Michelangelo Pistoletto presenta “Ominiteismo e demopraxia” alla libreria Giovannacci di Biella
Giovedì 14 dicembre alle 18 Michelangelo Pistoletto presenterà il suo ultimo manifesto politico nella libreria di via Italia 14 a Biella, insieme alla relatrice dell'incontro Chiara Belliti. Un viaggio culturale e sociale tra Terzo Paradiso, trinamica, arte, religione, politica, ominiteismo e demopraxia.

Biella si prepara ad alimentare una scintilla culturale: la libreria Vittorio Giovannacci sarà il teatro di un fuoco artistico che divamperà con la presentazione dell’ultimo libro di Michelangelo Pistoletto. Proprio l’artista tornerà protagonista in una delle città a lui più care: la “sua” Biella, quel territorio laniero che gli ha dato i natali. La libreria di via Italia, infatti, ospiterà l’appuntamento in programma giovedì 14 dicembre alle 18, mettendo in luce l’ultimo libro di Pistoletto titolato “Ominiteismo e demopraxia“. Un percorso letterario partito a Pistoia (nel comune toscano la prima presentazione) che sta continuando con successo in molte città italiane, raccogliendo, in tutte le tappe, grande partecipazione da parte di un pubblico numeroso e di diverse generazioni. Proprio il pubblico potrà essere primattore: nella seconda parte dell’iniziativa i presenti potranno confrontarsi con Pistoletto, nello spazio dedicato alle domande e alle riflessioni.

L’artista, insieme alla relatrice dell’incontro Chiara Belliti –  ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso di Pistoia che ha collaborato alla realizzazione del libro – rifletterà attorno alle macrotematiche del suo ultimo manifesto politico. Un viaggio tra Terzo Paradiso, trinamica, arte, religione, politica e, ovviamente, ominiteismo e demopraxia. Il libro, edito da Chiarelettere, si pone come manuale per una trasformazione responsabile della società. Un tragitto socio-politico che parte proprio dall’ominiteismo e si conclude con la demopraxia.

Uno dei primi temi, quindi, è l’ominiteismo: nasce dall’idea che ogni persona debba – e possa – riuscire a ottenere autonomia e responsabilità delle proprie azioni, fattori spesso “assegnati” a esseri superiori. Con questi elementi è possibile connettersi con la società arrivando a un equilibrio, emancipandosi da entità sovrannaturali. Una visione – o, più esattamente, un modus vivendi – più orizzontale e terreno e quindi meno verticale e divino.
La parte finale del volume, invece, è incentrata sul passaggio da democrazia a demopraxia. Pistoletto evidenzia il fallimento della democrazia, sottolineando come il potere del popolo (dal greco demos significa “popolo” e kratos “potere”) sia utopistico, considerata la distanza – non solo geografica – tra i rappresentanti politici e la popolazione. Ha così identificato la demopraxia (che si focalizza sulla praxis, che significa ‘azione’, nel senso di “fare”) come soluzione, con la quale ottenere libertà ed equilibrio sociale.

Vi proponiamo un estratto del libro (pagine 3-6) che anticipa i contenuti del libro e della presentazione.
Questo è il mio ultimo manifesto.
Il manifesto – scrive Pistoletto – di un essere umano, in un punto dello spazio e del tempo. Un essere in parte naturale e in parte artificiale.
Naturale, in quanto formato dalla natura, e artificiale, in quanto formato dall’Arte.
Un essere umano fatto ad Arte.
L’intento è riconsiderare i fondamenti della costruzione socioculturale, nello specifico la religione e la politica, rileggendoli attraverso il nuovo binomio: Ominiteismo e Demopraxia. La mia convinzione è che la democrazia (nota 1) non possa coesistere con i dogmi monoteistici. Per dimostrarla, intendo seguire la direzione tracciata dal solco dell’Arte. L’Arte dà origine a tutti i sistemi che nel tempo hanno organizzato la società umana. È l’Iniziazione primaria. La prima opera d’Arte risale all’impronta di una mano sulla parete di una caverna: l’impronta della mano non è la mano, ma la rappresentazione, dunque il concetto, della mano fisica. Con la nascita del concetto, si ha l’origine del pensiero umano.

L’impronta della mano è il guado fra l’animale inconsapevole e l’animale consapevole, fra il non umano e l’umano. Da allora, ogni atto iniziatico (nota 2) riconferma e celebra questo primordiale passaggio. La portata dell’opera di quell’artista ignoto è incommensurabile per due ragioni. Innanzitutto essa dà origine al linguaggio segnico che permette la comunicazione del pensiero. Infatti, nelle caverne le impronte delle mani si moltiplicano e si raggruppano a rappresentare, in embrione, la società. Inoltre, fra la realtà e la virtualità della mano, l’Arte apre le porte dell’ignoto e sviluppa la sfera dell’immaginario, che cresce fino a diventare un universo meta-fisico. Pensiamo questo universo metafisico come un Arco Spirituale. La religione ne ha preso pieno possesso, considerandolo opera di un artista assoluto. Di conseguenza, essa pretende il monopolio dell’ignoto. Nell’ignoto avanza l’Arco Spirituale tracciato dall’Arte.

E nell’ignoto la scienza muove la sua ricerca. Ma rispetto alla religione, la scienza procede attraverso risposte provvisorie e relative. L’Arte dunque, attraversando l’ignoto, comprende sia la religione che la scienza. La religione e la scienza esistono in quanto partorite dall’Arte con il primo segno nella caverna primordiale. Da allora, l’Arte non ha mai smesso di partecipare alle avventure dell’umanità, accompagnando in ogni passaggio l’evolversi della società. Ora noi viviamo in una società sempre più forgiata dalla scienza e dalla tecnologia, in un mondo dove l’artificio è divenuto totalizzante.
Non dimentichiamo che il termine artificio ha come radice la parola Arte.
Capire quale azione compie oggi l’Arte, è la ragione di questo manifesto”.


Note:
1 La Demopraxia supera il concetto di democrazia. Nel percorso per arrivare a definire questo termine, ritengo necessario, per una maggior comprensione, utilizzare ancora il sostantivo democrazia.
2 Ogni atto iniziatico sancisce il passaggio da una condizione non riconosciuta socialmente a una condizione socialmente riconosciuta.