Le locuste devastano l’Africa orientale
Nuove ondate di sciami di questo genere di insetti stanno mettendo in pericolo le colture di numerosi stati, minacciandone la sicurezza alimentare. La FAO lancia l'allarme: "Più di 20 milioni di persone rischiano la fame".

Dicembre 2019. Torniamo alle settimane di festività, ai momenti di condivisione con i propri cari. Ripensiamo poi a Capodanno, momento in cui tradizionalmente si dà il benvenuto all’anno nuovo con l’augurio che i prossimi dodici mesi siano contraddistinti da semplice – ma sempre complessa da raggiungere – felicità. L’arrivo di questo 2020 lasciava presagire, come suggestione, il meglio. Sarà la ripetizione dei due venti, sarà un numero che si presta a fantasie grafiche, sarà che per ripetere un anno con le due decine vicine bisogna aspettarne altri mille. Insomma, pensieri irrazionali, ma che spingevano ad immaginare un’evoluzione positiva. E invece, l’anno è iniziato nel peggiore dei modi. Sul web si susseguono vignette che ironizzano in modo tragicomico su questo 2020, magari scagliandosi contro astrologi che paventavano l’arrivo di un anno ‘ricco di gioie’. Come ormai noto, la tragedia più grande è stata naturalmente lo scoppio della pandemia.

Il Coronavirus non sta risparmiando nessuno, una minaccia sanitaria a cui sta facendo fronte il mondo intero. Oltre al tristemente noto Covid-19, c’è un’altra minaccia che incombe su milioni di persone, le locuste. Questi insetti stanno devastando l’Africa orientale, a causa del loro impatto sulle colture: distruggono i terreni coltivati dei villaggi e decimano i pascoli, che per molti villaggi significano un incalcolabile danno economico (le piantagioni attaccate di tè e caffè, ad esempio, costituiscono il 30% delle esportazioni dell’Etiopia) e soprattutto alimentare. Un’avversità che, se unita al Coronavirus, si fa sempre più tragica.

Tutto era cominciato a febbraio con un primo ‘attacco’ delle locuste. Ma in queste ultime settimane, la minaccia si è sensibilmente aggravata: sciami 20 volte più grandi, che metterebbero a rischio soprattutto Kenya, Somalia, Etiopia, Gibuti, Uganda, Sudan e Tanzania. In alcuni dei paesi in questione, inoltre, sono già colpite da insicurezza alimentare acuta circa 20 milioni di persone; nello Yemen la situazione è analoga, con 15 milioni di soggetti a rischio che si troveranno anche a far fronte alle invasioni del parassita. Per quale ragione questo avvenimento si sta verificando proprio in queste settimane? Perché il periodo tra la breve stagione delle piogge del 2019 e quella lunga del 2020 è stata particolarmente piovosa, favorendo la deposizione delle uova di questi animali. Save The Children, a questo proposito, ha spiegato in una nota che una singola locusta femmina può deporre fino a 158 uova alla volta, e con decine di milioni di locuste che attualmente stanno deponendo le uova “si prevede che una volta schiuse a maggio, nuovi sciami si formeranno tra giugno e luglio, proprio in coincidenza con il periodo dei raccolti, decimando così colture fondamentali per la popolazione”. Insomma, un’ipotesi sempre più drammatica che porterebbe danni incalcolabili. Se si prende in considerazione un rapporto sull’impatto della prima ondata di locuste del deserto in Etiopia, inoltre, quasi un milione di persone avrebbe già bisogno di assistenza alimentare d’emergenza. Un numero che fa venire i brividi e che potrebbe crescere ancora. La vita dei bambini della Somalia, Etiopia e Kenya è appesa a un filo.

La FAO ha a sua volta lanciato l’allarme definendo questa avversità come una “minaccia senza precedenti alla sicurezza alimentare e ai mezzi di sussistenza e potrebbe comportare ulteriori sofferenze, migrazioni e tensioni sociali”. Per contrastare l’invasione di queste cavallette, sono stati trattati oltre 240mila ettari di terra con pesticidi chimici o biopesticidi e sono stati formati specialisti che si occuperanno delle operazioni di monitoraggio a terra. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, dal canto suo, sta fornendo supporto per il monitoraggio e l’irrorazione aerea e terrestre in 10 Paesi colpiti. Il Covid-19, però, porta ulteriori ritardi e criticità sulla fornitura di irroratori e pesticidi.

I numeri, inoltre, danno un’idea della minaccia a cui l’Africa deve far fronte (in Etiopia, ad esempio, sono già stati divorati 200mila ettari di terreni e in Kenya, secondo stime della FAO, sono stati distrutti 70mila ettari di vegetazione): uno sciame di un chilometro quadrato – che può essere composto da 80 milioni di esemplari –  può cibarsi quanto 35mila persone e viaggiare per circa 150 km ogni giorno; alcuni degli sciami avvistati sono vasti come la città di Mosca, ossia oltre 2.500 chilometri quadrati. “20,2 milioni di persone nel corno d’Africa, assieme altri 15 milioni di persone nello Yemen – così l’appello della FAO – hanno bisogno di assistenza per evitare la fame”.


Per rimanere aggiornati sulle novità della vicenda locuste è possibile visionare un’apposita sezione del sito della FAO.
Crediti immagine di copertina: FAO.