Il racconto di Arte al Centro 2018
Lo scorso weekend si è conclusa la rassegna artistica che, in tanti pezzi di un mosaico, ha unito in due giornate un workshop, un convegno con ospiti d'eccezione, nuove esposizioni, una mostra interattiva, l'inaugurazione di nuovi spazi, la consegna del Minimum Prize e una serata di musica sulle note di Hydro. Tutto all'insegna della sostenibilità e, naturalmente, con l'arte al centro.

Arte al Centro di una trasformazione sociale responsabile: venerdì 25 e sabato 26 maggio, negli spazi della Fondazione Pistoletto, è andata in scena la tradizionale rassegna di mostre (tutte le info a riguardo in un nostro precedente articolo), incontri e seminari che raccontano pratiche artistiche di trasformazione dei contesti sociali in cui si sviluppano, realizzate da Cittadellarte e dalla rete di soggetti internazionali della realtà artistica biellese. Oltre all’arte, la parola chiave dell’iniziativa è stata “sostenibilità”: Arte al Centro 2018 è rientrato nel contesto del “Festival dello Sviluppo Sostenibile”, una kermesse celebrata globalmente dedicata ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. L’appuntamento di Cittadellarte ha saputo mixare diversi ambiti collegandoli, spaziando dall’arte all’architettura fino alla musica. Ricostruiamo quindi i vari frangenti che, durante la rassegna, hanno posto l’arte al centro di una trasformazione sociale responsabile.

L’inaugurazione (cliccando qui la diretta Facebook integrale)
Alle 18.30 si è tenuta l’inaugurazione ufficiale di Arte al Centro. Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, ha presentato e dato il via alla rassegna. Dopo i saluti di benvenuto, Naldini si è soffermato sul convegno “(NON) Capire il paesaggio” e sul workshop “Strame”, focalizzandosi sulla moda sostenibile: “Il tessile, a Cittadellarte, viene esaminato, rigenerato, riformulato e insegnato, perché Cittadellarte è una scuola dove si viene a imparare e a insegnare. Oggi, la maggior parte di noi ha partecipato a una serie di lezioni, perché l’apprendere è un processo continuo ed è sempre più necessario in tempi di così intenso, rapido e profondo cambiamento. Questo è ciò che si coltiva a Cittadellarte: la capacità di imparare”.

Naldini ha proseguito illustrando le peculiarità dello spazio Semiurbani: “Oggi – ha spiegato – inauguriamo il progetto Semiurbani, uno spazio visitabile, dedicato ai quartieri incernierati lungo l’asse di fabbriche presenti nel torrente Cervo. È un luogo fortemente significativo. Si tratta di uno spazio dedicato all’agricoltura urbana, agli orti urbani, al verde urbano, ai giardini e ai balconi urbani e a tutte quelle espressioni di cura della natura, del verde, delle case, delle strade e delle piazze. Semiurbani sarà un luogo di confronto, di apprendimento, di condivisioni di tecniche, di deposito di attrezzature, di avviamento di iniziative, idee e progetti. Un luogo aperto, durante la settimana e nel weekend, agli abitanti di tutta la città”.

Il direttore di Cittadellarte ha presentato anche le mostre: “Ogni anno, in occasione di Arte al Centro, si rinnovano e durano un anno. Le nostre mostre, sia quelle nuove sia le riproposte, non sono solo luogo di visita e informazione, ma svolgono la funzione di laboratorio ed alcune sono veri dispositivi di formazione. Nella mostre, inoltre, si fanno incontri: questo è il senso di una scuola totale, così come è Cittadellarte”.

Il Minimum Prize
In seguito alla presentazione, è stato consegnato il Minimum Prize a Create London (nella figura di Scott Pearl direttore del progetto; qui il suo commento). Il Minimum Prize è il riconoscimento che celebra chi si fa promotore di una trasformazione sociale responsabile, destinato ai grandi personaggi che hanno dedicato la loro vita alla causa della pace o del progresso civile nel mondo. Giuliana Carusi Setari, presidente della Fondazione Pistoletto, ha consegnato il premio e introdotto ai presenti Create London. Prima della proclamazione ufficiale Carusi Setari ha ringraziato Michelangelo Pistoletto, Maria Pioppi (moglie del maestro), Paolo Naldini e tutto il team di Cittadellarte per il lavoro svolto, dicendosi fiera di ricoprire il ruolo di presidente.

