La “Venere degli stracci” di Pistoletto trova accoglienza a Ventimiglia: nuova tappa di un flusso migratorio
L’opera dell’artista sarà esposta in un luogo-simbolo dell’ospitalità sociale, la chiesa di Sant’Eustorgio a Ventimiglia. Ennesima tappa di un tour partito nel 2016, gli stracci della Venere racchiudono risvolti sociali legati alla tematica dell’immigrazione.

A Ventimiglia approda la giunonica opera di Michelangelo Pistoletto “Venere degli stracci”, dove vi resterà fino al 20 giugno.
La tappa fa parte di un tour più ampio che, partito da Lampedusa nel 2016, coinvolge e sensibilizza diversi luoghi considerati vicini alle tematiche sociali dell’immigrazione, in un flusso di spostamenti che vuole ricordare proprio quello migratorio. A curare questo viaggio, l’ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso Manuel Canelles, organizzatore anche di una serie di appuntamenti nella provincia di Bolzano.
L’opera di Pistoletto, alta più di 3 metri, viene collocata, non in maniera casuale, nel campetto della chiesa di Sant’Eustorgio, storica per aver accolto e aiutato gli immigrati nel corso degli anni. All’installazione sarà affiancata anche una mostra di foto e video, documentazione di 440 giorni di apertura del centro, che ha visto il passaggio di 13mila persone provenienti da 50 paesi diversi grazie all’impegno di Don Rito Alvarez e dei suoi volontari.

(Don Rito Alvarez)

I tipici stracci della splendida Venere, verso i quali lei è rivolta, valorizzandoli, provengono dalla donazione della Caritas che, una volta terminato il periodo dell’installazione, verrà donata ai migranti bisognosi. Lo straccio diventa, in questo modo, simbolo dell’umanità: ogni indumento ha avuto un suo proprietario ed una sua storia e potrà continuare ad averla, grazie alla rinascita in forma artistica di Pistoletto e al riutilizzo successivo dei capi. Mettendo a confronto l’estetica del bello con quella dell’usato, l’artista paragona due mondi che, prima distanti, ora possono trovare punto di unione e di valorizzazione reciproca. Il viaggio migratorio della Venere, insieme al pensiero nascosto tra gli stracci, fanno di quest’opera uno stimolo di riflessione per tematiche sociali importanti ma, al giorno d’oggi, spinose. 

Ventimiglia è un luogo già incontrato dall’arte di Pistoletto: lì vi aveva portato il simbolo del Terzo Paradiso composto di massi, alla frontiera di Ponte San Ludovico, luogo sulla linea di confine italo-francese. Come si evince dall’intervento di Don Rito Alvarez, l’incontro dell’artista con la città ligure ha fatto nascere un interesse comune ad organizzare un’altra unione che potesse farsi carico di valori sociali, offrendosi da spunto per ragionamenti più profondi. I vestiti, da comuni scarti, diventano per i migranti oggetti preziosi ed essi, come la Venere, saranno sempre in viaggio, attraversando la vita di numerose persone.


L’evento è stato promosso dalla Caritas diocesana di Ventimiglia-Sanremo e Ventimiglia CONfine Solidale, con la collaborazione di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte contemporanea, dell’associazione Pigna Mon Amour di Sanremo e di spazio5 di Bolzano. 

Orari di visita dell’opera: venerdì, sabato, domenica dalle ore 10 alle ore 20. 

 

Crediti fotografici: Dipartimento Educazione Castello di Rivoli