Michelangelo Pistoletto, sguardo allo specchio di Cittadellarte
Terzo Paradiso, Quadri specchianti, Universario, creatività e sostenibilità: vi proponiamo in esclusiva un'intervista a Michelangelo Pistoletto in merito ad "Arte al Centro 2021", la rassegna di mostre che prende il via oggi - 30 ottobre 2021 - a Cittadellarte.

Attimi, battiti di ciglia, decimi di secondo, frammenti di finito nell’infinito dell’esistenza. In questo lasso di tempo quasi impercettibile, uno specchio è in grado di restituire nude verità a chi lo osserva, offrendo spaccati di presente che costantemente si accingono a diventare passato. Nei Quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto basta uno sguardo per innestare un dualismo tra spettatore e superficie riflettente, elemento fondativo di queste sue opere. Sulla scia di questo processo abbiamo posto Arte al Centro di fronte a uno specchio, in modo da scoprire la nuova edizione del progetto dando voce al maestro biellese. Michelangelo Pistoletto ha così svelato cosa hanno osservato i suoi occhi d’artista nel metaforico specchiante, in un intreccio di testimonianze e riflessioni che porta alla scoperta della nuova edizione della rassegna di Cittadellarte con uno sguardo critico, introspettivo e prospettico.

Durante l’emergenza sanitaria sono stati emanati decreti che hanno portato a chiusure e limitazioni di musei e luoghi di cultura. Questa XXIII edizione di Arte al Centro è la prima che viene organizzata dopo lo scoppio della pandemia. Per la dimensione artistica e sociale della rassegna che valore ha potersi ritrovare in presenza potendo quindi contare nuovamente su un’interazione vis à vis tra artista e visitatore?
L’impressione che io ho è di una seconda rinascita, perché quando sono uscito dall’ospedale dopo aver contratto il COVID è come se fossi rinato. Tornato a casa, però, tutto era fermo e bloccato. Ho comunque continuato a pensare e lavorare, così come avveniva a Cittadellarte con lo smart working che, per necessità, si è sviluppato in maniera straordinaria. La seconda rinascita sta nel riprendere fisicamente le attività, con i contatti diretti tra persone e non più soltanto in modo virtuale. D’altro canto l’esperienza del lockdown è entrata nel DNA collettivo del mondo. Questa edizione di Arte al Centro ha preso forma e si articola attraverso un salto di coscienza portato da una esperienza di coinvolgimento generale. Tutto il mondo, infatti, ha vissuto la stessa emergenza. Questa esperienza comune mette in risalto il concetto di “arte al centro di una rigenerazione della società” e la responsabilità dell’arte nell’organizzazione stessa della rete sociale che unisce la comunità umana. Ormai non si parla più soltanto di comunità piccole, medie, separate, in quanto la parola ‘comunità’ supera il significato limitativo ed equivale alla parola ‘società’ nella sua interezza. Il lockdown ci ha mostrato che oggi la globalità esiste come fenomenologia generale sul piano culturale, economico, sanitario, politico, scientifico; non può più essere intesa soltanto come parte del sistema consumistico. Anche alla luce di questa realtà Arte al Centro ha un significato ben preciso: mettere l’arte non più “da parte”, come elemento secondario rispetto alla fenomenologia socio-politico-economica, ma come fenomeno primario che fa da guida alla società, in ogni suo ambito. Non a caso a Cittadellarte abbiamo come riferimento la Demopraxia, perché vogliamo che gli ideali e la pratica coincidano. Il nostro ideale è quello di un mondo armonico che deve coincidere con la pratica. La democrazia attuata fino a oggi è purtroppo squilibrata, si creano continuamente contrapposizioni e contrasti così violenti da impedire l’attuazione pratica del sogno democratico. Con il metodo demopratico stiamo lavorando per ovviare a questa criticità. L’arte al centro di un cambiamento della società vuol dire che l’arte, cioè la capacità di creare, deve diffondersi al punto da rendere tutti autori di tale rinnovamento.

