“Trauma & Revival”, il modulo UNIDEE entra nel vivo con i progetti “Interpol” e “Desacuerdos”
Nella seconda settimana del modulo dell'Università delle Idee sono intervenuti i due curatori internazionali Viktor Misiano e Jesús Carrillo Castillo. Il russo e lo spagnolo hanno illustrato ai residenti i loro progetti artistici.

Sta per concludersi la seconda settimana del modulo “Trauma & Revival” di UNIDEE. Dopo la prima parte della residenza (messa in luce in un nostro precedente articolo), che ha visto la presenza di ospiti del calibro di Alexei Penzin e Anna Zafesova, in questa parte centrale i partecipanti hanno lavorato approfonditamente ai rispettivi progetti, avvalendosi dei contenuti di due nuove lectures.

“I nostri artisti – esordisce la mentore Aria Spinelli – in questi giorni si sono impegnati nella produzione. La prossima settimana presenteranno i propri lavori suddivisi in ricerche accademiche e artistiche, incentrate, come da programma, sul periodo compreso tra il 1945 e il 1968 o sul concetto di ‘trauma’, interpreto in diversi modi. Il nostro terzo ospite è stato Viktor Misiano, uno dei curatori più importanti dell’arte contemporanea russa e internazionale. Aver messo a disposizione il suo sapere sui rapporti tra ovest e est ha arricchito di molto l’esperienza dei ragazzi. Viktor, nello specifico, ha presentato ‘Interpol’, la mostra sul conflitto artistico tra Russia e Svezia del periodo post Caduta del Muro di Berlino. L’esposizione è tuttora uno dei simboli dell’arte contemporanea”.


(Viktor Misiano durante la lecture con i residenti UNIDEE)

Nel contesto della presentazione della mostra, il curatore ha messo in luce gli artisti russi Oleg Kulik (nato in Ucraina) e Alexander Brener, entrambi facenti parte dell’arte azionista moscovita, un gruppo che era solito esibirsi con manifestazioni d’impatto nello spazio pubblico. Un esempio? Misiano ha mostrato ai presenti un filmato di una performance dello stesso Kulik, girata proprio alla mostra Interpol a Stoccolma nel 1996. L’artista si esibì nella galleria nudo e incatenato, fingendosi un cane. Si muoveva nei pressi di una costruzione rappresentante una cuccia, con tanto di cartello indicante la scritta ‘pericoloso’. Non solo attaccava parte del pubblico che oltrepassava gli spazi del suo recinto immaginario, ma importunava anche uno degli sponsorizzatori della mostra, fino a morderlo alla stregua di un animale. Secondo Kulik il suo era un atto legittimo, vista la presenza del cartello che avvisava del ‘pericolo’. Il significato? Divulgare la sua angoscia in quella che era la crisi culturale attraverso l’efferata rabbia di un cane senza controllo. Le motivazioni dietro al suo gesto, però, non gli risparmiarono l’arresto da parte delle forze dell’ordine.
A partire da questo avvenimento si è svelato il caso studio nell’arte contemporanea nei rapporti tra est e ovest.

“La presenza di Viktor – prosegue Aria – è stata preziosa. I residenti si sono confrontati con lui anche singolarmente, riuscendo così ad avere uno spazio per conversare privatamente. Avere a che fare con un curatore del suo calibro era un valore aggiunto per loro. Una delle residenti russe, Olga Lukyanova, partecipò a un corso di curatela di Viktor a Mosca; ora si sono ritrovati a Cittadellarte. Tornando al suo intervento, a livello di pratica e ricerca, ha insegnato come si è sviluppato nel mondo artistico il rapporto tra oriente e occidente. Spesso, infatti, si ha a che fare con una categorizzazione sociale dell’arte dell’est Europa che ne limita lo studio. Si è rivelato importante  perché ritengo che i rapporti tra l’est e l’ovest siano fortemente presenti nelle ricerche degli artisti, contaminati dalla trasmissione di ‘trauma’ avvenuto di generazione in generazione. Quella di Viktor desiderava aprirsi all’Europa e quella attuale vuole comprendere i passaggi dietro a questo avvenimento per scoprire il loro passato artistico. Cecilia Guida – responsabile di UNIDEE –  e io abbiamo scelto di affrontare queste tematiche per capire come incidano i rapporti di potere tra società capitalista e comunista in un contesto politico e sociale”.

L’intervento di Viktor è stato accompagnato da quello di Jesús Carrillo Castillo ex-curatore del museo di Madrid  Reina Sofia. Carrillo ha illustrato il progetto di ricerca quinquennale “Desacuerdos (disaccordi)“, che ha avuto luogo performativo all’interno di processi sociali e politici. La lecture, che si è tenuta oggi, era titolata “Amnesia, disagreements and the power of memory in contemporary Spain (1975-2017)”.

“L’incontro con Jesús, una figura tra le più importanti nel contesto dell’arte contemporanea  – esplica la mentore – era legato a quello di Viktor, come una sorta di dialogo a distanza tra i due. Ha esposto ai presenti i contenuti di  ‘Desacuerdos’, ricerca su rapporti di arte e attivismo, basato sul ruolo della cultura nel periodo di transizione, dal regime franchista fino alla democrazia spagnola.  Questa fase di ‘transizione’ è fondamentale, in quanto tutti i paesi post sovietici hanno avuto un periodo di trasformazione artistico-culturale. In linea con i contenuti del modulo, anche questo progetto è stato caratterizzato dalla performatività dell’arte attraverso rapporti sociali e politici.
Durante la sua esposizione, inoltre, si è focalizzato sull’opera di Picasso, ‘Guernica‘. La contestualizzazione mi ha colpita, è stato interessante scoprire e vedere come la storia del quadro può essere raccontata da vari punti di vista. L’opera del celeberrimo artista spagnolo, infatti, ha significati diversi e parallelismi con la società attribuiti a seconda dell’evoluzione della stessa”.

Per la prossima settimana, l’ultima del modulo, sono attesi il polacco Kuba Szreder e la greca Iliana Fokianaki, curatori indipendenti e ricercatori. “Oltre alla varietà di contenuti – conclude Aria Spinelli – legati comunque al filo rosso dei rapporti tra est ed ovest, con i relatori abbiamo voluto costruire una continuità temporale e una varietà geografica. Alexei e Anna hanno analizzato il periodo compreso tra il 1945 e il 1968, Viktor e Jesús gli anni ’80 e ’90 e Kuba e Iliana affronteranno i tempi moderni. Il rapporto tra oriente e occidente continua così a svilupparsi in maniera diversa ma legato da numerose similitudini”.

 
(Due immagini della lecture di Jesús Carrillo Castillo)