Create London – ecco le motivazioni del premio lette dalla presidente – costruisce spazi per apprendere a praticare l’abitare come dispositivo trasformativo e a negoziare con le comunità il senso di questa pratica. Create ridefinisce il ruolo dell’arte nel contesto sociale, edifica ponti, fatti di relazioni e collaborazioni. Edifica anche porzioni fisiche della città costruita. Rigenera aree urbane insieme alle comunità che le abitano le quali, attraverso i percorsi promossi da Create, si scoprono e attivano come tessuto sociale, maglia di consistenza del vivere insieme. Queste reti innescate e stimolate dai progetti di Create ri-articolano e moltiplicano quel rapporto minimum che collega una a una le persone: lungo questo rapporto scorre la linfa sociale, fatta di intelligenza, emozioni, progetti, sogni e bisogni. Questo rapporto minimum è la precondizione di ogni agenzia che superi il livello individualizzato, parcellizzato, monadico del vivere moderno. I progetti di Create svolgono un’azione di enzima e fermento in questa fase cruciale del processo sociale: il passaggio da uno a due, a molti, a tutti”.

Montedellarte
In occasione dell’inaugurazione è intervenuta anche l’artista belga Griet Dobbels, che ha presentato la mostra “La mappa non è il territorio (Montedellarte)”. Si tratta, nello specifico, di un libro d’artista (pubblicato da Viaindustriae), un video e un’installazione che visualizzano il processo e il risultato artistico di “Montedellarte”, realizzato da Dobbels il primo ottobre 2017 sul Monte Cucco, vicino a Biella.

Un gruppo di escursionisti ha fisicamente tracciato una mappa nel paesaggio camminando lungo una curva di livello e persone da ogni parte del mondo hanno potuto guardare e partecipare all’escursione attraverso il sito web e un’apposita applicazione. Il processo di questa dinamica ha portato a “La mappa non è il territorio (Montedellarte)”, in mostra a Cittadellarte.

Il convegno “(NON) Capire il paesaggio”
Venerdì, prima dell’inizio ufficiale di Arte al Centro, si è tenuta la prima parte del convegno “(NON) Capire il paesaggio”, organizzato da iLab – Industrial Landscape Biella. L’incontro si è diviso in tre fasi, che hanno visto la partecipazione di un ricco carnet di ospiti e di un folto pubblico. La prima sessione in programma al mattino, titolata “Il paesaggio”, ha introdotto le tematiche affrontate nel corso del convegno e ha visto intervenire gli organizzatori Paolo Naldini, Paolo Furia, assegnista di ricerca in Filosofia Teoretica, e Federico Vercellone, docente dell’Università degli Studi di Torino.

La seconda sessione, al pomeriggio, dal nome “Il Biellese e le sue trasformazioni – Esercizio per un autoritratto collettivo”, è stata anticipata da un intervento di Michelangelo Pistoletto; a seguire si sono tenuti i tavoli di lavoro degli stakeholders locali e la conseguente restituzione in plenaria. Sabato mattina è andata in scena la terza e ultima fase, titolata “Metaformosi”, che ha visto intervenire tutti gli altri ospiti (per maggiori info visionare il nostro precedente articolo), tra i quali l’antropologo Marc Augé.

Il workshop “Strame”
Negli spazi degli Studios di Fashion B.E.S.T. si è tenuto il workshop per il progetto “Strame”, dedicato ad alcuni studenti delle scuole biellesi Istituto Tecnico Superiore Tessile Abbigliamento Moda dell’I.I.S. “Q. Sella” e I.I.S. “E. Bona”. L’appuntamento è stato curato da Silvio Betterelli, con l’ausilio di Valentina Donadel.

 

“Per Arte al Centro – ha spiegato Betterelli – abbiamo lavorato al progetto “Strame” con gli studenti. Gli alunni hanno seguito un esercizio libero e creativo, nel quale abbiamo fatto in modo che le passamanerie, i fili e i cordami forniti dall’azienda Antica Fabbrica Passamanerie MV1843 fossero rielaborati e interpretati per vestire il corpo. Sono passamanerie d’archivio, avanzi di produzione: abbiamo così riciclato e reinventato materiali che, comunemente, non sarebbero utilizzabili”. I partecipanti, infatti, hanno ricucito forme, volumi e linee di abiti attraverso nuove visioni e soluzioni di armature tessili costituite da trame e orditi lavorando direttamente sui corpi.

