In Umbria la rivincita del colore con una mostra tutta al femminile
Alla Torre dei Lambardi di Magione in provincia di Perugia, fino al 24 settembre, sarà visitabile "Donne di colore", un'esposizione impreziosita dalla Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto e caratterizzata dalle opere di artiste di differenti generazioni e nazionalità, ma unite dal "colore" come filo conduttore dei loro lavori.

Il 22 luglio è stata inaugurata la mostra “Donne di colore” alla Torre dei Lambardi di Magione in provincia di Perugia. L’iniziativa artistica, curata dall’ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso Giorgio de Finis, ha il colore come filo conduttore delle opere presenti e sarà visitabile fino al 24 settembre 2017. Tutti i lavori esposti sono in dialogo con la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, icona dell’Arte Povera, che, come un manifesto, vede separati e allo stesso tempo riuniti diversi fattori: il definito e il confuso, l’astratto e il concreto, la forma e l’informe, il bianco e il caleidoscopio del multicolor. Proprio l’opera dell’artista Biellese sarà presente per caratterizzare e impreziosire l’esposizione.

   
(da sinistra: la Torre dei Lambardi; la “Venere degli stracci” di Pistoletto; “Empitness” di Kaikkonen; “Grande Rigoroso” di Montanino)

Nella mostra, oltre all’opera di Pistoletto, si potranno scoprire i lavori di artiste di differenti generazioni e nazionalità. Si tratta di: Francesca Fini, Lenia Georgiou, Maya Hayuk, Kaarina Kaikkonen, Micaela Lattanzio, Florencia Martinez, Veronica Montanino, Francesca Pasquali, Gloria Petyarre, Virginia Ryan, Joana Vasconcelos e Mary Zygouri.

 
(Nella prima immagine “Float/2” di Ryan, nella seconda “Carritos: la leggerezza” di Martinez)

Giorgio de Finis ha esplicato come i più celebri filosofi o poeti abbiamo legato le tonalità cromatiche al gentil sesso: “Il pregiudizio che accomuna il colore al femminile – come pure il decorativo, l’eccessivo, la seduzione visiva con il popolare e l’esotico – ha, nella nostra cultura, origini antiche. Platone, nella sua battaglia contro il mondo sensibile, condannava il colore, al pari del sesso femminile, a suo dire falso, disonesto e ingannatore. Altro esempio è Baudelaire, che accomunava donne, selvaggi e bambini, per via della loro ‘ingenua aspirazione verso ciò che brilla, i piumaggi multicolori, le stoffe cangianti, la maestà superlativa delle forme artificiali e il loro disgusto per il reale’. Significativo anche il pensiero di Charles Blanc che affermava: ‘Riconosciamo il potere del colore, e che il suo ruolo è di dirci che cosa agita il cuore, mentre il disegno ci mostra quello che passa nella mente’. Il colore, in questo caso, è accusato di confondere, disorientare, impedire alle idee di farsi chiare e distinte”.
Questa mostra, quindi, sarà anche una risposta e un messaggio rivolto non solo all’età contemporanea, ma anche ai pensatori del passato.

 
(Nella prima fotografia “Spiderballs” di Pasquali, nella seconda “Theodore” di Vasconcelos)

Photo credit: Giovanni de Angelis
Immagine di copertina: “Venus degli stracci” di Zygouri