“Illuminati”, quando la sostenibilità energetica passa dall’arte
A Roma è in corso un'esposizione artistica dove opere e spazio sono illuminati a consumo zero. Ai nostri microfoni è intervenuto Geo Florenti, che ha ideato il progetto: "Il Terzo Paradiso - ha affermato - è stato il motore trascinante di questa mostra". Scopriamo tutti i dettagli.

Dodici artisti contemporanei italiani uniti per un messaggio di sostenibilità attraverso l’arte: su questo verte Illuminati, mostra ospitata nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana a Roma, dal 16 maggio al 17 giugno 2019. Come scritto in un nostro precedente articolo, gli autori, per l’occasione, hanno realizzato dodici opere inedite, ma con un filo rosso comune: tutte sono state concepite per essere illuminate a consumo zero e, di conseguenza, senza influire sui consumi di energia. I protagonisti sono Michelangelo Pistoletto, Luca Maria Patella, Pietro Ruffo, Marco Tirelli, Giosetta Fioroni, Ileana Florescu, Gianni Dessì, Guido Strazza, Andrea Fogli, Sergio Lombardo, Giuseppe Salvatori e Matteo Basilé. Il progetto espositivo, curato da Giancarlo Carpi (critico, storico dell’arte e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone) e promosso dalla Biblioteca Vallicelliana (MiBAC), è stato ideato da Geo Florenti, che ai nostro microfoni ha illustrato le peculiarità del suo progetto. L’artista ha esordito mettendone in luce il dietro le quinte: “La necessità di realizzare questa esposizione nasce nel 2017, durante il G7 a Taormina. Ero stato invitato a realizzare un’istallazione per i capi di Stato e per le delegazioni internazionali, capace di attirare l’attenzione sulle nuove tecnologie innovative utili a risolvere parte dei problemi ambientali. In quell’occasione ho illuminato a consumo zero, con una mia istallazione, l’opera di Giacomo Balla ‘Complesso plastico colorato di velocità + frastuono’. A pochi metri di distanza era esposto il ‘Ritratto Lucano’ di Leonardo da Vinci, illuminato con consumo di energia. Ero lì per comunicare, in modo verificabile, che era possibile illuminare le opere d’arte, senza influire sui consumi. Nessuno se ne è accorto. Probabilmente perfino Leonardo da Vinci e Giacomo Balla si sono scandalizzati”.

Anche il Terzo Paradiso ha avuto un ruolo cardine nella genesi del progetto: a giugno di due anni fa, in occasione di RiArtEco a Milano, Geo Florenti aveva esposto un lightbox a consumo zero ispirato e dedicato al segno-simbolo di Pistoletto, invitando – in quanto ‘padrino’ dell’evento – lo staff del progetto Rebirth/Terzo Paradiso all’iniziativa. Da quell’occasione, insieme a Saverio Teruzzi (coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso) sono state poste le basi per collaborazioni future, sfociate poi nella mostra Illuminati. “Ho realizzato – ha affermato – lo speciale quadro del Terzo Paradiso a RiArtEco, manifestazione itinerante in cui si mette in evidenza l’attenzione agli sprechi. In quella circostanza abbiamo dato dimostrazione che è possibile illuminare l’arte senza sprecare energia”. Il simbolo trinamico ha avuto un ruolo chiave nella ricerca artistica Florenti: “Il Terzo Paradiso mi ha aperto la mente – puntualizza – e mi ha dato la grinta necessaria per affrontare il progetto di ‘illuminati’ e il relativo coinvolgimento degli artisti ed è stato fantastico aver collaborato con Pistoletto. In tutti i partecipanti alla mostra ho constatato un’entusiasmo istantaneo alla vista dell’opera del segno-simbolo del maestro. Il Terzo Paradiso è stato il motore trascinante di questa mostra”. L’installazione in questione è un lightbox di 90×30 cm, che, in linea con i topic del progetto espositivo, è a consumo zero.

In che modo avviene questo processo sostenibile di illuminazione? “Il metodo – argomenta l’artista – è quello di riciclare la luce dispersa dalle fonti artificiali. Per creare energia mi sono ispirato a questo metodo, pratica già adottata per il riutilizzo di carta, vetro e plastica: riciclare quella emessa da fonti di luce in uso con l’ausilio di celle fotovoltaiche. Queste sono impegnate esclusivamente per generare energia dal Sole, ma anche con la luce artificiale emessa dalle lampadine accese. Si posizionano le celle nei pressi delle lampadine e si mette in atto il processo di riciclo della luce: le celle, per effetto fotovoltaico, generano istantaneamente altra energia, che è impegnata, sempre istantaneamente e senza aiuto di accumulatori, in altra re-illuminazione. Dunque, i primi elementi di questa istallazione sono una lampadina e un generatore/creatore composto da celle di silicio. Così ho trovato un equilibrio, non solo per il risparmio energetico, ma anche per un uso ridotto della componentistica”.

Una tecnologia innovativa che ha avuto seguito e consensi anche in ambito scientifico (tutte le info a riguardo cliccando qui). Uno degli obiettivi di Florenti, infatti, è portare anche al di fuori dall’ambito artistico la sua innovazione: l’installazione del Terzo Paradiso, a questo proposito, ha la doppia valenza di opera e impianto di illuminazione a consumo zero. “Sono soddisfatto – continua Florenti – perché sono riuscito, insieme a Michelangelo, a coinvolgere artisti e il mondo della scienza. Anche l’opinione pubblica ha riconosciuto il nostro lavoro come valido: abbiamo creato un ‘precedente’ e siamo stati concreti”. In tema di prospettive future, l’artista ci ha svelato le peculiarità del prossimo progetto in cantiere: “La cartellonistica di tipo commerciale – conclude – consuma molta energia. Con Pistoletto, in quest’ottica, abbiamo deciso di realizzare il primo lightbox pubblicitario, un 2×4, a consumo zero. Sarebbe un dimostrazione importante che porrebbe nuovamente sotto i riflettori la nostra causa”.