Lectio Pluralis – Lorenzo Pacini, il conflitto per fare politica
Pubblichiamo un nuovo intervento della Lectio Pluralis di Arte al Centro, dove Pacini, studente di giurisprudenza e consigliere del Municipio 1 di Milano, racconta la sua esperienza tra scuola e politica.

Continua il racconto degli interventi della Lectio Pluralis di Arte al Centro. L’incontro, andato in scena al Tavolo del Mediterraneo venerdì 23 giugno, era incentrato sul tema dell’innovazione sociale, diramato negli ambiti di educazione, progettazione e inclusione. Non erano presenti solo associazioni e aziende, ma anche un giovane ragazzo: si tratta di Lorenzo Pacini, studente di Giurisprudenza attivamente impegnato in politica come consigliere del Municipio 1 di Milano.

Valeria Cantoni, moderatrice della Lectio Pluralis, ha chiesto di spiegare quale formazione ha attivato nello studente la passione per la politica e che cosa cosa sta trasferendo con la sua esperienza.

Il consigliere ha illustrato gli ingredienti per svolgere al meglio il suo lavoro:”Nella vita e nella politica è importante essere chiari a sé stessi. Credo ci siano quattro aspetti chiave per capire come agire: il contesto, perché per chi fa politica è importante pensare prima ai propri ‘vicini di casa’ e poi all’altra parte della città e del mondo; la gradualità, lavorando passo dopo passo; la continua e totale fusione tra teoria e pratica, perché non c’è un momento dove inizia una e finisce l’altra, ma devono svilupparsi in parallelo senza pensare di essere formati dopo la teoria; il conflitto, una dinamica che la mia generazione cerca di viene evitare e neutralizzare, ma che ritengo la chiave fondamentale per conoscere sé stessi e crescere.

Per quanto concerne quest’ultimo aspetto – continua Pacini – credo che i licei, oltre al canonico insegnamento, dovrebbero insegnare a vincere i conflitti e a formare gli alunni in questo senso. Quando si inizia il percorso scolastico delle superiori gli scolari hanno 14 anni e, a causa della giovane età, non riescono ad affrontare nel modo adeguato i confronti coi genitori e i docenti. Io  stesso – conclude –  nella mia attività in Municipio, vedo nel conflitto un modo per superare l’idea che la politica sia solo compromesso, perché, se così fosse, non ci sarebbe innovazione sociale”.