Metodo di allevamento, da CIWF Italia e Legambiente una nuova proposta di etichettatura
Le due realtà hanno elaborato una serie di criteri per un’etichettatura delle mucche da latte che illustri in quali condizioni sono stati allevati gli animali. L'obiettivo dell'iniziativa è favorire un processo informativo sul tema e sensibilizzare i consumatori a comprare prodotti più sostenibili.

In Italia vengono allevati circa 620 milioni di animali ogni anno di cui 565 cresciuti in sistemi intensivi. Una criticità che si aggiunge a una mancata informazione: i consumatori, quando acquistano la carne, spesso non conoscono come è stato allevato l’animale; le etichette, infatti, risultano spesso ingannevoli o non forniscono sufficienti informazioni sul prodotto. A partire da questo situazione, il 9 febbraio Compassion in World Farming e Legambiente hanno presentato durante una video-diretta una proposta di etichettatura* secondo il metodo di allevamento per le vacche da latte. Un progetto in linea con l’identità della prima organizzazione, una non profit che opera esclusivamente per la protezione e il benessere degli animali allevati a scopo alimentare. La finalità delle due realtà, con la proposta in questione, è valorizzare gli allevatori virtuosi anche attraverso un processo informativo più curato: “L’etichettatura – viene specificato in una nota del CIWF – dovrebbe funzionare come una bussola per i consumatori, orientandoli al momento degli acquisti e facilitando scelte consapevoli che favoriscano sistemi di allevamento più rispettosi degli animali e in generale migliori le loro condizioni di vita”.


La conferenza stampa di presentazione.

Come far sì che un consumo consapevole possa essere diffuso attraverso una corretta informazione? Le due realtà hanno elaborato una serie di criteri per un’etichettatura secondo il metodo di allevamento delle vacche da latte. A differenti metodi di allevamento, infatti, corrispondono diversi ‘potenziali’ di benessere animale, che dipendono dalla qualità di vita del bestiame e dalla possibilità che viene data di esprimere i comportamenti naturali. “Le vacche – così CIWF – hanno accesso al pascolo? Sono tenute legate? Sono previste anestesia e analgesia per operazioni dolorose come quella che riguarda l’abbozzo corneale dei vitelli? Le risposte a queste domande fanno davvero la differenza per gli animali”. In quest’ottica, Compassion in World Farming e Legambiente hanno ideato una matrice che propone – come da immagine sotto – una classificazione in sei diversi livelli delle condizioni di vita dell’animale, dal biologico (livello migliore) a quello intensivo (peggiore).


Crediti immagine: CIWF.

Per  far sì che siano assicurati un’adeguata trasparenza e promossi sistemi di allevamento con più alti standard di benessere animale (alternativi  all’allevamento intensivo), CIWF ha quindi delineato tre campi d’azione: un sistema di etichettatura su più livelli, l’indicazione dei diversi metodi di allevamento e l’introduzione di specifici criteri. In aggiunta, la realtà in questione ha lanciato una petizione – rivolta ai Ministri della Salute e delle Politiche agricole – in cui viene richiesto di avviare un processo per la definizione di un’etichettatura “univoca, volontaria, specie-specifica secondo il metodo di allevamento”; per aderire all’iniziativa cliccare qui. “Lo strumento finanziario europeo NextGenerationEU – così Legambiente in una notachiede con forza all’Italia di contribuire all’obiettivo di rendere l’economia e la società più sostenibile, resiliente e preparata alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica. Per questo Legambiente e CIWF Italia ritengono essenziale che, insieme al sostegno economico alle imprese, le istituzioni diano subito ai cittadini strumenti semplici e volontari, come l’etichettatura con metodo di allevamento per i prodotti di origine animale, per consentire di essere protagonisti e sostenitori del cambiamento, a partire dalle quotidiane scelte alimentari, per migliorare la vita degli animali e dare il proprio contributo alla salvaguardia del pianeta”.

 


Foto di copertina di Leonhard Niederwimmer da Pixabay.
Per ulteriori dettagli sull’iniziativa cliccare qui.
*Si tratta della seconda fase del progetto dedicato al metodo di allevamento in etichetta e segue la proposta di etichettatura per i suini presentata a maggio 2020.