Quando l’etica incontra la moda: a Cittadellarte una giornata di convegni dedicati alla sostenibilità
Ieri, negli spazi della Fondazione Pistoletto, si sono tenuti due incontri sulla moda responsabile che hanno alimentato nuovi processi di networking tra rappresentanti di imprese, fashion designer, docenti e figure chiave del settore: "+Etica +Moda" del mattino - organizzato da Accademia Unidee - ha avviato un’indagine speculativa intorno alla risonanza del sistema moda di fronte ai concetti teorici di sostenibilità e circolarità presenti nella cultura globale contemporanea, mentre durante "Circular Threads" del pomeriggio - proposto da Tondo, Cittadellarte, Associazione Tessile e Salute e Rén - è stato presentato il primo studio italiano sulla relazione tra industria del tessile ed economia circolare.

Distretto tessile, territorio laniero, terra dei telai, capitale della lana. Viene definito in molti modi il Biellese, provincia che nel settore moda ha plasmato e sviluppato negli anni la propria identità imprenditoriale. Un contesto d’eccellenza noto a livello globale che ha saputo reinventarsi, andare oltre le tradizioni e la semplice produzione. Biella è anche terra di creatività e innovazione sostenibile: da ottobre 2019 è entrata nel network per la creatività nel settore “Crafts & Folk Art” dopo il riconoscimento ottenuto da UNESCO e, oltre al prestigio che la nomina porta con sé, va evidenziato il legame non banale tra moda e sostenibilità. La storia del settore moda ha tristemente evidenziato che questi due macro-mondi raramente hanno viaggiato sullo stesso piano. Basta un dato a confermarlo: l’industria della moda è considerata la seconda industria più inquinante al mondo. Come può, quindi, la moda diventare esempio di sostenibilità? E come può essere l’arte la chiave per individuare soluzioni utili a concretizzare l’obiettivo che per molti potrebbe considerarsi utopistico? Una delle scintille che ha dato il via all’impegno del biellese alla sostenibilità – e quindi ad articolare quelle domande chiave – si è probabilmente originata nel 1994, quando Michelangelo Pistoletto diede nuova vita e rigenerò gli spazi dell’ex Lanificio Trombetta, dando poi vita a Cittadellarte e, negli anni, all’Ufficio Moda. A questo proposito va citata Fashion B.E.S.T., l’officina operativa dedicata allo sviluppo della sostenibilità nell’ambito del settore tessile. In questo progetto la creatività di Cittadellarte mette in azione e interazione tutti gli stakeholder nel mondo della moda sostenibile a diversi livelli, dal design alla produzione, distribuzione e comunicazione, riunendo e in una piattaforma decine di aziende produttrici di tessuti, filati e accessori ecosostenibili.


Ieri Cittadellarte è stata nuovamente sfondo attivo di due iniziative tese a porre l’etica al centro della moda. Al mattino, nelle Sale Auliche, si è tenuto +Etica +Moda, convegno proposto da Accademia Unidee organizzato con l’obiettivo di avviare un’indagine speculativa intorno alla risonanza del sistema moda di fronte ai concetti teorici di sostenibilità e circolarità presenti nella cultura globale contemporanea.
Era sufficiente visionare il panel di relatori per capire l’autorevolezza degli interventi che si sarebbero tenuti: Tommaso Ariemma, professore di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce; Emanuela Mora, professore ordinario di Sociologia della Comunicazione alla Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano e direttore della Scuola di Dottorato in Sociologia Direttore del Centro per lo studio della moda e della produzione culturale (ModaCult); Zoe Romano, docente intorno a temi di innovazione sociale, fabbricazione digitale, open design; Sara Sozzani Maino, Vice Direttore Vogue Italia e Direttore Vogue Talents (prossimamente proporremo le nostre video-interviste agli ospiti). Per Cittadellarte, inoltre, sono intervenuti Rossella Ravagli, Direttrice del Corso Triennale di Alta Formazione in Moda Sostenibile in Accademia Unidee; Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, che ha curato l’introduzione dell’incontro; Francesco Monico, direttore dell’Accademia Unidee, che si è occupato della moderazione.


