Sierra Leone, le ragazze incinte potranno tornare a frequentare la scuola
Arriva un dietrofront positivo dallo Stato dell'Africa Occidentale: non è più in vigore un decreto del 2010 che impediva alle giovani studenti in gravidanza di seguire le lezioni in classe con gli altri coetanei.

In Sierra Leone, fino a pochi mesi fa, alle ragazze incinte non era consentito prendere parte alle lezioni e agli esami insieme agli altri alunni. Il motivo ufficiale? Non influenzare negativamente le altre studentesse vista la ‘condizione’ delle compagne. Nel 2020, sentire notizie anacronistiche come questa suscita sdegno e incredulità. Fortunatamente, però, il governo del presidente Julius Maada Bio ha abolito il decreto del 2010 che prevedeva questa regola; l’assurdo divieto era poi effettivamente entrato in vigore solo nell’aprile del 2015, nel mezzo della crisi sanitaria provocata virus Ebola. A comunicare la buona notizia è la sezione italiana di Amnesty International, l’organizzazione internazionale che lotta contro le ingiustizie e in difesa dei diritti umani nel mondo. In una nota sul proprio portale web ha riportato la news, specificando che al posto di quel brutale divieto saranno adottate due nuove politiche, sulla ‘inclusione radicale’ e sulla ‘salute complessiva’ nel sistema scolastico.

Si trattava di un problema ancora più delicato, a fronte degli elevati tassi di maternità infantile che si registrano nello Stato dell’Africa Occidentale; oltrettutto, come sottolineato da Amnesty International, l’educazione sessuale non rientra propriamente tra le priorità nazionali, per usare un eufemismo. La criticità, infatti, è anche alla radice: il fatto che siano numerose le ragazze incinte in piena adolescenza evidenzia una netta criticità educativa e sociale sull’argomento. “A spingere il governo della Sierra Leone a cambiare rotta – ha argomentato , portavoce di Amnesty International Italia – ha contributo la sentenza emessa il 12 dicembre 2019 dalla Corte di Giustizia della Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale, che aveva dato ragione a un ricorso presentato dall’Ong sierraleonense Wawes, da Equality Now e dall’Istituto per i diritti umani e lo sviluppo in Africa, appoggiato da Amnesty International”. Ora, la situazione torna incerta con il Coronavirus: non è ancora chiaro se l’emergenza Covid-19 porterà alla chiusura delle scuole, ma la speranza è che nemmeno una pandemia possa portare a un dietrofront su un decreto così crudele e insensato.


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