Tra le novità di Arte al Centro figura l’Universario, spazio della sala colonne di Cittadellarte dedicato alla formula della trinamica, nel quale sono integrate le aule dell’Accademia Unidee. In questo luogo riservato alla formazione, puoi delineare quale ruolo riveste la creazione da te intesa come fenomeno universale?
Identificare la creazione come fenomeno universale è stato l’obiettivo di Cittadellarte fin da quando è nata e, ancor prima, della ricerca del mio lavoro artistico basato sulla necessità originaria di trovare la mia identità. Con i Quadri specchianti, strumenti di lavoro per l’intera Cittadellarte, ho capito “chi sono, dove sono, perché sono”, in quanto essi mi rispecchiano direttamente e insieme a me rispecchiano tutto l’esistente. Lo specchio non può assolutamente escludere nulla. Esso riporta esattamente la realtà che gli sta di fronte. Tutto ciò che può essere immaginato viene verificato dall’immagine specchiata. Se l’immaginazione è sbagliata, lo specchio ne contrappone la verità in quanto non può mentire. Esso dice il vero a prescindere dalla nostra volontà. Il gioco di riflessione che esiste tra lo specchio e la realtà corrisponde al processo che si produce nella nostra mente quando osserviamo, nel Quadro specchiante, il continuo movimento di scambio tra il virtuale e il reale. Per noi esseri umani l’immagine è l’elemento primario. Senza questa saremmo puramente istintivi, mentre siamo invece in grado di pensare quel che vediamo. L’arte e il Quadro specchiante condividono nella persona la capacità di vedere, pensare, riflettere e calcolare. Il Quadro specchiante è fenomenologico, non è un’opera che riporta una mia emozione o una mia dichiarazione. Riporta invece la verità sulle cose, scientificamente verificabile. Davanti a questa verità, indago la fenomenologia dell’esistente e man mano identifico i processi che compongono la complessità dell’universo. Quindi passando dai Quadri specchianti alla Divisione e moltiplicazione dello specchio, sono giunto a definire la formula della creazione. La formula in questione è basata sul segno matematico di infinito, consistente in una linea che incrociando se stessa forma due cerchi. L’incrocio della linea corrisponde al presente, cioè all’immagine che passando dentro lo specchio ha la durata di un solo istante. Prima non c’era, c’è e poi non c’è più: l’infinito dunque è l’attimo presente nella continua trasformazione, che viviamo noi e ogni parte dell’universo. Nel presente tutto si connette in una perpetua congiunzione sempre nuova e diversa. Nell’Universario vediamo come avviene questa connessione e come essa corrisponda al fenomeno della creazione. In sintesi: ho incrociato due volte la linea del segno d’infinito ed è nato così un terzo cerchio tra i due preesistenti. In questo cerchio centrale avviene la creazione. In esso, infatti, tutti gli elementi contenuti nei cerchi opposti si congiungono creando continuamente elementi nuovi, cioè prima inesistenti. Nell’Universario è esposto il “codice della trinamica” che traduce in simboli la fenomenologia della creazione.


L’Universario.

Quali rapporti e legami uniscono l’Universario con le ambasciate del Terzo Paradiso impegnate nella diffusione del codice della trinamica?
Le ambasciate Rebirth/Terzo Paradiso nascono dalla vocazione di persone che hanno capito come intervenire nel mondo, partecipando alla generazione di un sano equilibrio nella società; sentono quindi fortemente le contrapposizioni drammatiche e tragiche che condizionano il mondo artificiale in cui viviamo. Questa vocazione porta a capire e ad agire per la rigenerazione del pensiero e dell’azione nella società umana. Porta ad adottare la formula della trinamica e ad attivarla, mettendo in connessione gli elementi che hanno a portata di mano per armonizzarli e creare uno stato nuovo rispetto al precedente. In quest’ottica, un esempio per mettere in luce il legame con l’Universario è la scuola: sono molti gli ambasciatori che sono nati nel mondo dell’apprendimento, specialmente in quello dell’infanzia. Molti di loro si sono resi conto dell’importanza di insegnare ai bambini come connettere continuamente qualsiasi elemento, per esempio natura e artificio, oppure l’attenzione verso le scelte quotidiane che possono produrre conseguenze ambientali. Molti giovani sentono già la responsabilità di attivarsi per un cambiamento, come Greta Thunberg, una persona con evidente vocazione al Terzo Paradiso. Noi a Cittadellarte spieghiamo ai giovani che questo terzo stadio non si realizza soltanto con le “manifestazioni” di disapprovazione ma con l’“azione manifesta”, cioè facendo vere e proprie proposte. Proprio questo va insegnato alle nuove generazioni: fare proposte attraverso il metodo della connessione tra le differenze. Ecco, le scuole che adottano i metodi del Terzo Paradiso hanno la possibilità di sviluppare questa capacità, senza dimenticarsi che anche gli adulti, come i bambini, devono assumere la stessa responsabilità sociale. E questo avviene con l’Accademia Unidee.

