponibili e pronti ad accogliere clienti e offrire loro il miglior servizio.

Una distanza di circa 900 km eppure lo stesso obiettivo, ma con un approccio diverso: a Torino sembra essere un’iniziativa più accettata, più semplice da realizzare, poiché l’unico ostacolo potrebbe essere riuscire ad accettare questa realtà innovativa da parte del pubblico. Mentre a Potenza, le problematiche burocratiche iniziali fanno pensare che sia mancata fiducia alla base, la quale, appena avuta la possibilità, i ragazzi di ‘Assurd’ sono riusciti a conquistare a pieno, facendo un ottimo lavoro.
Inevitabile notare lo sviluppo: la società inizia a pensare in modo innovativo e le diversità non vengono più considerate come tali, bensì inserite all’interno di processi di crescita e rivoluzione, talvolta occupando anche il ruolo principale.


Immagine di copertina: foto di repertorio.