“Il cosmo in una mano”
Nel programma di venerdì figurava anche la mostra esperienziale “Il cosmo in una mano”, curata da Ruggero Poi (Direzione Ambienti d’Apprendimento e Scuole di Cittadellarte).
“Abbiamo allestito – spiega Ruggero – una mostra per i bambini, a partire dai 4-5 anni per tutta la fascia della primaria, raccogliendo anche le famiglie che desiderano vivere un’esperienza coinvolgente, dove genitori e figli possono scoprire assieme alcune peculiarità dell’universo che ci accoglie. Si tratta di una mostra interattiva dove è possibile giocare, con le proprie mani, con la scienza in un contesto dedicato all’arte: ‘Il cosmo in una mano’ racconta l’origine dell’universo, dal Big Bang alla formazione dei pianeti, le costellazioni, l’alternarsi del giorno e della notte sulla Terra e, ovviamente, la componente atomica”.

Il forte collegamento tra arte e scienza della mostra non è una novità: ricordiamo che, nel contesto della missione VITA, le agenzie ASI ed ESA hanno selezionato il Terzo Paradiso quale elemento centrale del logo della missione spaziale. La scelta è stata storica: per la prima volta è stato un simbolo umanistico – nato dall’arte – a essere utilizzato come logo per una missione spaziale (per maggiori info visionare il nostro precedente articolo).

Costellazioni demopratiche – L’impatto sociale di Cittadellarte
Costellazioni demopratiche” è stata una delle nuove mostre inaugurate in occasione di Arte al Centro, curata da Michele Cerruti But e Juan Sandoval, con la consulenza scientifica di SocialFare. “L’ambizioso progetto dell’Arte – scrive Cerruti But nel giornalino informativo distribuito durante Arte al Centro –  di farsi carico delle sfide della contemporaneità e di essere generatrice di una nuova civiltà è la missione che Cittadellarte ha assunto in vent’anni di azioni e di pratiche. Il suo racconto è un articolato Universo non solo di idee, ma soprattutto di soggetti, di attori e di persone. Stelle che si compongono, si generano e rigenerano nella loro relazione e attraverso centinaia di progetti, mostre, seminari, azioni e cantieri a scala locale e interlocale. ‘Costellazioni’ è un processo collettivo di autoriflessione attivato da Cittadellarte per studiare e ripensare il suo impatto sociale.

La mostra rilegge vent’anni di progetti e di esperienze caratterizzate ciascuna da una diversa costellazione di attori, e che possono essere descritte attraverso quattro aree di impatto o driver. Ciascuna area è poi specificata attraverso un articolato modello di indicatori quantitativi e qualitativi che permettono di ‘valorizzare l’intangibile’, ovvero misurare l’innovazione sociale portata da Cittadellarte, caso pilota di un modello di lavoro applicabile alle progettualità del territorio, alla rete delle ambasciate e, più in genere, all’Arte per la trasformazione sociale praticata nel mondo. ‘Costellazioni’ è cioè la narrazione dinamica non tanto di ciò che Cittadellarte è, quanto piuttosto di ciò che Cittadellarte fa nella vita delle persone. Ovvero degli ininterrotti percorsi di generazione di Consapevolezza, di produzione di Conoscenza, di attivazione di Co-Responsabilità e di stimolo alla Creazione che in questo luogo si coltivano. E del modo in cui riescono a cambiare la società”.

“Hydro X Arte al Centro – Musica per paesaggio futuro”
Venerdì sera, a conclusione della presentazione di Arte al Centro, Cittadellarte si è immersa nelle note di Hydro: nel cortile interno, dove si è tenuta la cena proposta da Crossquare, è andato in scena l’intrattenimento curato da diversi gruppi e dj: il programma musicale è stato in linea con il tema dell’evento, ovvero il paesaggio e la trasformazione sociale responsabile. Hanno alzato il sipario gli artisti di Sala_Macchine con WARM UP!, dj set a cura di Aaron Inker, Paolo Mologni, Marco Cassisa.

Lo show è continuato con il quarto episodio della terza stagione del programma di Sala_Macchine intitolato “(NON) Capire il paesaggio” (tratto dall’omonimo convegno), proponendo una rappresentazione alternativa del paesaggio attraverso la musica elettronica. Successivamente ha calcato il palco il trio formato da Riccardo Sala (al sax), Andrea Beccaro (alla batteria), Luca Biasetti (live electronics). Da mezzanotte le performance sono proseguite all’interno di Hydro, dove si sono esibiti i dj Ma Nu e Intergalactig Gary.