Seads, una startup per pulire i fiumi più inquinati dalla plastica
Due ingegneri italiani hanno ideato un progetto volto a rimuovere la plastica dai corsi d'acqua, al fine di impedire che i rifiuti arrivino in mare. La startup, realizzata in collaborazione con l’università di Firenze, il Politecnico di Milano e la University of West of Scotland, verrà testata in un affluente del Reno.

Seads, acronimo di Sea Defence Solutions, è il nome dell’iniziativa di Fabio Dalmonte e Mauro Nardocci, due ingegneri italiani che hanno studiato un metodo per ovviare al problema globale dell’inquinamento dei fiumi. Proprio da questi corsi d’acqua, infatti, arriva gran parte della plastica che va a ‘popolare’ gli oceani e, focalizzandosi sul nome del progetto, è facile evincere le finalità dello stesso. La difesa dei mari, quindi, con uno scudo che possa essere più resistente della spada della plastica. La protezione a cui si fa riferimento è un sistema di barriere galleggianti oblique in acciaio e plastica riciclata, che intercetterebbe i rifiuti prima che l’acqua inquinata si riversi nei mari. Nello specifico, la barriera è composta da una struttura portante di cavi d’acciaio e da una speciale ‘tenda’ che, immersa nell’acqua per poco più di un metro, blocca i rifiuti che transitano sospinti dalla corrente; quanto ‘catturato’ viene poi indirizzato in una zona di raccolta. Non vi sarebbero nemmeno problemi per i pesci, che potrebbero attraversare il fiume passando sotto o a lato delle tende. I benefici, inoltre, non sarebbero solo per l’ambiente, ma anche per le comunità locali limitrofe ai corsi d’acqua: le amministrazioni comunali potrebbero avere un ritorno economico vendendo la plastica recuperata a società di riciclo.

Seads è realizzato in collaborazione con l’Università di Firenze, il Politecnico di Milano e la University of West of Scotland, e il primo test sarà proprio in Italia, in un affluente del Reno. Anche in Indonesia, a Bogor, è stato richiesto un prototipo del progetto per il fiume Ciliwung. L’innovativo progetto dei due ingegneri – in fase sperimentale – è replicabile in contesti differenti e può rivelarsi salvifico per la fauna marina e per l’ecosistema globale; ricordiamo, però, che l’arma migliore per contrastare il fenomeno dell’inquinamento dalla plastica è dire addio all’usa e getta. Il riciclo e iniziative come questa sono attività virtuose, ma è solo non facendo uso del materiale in questione che si potrebbe tagliare il traguardo del cambiamento.