Biella Città Arcipelago, laboratorio di pianificazione territoriale partecipata, mira a praticare un progetto di sviluppo del territorio che, ispirandosi alle caratteristiche storiche del Biellese, declini il rapporto tra urbano e rurale in modi capaci di generare prosperità sostenibile. Arte al Centro, non a caso, è parte integrante e tra le proposte clou del programma di Arcipelago – Festival della Creatività Sostenibile. In che modo queste due parole chiave possono intrecciarsi trovando una sintesi e un equilibrio?
A Biella nasce la “Città Arcipelago”. Queste due parole sono funzionali, perché il fenomeno della creatività interessa tutti i membri che costituiscono la città, che non ha più soltanto un indirizzo programmatico come poteva averlo nel ‘900, quando era totalmente concentrata nell’industria urbanizzata. In quel contesto il nucleo urbano attirava nell’industria tutte le persone possibili, spopolando la campagna che veniva totalmente industrializzata a sua volta. Noi, oggi, partendo dal concetto trinamico, dobbiamo mettere in rapporto la natura, rappresentata dalla campagna, con l’artificio, per creare la nuova città. A Cittadellarte si insegna come mettere in rapporto questi due elementi: natura e artificio. Natura e artificio rappresentano i due estremi del Terzo Paradiso: la nuova prospettiva nel mondo la creiamo unendo questi due elementi. Per far questo non dobbiamo più allontanare natura e artificio, ma dobbiamo renderli co-attivi, e in questa co-attività emergono l’economia e la politica, che racchiudono la salute, la viabilità, la comunicazione e soprattutto l’energia. Oggi, infatti, abbiamo un collegamento generale nelle zone urbane o interurbane che è la comunicazione. Il sistema di produzione energetico è fondamentale. Abbiamo bisogno di energia elettrica anche per poter fare uso della rete virtuale. Come possiamo quindi risolvere il problema energetico mondiale? Non soltanto attraverso grandi sistemi globali, spesso dannosi per la natura, ma attraverso sistemi locali. Il termine ‘glocal’, rimane molto attuale, perché bisogna pensare di lavorare nel locale per il mondiale. Con la Città Arcipelago puntiamo infatti a una ripresa a livello territoriale che però assuma tutte le criticità del globale. Se noi ovviamo ai problemi qui a Biella, altri si renderanno conto che sono risolvibili anche altrove. Teniamo in conto che Biella è in comunicazione con tutto il mondo. In questo modo possiamo divenire una voce propositiva a livello globale.

Concludiamo con la funzione che ritieni rivesta la rassegna per il macrocosmo di Cittadellarte. Quale processo porta l’iniziativa a rivelarsi una delle chiavi per porre l’arte al centro di una trasformazione della società in senso responsabile? Se guardassi Arte al Centro allo specchio cosa vedresti?
Arte al Centro guarda la società allo specchio ma non solo in modo contemplativo. Noi guardiamo il mondo attraverso lo specchio di Cittadellarte per lavorare alla sua rigenerazione. Avendo al centro di Cittadellarte l’Universario, dove il concetto di universo è ben definito e comprensibile anche fenomenologicamente, adesso sappiamo come funziona l’universo. Non solo: la nostra visione si connette a quanto già provato dalla scienza. L’intuizione che l’ambito scientifico ha sempre avuto prima di ottenere la verifica pratica, a Cittadellarte esiste come fenomeno. Ma la genesi stessa di questo fenomeno è esibito nella mostra permanente delle mie opere ai piani superiori dello stesso edificio. Con l’Universario è il concetto di universo che noi portiamo a studenti, cittadini, bambini e in generale all’intera società; partendo dall’Universario quindi, estendiamo comprensione e assunzione di responsabilità. Se si conosce veramente come funziona l’esistente, si diventa responsabili di questa conoscenza.