La Venere degli stracci a “#Selfati”, la prima mostra italiana dedicata interamente al selfie
Al Castello di Gallipoli è visitabile, fino a novembre, una mostra che mette in luce e racconta il fenomeno sociale dei selfie non solo come gesto quotidiano, ma come elemento in grado di raccontare se stessi. Tra le opere esposte è presente anche la celeberrima opera di Michelangelo Pistoletto.

Che attinenza hanno i selfie e la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto? La pratica di tendenza dell’autoritratto realizzato attraverso gli smartphone e una delle opere più celebri dell’artista biellese sono artisticamente connessi e fisicamente vicini, come non mai, a Gallipoli. Le sale del Castello della cittadina pugliese, infatti, dal primo giugno ospitano #Selfati, la prima mostra italiana dedicata interamente al selfie che è stata anche riconosciuta dal Ministero dei beni culturali come evento ufficiale dell’anno europeo della cultura 2018. In questa innovativa – e più che mai attuale – esposizione è presente, come detto, anche l’opera simbolo dell’Arte Povera e icona della cultura di consumo contemporanea. #Selfati mette in luce e analizza, in un mosaico di linguaggi e artisti, il fenomeno globale che coinvolge soggetti da ogni generazione o nazionalità: chi non si è mai scattato una foto per poi condividerla, attraverso i social network, col mondo intero? Che si tratti di narcisismo, esuberanza, intrattenimento virtuale o moda, la certezza è che sta diventando una modalità espressiva quotidiana della “cultura popolare”, alla portata di tutti.


Foto a sinistra: il Castello di Gallipoli. Foto a destra: Michelangelo Pistoletto e la Venere degli stracci

Scopriamo quindi gli allestimenti della mostra (visitabile fino a domenica 11 novembre): #Selfati propone la Selfie Timeline (con la storia dell’autoritratto dallo sciamano della Grotta dei Cervi sino a Marina Abramovic passando per Raffaello, Leonardo, Caravaggio, Van Gogh e Warhol); opere site specific come la mirror tower (un labirinto di specchi); la stravagante optical room curata e interpretata da Francesco Ferreri (aka Chekos’art), muralista e street artist; le luminarie di “Salento Style”. Un percorso dove ogni visitatore può diventare, naturalmente, autore di un’opera collettiva partecipandovi e vivendola. Non mancheranno, inoltre, le “sedute d’autore” Nemo di Fabio Novembre per Driade. La mostra culmina nella sala ennagonale del Castello, dove sono esposti i “SelfieAdArte” della giornalista e art influencer Clelia Patella, che propone una rilettura pop delle differenti percezioni si possono avvertire di fronte ad un’opera d’arte. Al centro della sala, infine, la celebre opera di Michelangelo Pistoletto.


Foto a sinistra: “Mi Kahlo nella parte”, Frida Kahlo, Autoritratto con scimmia, 1938, Frida Kahlo. Oltre il mito – MUDEC Museo delle Culture di Milano (2018). Foto a destra: “Better Botero than botox2” Fernando Botero Lying Woman, 2006, Galleria Tega, Milano (2015).

“La Venere degli stracci – si legge nella nota stampa della mostra – rappresenta il manifesto dissacrante di quel bisogno di contestazione proprio della seconda metà degli anni ’60. Fulcro è l’accostamento provocatorio tra un materiale di scarto come lo straccio e la perfezione della Venere: componente materica e cromatica del primo accolgono la classica bellezza negata del calco neoclassico. Con irriverenza il bello ideale si contrappone alla realtà del quotidiano nel passaggio conclusivo di un percorso nel quale lo straccio rinasce con la Venere, per diventare forma e colore, stessa sorte per i selfie. Il selfie: una mania narcisistica che in questa mostra si fa attiva e partecipativa grazie alla scoperta di una sua nuova funzione collettiva. La comunione dell’immagine può diventare veicolo di conoscenza e condivisione di attimi positivi della propria vita. Un invito, quello dei curatori, a costruire una nuova concezione del selfarsi, da ammirazione eccessiva di sé ad assunzione di responsabilità sociale nel costruire una memoria collettiva positiva, fatta di relazioni, di rispetto, di ponti culturali e condivisione del bello”.

“Siamo ormai giunti – afferma ai nostri microfoni Raffaela Zizzari, responsabile direzione artistica della mostra e ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso – alla decima edizione di grandi mostre nel Salento. Il percorso è iniziato a Otranto con Mirò, Picasso, Dalì, Wharol e De Chirico e si è evoluto a Gallipoli con Michelangelo Pistoletto, Emergency e, lo scorso anno, con I porti del Re. Siamo contenti di aver segnato l’inizio di un percorso che tutti gli atri manieri pugliesi stanno seguendo. Come afferma il Maestro Pistoletto, l’artista è creatore, ma tutti gli esseri umani sono creativi, perciò la gente può contribuire a fondare questo nuovo mondo. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo risposto a questa ‘chiamata alla armi’ interagendo il più possibile con ogni ambito della società, coniugando sempre l’estetica all’etica, trasformando luoghi ‘belli ma chiusi’ in luoghi ‘vivi’ con un’anima, dimostrando che, con grande fatica, ma soprattutto sacrificio, la cultura produce sempre risultati sorprendenti, sociali ed economici.

Bisogna smetterla – argomenta l’ambasciatrice – con questa ‘cultura collettoria’ buona solo a sciacquarsi la bocca, come la definisce Bergonzoni. È necessario sporcarsi le mani per raggiungere un risultato tangibile! Crediamo fortemente nella funzione sociale dell’arte, nelle narrazioni, nell’accessibilità e nei contenuti dei luoghi. I visitatori, ormai, non vogliono più ‘consumare’ silenziosamente l’arte, ma desiderano piuttosto esserne parte. Ed è per questo che abbiamo pensato ad una mostra dove il visitatore è coinvolto sin da subito, fruendo di opere d’arte di grandissimi artisti attraverso linguaggi più pop e meno accademici. Il selfie, in questa mostra, diventa il nostro mezzo per avvicinare l’arte alla vita quotidiana attraverso la dimensione della rappresentazione e della condivisione dell’immagine”.


La mostra – che inaugura la quarta stagione di grandi mostre dell’attrattore culturale gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie, con la direzione generale di Luigi Orione Amato e la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari – è prodotta da Orione Comunicazione, in collaborazione con Università del Salento e con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Gallipoli e La Sapienza di Roma.

 

Didascalia immagine di copertina: “La Venere degli stracci”, Christian Boltanski, Dispersion, 1991, Take me I’m Yours, Pirelli Hangar Bicocca, Milano (2017).