Tutela della natura, le isole Faroe “chiuse” per tre giorni
Dal 26 al 28 aprile l'arcipelago a governo autonomo che fa parte del Regno di Danimarca vieterà l'accesso ai visitatori stranieri. L'operazione è mirata alla salvaguardia e al ripristino delle bellezze architettoniche e naturalistiche, in parte rovinate dal turismo di massa. Scopriamo tutti i dettagli.

‘Chiuso per lavori’, ‘chiuso per ferie’, ‘chiuso per inventario’: si è soliti immaginare queste scritte informative fuori dalle vetrine delle attività commerciali. Questo avviso, però, sarà riconducibile addirittura a un arcipelago: le isole Faroe. In quest’area, che comprende 18 isole vulcaniche rocciose situate tra l’Islanda e la Norvegia nell’oceano Atlantico del Nord, sarà vietato l’accesso ai visitatori stranieri per tre giorni. Dal 26 al 28 aprile non sarà consentito l’accesso ai turisti e, dietro a questa decisione politica, c’è la manutenzione delle bellezze locali, in particolare di quelle storico-architettoniche. Le isole Faroe non saranno raggiungibili né per mare, con i traghetti che partono dalla Danimarca (o dall’Islanda), né per via aerea e alcune delle attrazioni più frequentate dai turisti e dai locali non saranno accessibili (solo gli hotel e le abitazioni in affitto rimarranno aperti).

Proprio il turismo di massa, negli anni, ha portato un logorio delle infrastrutture di alcune zone e così si è arrivati alla decisione della chiusura per avviare i lavori di manutenzione. Il numero dei visitatori degli ultimi anni ha influito nell’organizzazione dell’iniziativa: nel 2018 circa 110mila turisti sono arrivati sulle isole, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Nell’arcipelago a governo autonomo che fa parte del Regno di Danimarca, al contempo, è stato messo in piedi un team di un centinaio di volontari – comunque spesati – che hanno lavorato al ripristino delle aree interessate insieme alla gente del luogo. Chiunque, previa richiesta, potrà prendere parte all’iniziativa presentando un modulo di richiesta online e, successivamente, verranno selezionati i primi 100 profili idonei. I prescelti dovranno comprarsi il biglietto per il volo aereo – tariffa fissa e agevolata di 280 euro, andata e ritorno da Copenaghen – e, una volta arrivati a destinazione, avranno vitto e alloggio pagati dal governo delle Faroe.

I volontari si occuperanno di differenti compiti: ad esempio, dovranno realizzare nuovi sentieri per il trekking (ripristinando quelli in cattive condizioni), costruire gradini, ottimizzare le recinzioni di sicurezza e sistemare la segnaletica e la cartellonistica informativa. In generale, l’impegno delle autorità competenti e dello staff dell’iniziativa sarà volto alla costruzione di percorsi escursionistici e piattaforme di osservazione, anche per migliore i servizi turistici; non è escluso, inoltre, che l’iniziativa ambientale venga replicata anche nei prossimi anni. L’emulazione di questa operazione, a livello internazionale, sembrerebbe utopica, soprattutto considerando l’importanza che il turismo, a livello economico, ricopre per le nazioni. Non per le Isole Faroe, che anteporranno l’ambiente alla moneta, almeno per tre giorni; un lasso di tempo breve, ma sicuramente simbolico, anche a favore del turismo stesso.