Naldini, nel suo intervento, sulla base di quanto riportato in precedenza, ha messo in luce i motivi che hanno portato la fondazione di un artista contemporaneo ad occuparsi di moda, argomentando il ruolo ricoperto dalla Venere degli stracci – iconica opera che si fa portavoce del cosiddetto ‘consumismo consumato’ – ed esplicando la relazione con il Progetto Arte di Pistoletto, attraverso cui il maestro manifestò la volontà di porre l’arte in relazione con ogni ambito del tessuto sociale. “Occorreva lavorare – così Naldini – su un progetto di equilibrio. L’arte sarebbe stata elemento di incontro e connessione, anche nel comparto laniero, che nel biellese trova una delle sue massime espressioni”. Gli interventi dei relatori, seppur provenienti da differenti specializzazioni, hanno viaggiato sul filo rosso della sostenibilità offrendo input di grande rilievo. All’inizio sono stati proposti parallelismi tra i miti greci di Atlantide e Aracne con la moda, sono stati analizzati la dark ecology di Timothy Morton e i dark media e un nuovo ‘sviluppo’ del verbo avere: “Bisogna – così Ariemma – dare per avere, non prendere per avere. Questa è la sostenibilità”. Nel confronto tra i relatori è poi stato messo in luce il rapporto dei consumatori nei confronti delle novità e il ruolo che una corretta informazione avrebbe per innestare una sensibilizzazione sociale sul tema, nonostante in Italia l’attenzione alla sostenibilità risulti oscillante. Come emerso, infatti, la moda etica è quella che “recupera una non estraneità dei propri materiali”. I relatori hanno evidenziato che ciò che indossiamo può essere non solo la nostra seconda pelle, ma addirittura la prima, un prolungamento di noi. Ma la conditio sine qua non per arrivare alla sostenibilità è che le imprese non siano solo orientate al profitto, ma anche alla responsabilità sociale. L’incontro si è concluso con le domande dei partecipanti e, in quest’ottica, è stato oggetto di approfondimento la relazione tra il ruolo del consumatore nel settore moda e quello nell’ambito nutrimento. La connessione tra relatori è stata resa possibile da Accademia Unidee, che, come riportato da Francesco Monico, ha saputo nuovamente produrre cultura. E l’incontro di ieri ne è un lampante esempio.



Nel pomeriggio, in Sala Cervo, si è invece tenuto Circular Threads, evento di presentazione dello studio sul ruolo dell’economia circolare nel settore del tessile italiano curato da Tondo APS, Fondazione Pistoletto, Associazione Tessile e Salute e Rèn Collective, e organizzato in partnership con l’Unione Industriale Biellese; l’appuntamento in questione era teso a promuovere la transizione verso l’economia circolare nell’industria tessile attraverso una prima misurazione del livello di sostenibilità e circolarità su scala settoriale e aziendale. Lo studio, come riportato in un nostro precedente articolo, ha permesso di valutare il livello di circolarità del settore nel Nord Italia e, per l’occasione, sono intervenuti esperti di rilievo nazionale, storiche aziende del territorio laniero e nuove realtà che si pongono l’obiettivo di rivoluzionare il settore del tessile. La ricerca, che ha coinvolto circa 300 aziende, è stata condotta su tre livelli di analisi (desk search, questionario, misurazione della circolarità) fornendo una panoramica della situazione attuale del settore, con l’obiettivo di comprendere i gap esistenti e di accelerare la transizione verso l’economia circolare nell’industria tessile, anche grazie all’identificazione delle best practices e delle principali sfide da affrontare. Durante il convegno hanno avuto spazio anche alcune realtà biellesi – come Successori Reda, Vitale Barberis Canonico e Fratelli Piacenza – che hanno illustrato i progetti di sostenibilità e circolarità messi in atto nelle loro realtà.




Come successo al mattino, anche nel pomeriggio sono state evidenziate le criticità che ruotano attorno all’industria della moda, come, ad esempio, il fatto che si consumi più di quanto sia necessario e risulti esserci troppa discrepanza, a livello globale, tra quanto prodotto e quanto acquistato. Sono stati presentati, inoltre, i tre casi studio condotti sulla maglietta Graphi-Tee sviluppata da Wrad, sul filato Supernova ed Ecotec di Marchi & Fildi e sul progetto Circular Fashion Made in Italy di Rifò. Non solo: sono stati discussi i nuovi trend su sostenibilità e circolarità nel settore del tessile e della moda con una serie di ospiti di rilievo nazionale, come Marco Capellini, Rossella Ravagli, Giusy Cannone e Sara Sozzani Maino. Il sipario sulla giornata è calato con un importante confronto: un talk in cui sono state discusse le azioni e le leve che possono sostenere la transizione circolare nel tessile, con la partecipazione di Unione Industriale Biellese, Sistema Moda Italia, Associazione Tessile e Salute, Rén, UNECE e Cittadellarte (nella locandina a inizio paragrafo è possibile visionare tutti i relatori intervenuti). Oltre alla presentazione del lavoro di ricerca, sono quindi intervenuti numerosi relatori che hanno messo in luce in che modo la propria realtà di riferimento opera per raggiungere la sostenibilità, spesso ispirandosi all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Un mosaico di testimonianze e documentazioni ha posto sotto i riflettori le best practice biellesi e nazionali, dimostrando che l’incontro tra moda e sostenibilità non è utopia.