A Biella l’arte al servizio dell’integrazione. Parte il laboratorio di autocostruzione
Alla Fondazione Pistoletto un'iniziativa rivolta a biellesi e ragazzi richiedenti asilo, che porterà a progettare e realizzare un oggetto di design e falegnameria. I lavori creati verranno esposti il 23 giugno in occasione dell'evento "Arte al Centro".

Progettare un’idea e realizzarla: è questo quanto avverrà durante la nuova iniziativa organizzata da Cittadellarte, il “Laboratorio di Autocostruzione”. L’appuntamento artistico, cominciato ieri, darà la possibilità di sviluppare e capire le fasi che compongono la metodologia progettuale di un oggetto di design. Il progetto si svilupperà in tre periodi differenti: dal 15 al 19 e dal 22 al 26 di maggio e dal 19 al 23 di giugno. Gli insegnamenti sono affidati a Mattia Paco Rizzi, che, insieme ai tutor-ospiti Malik Agachi e Yousuf Karim di “CUCULA – Refugees Company for Crafts and Design, porteranno gli “allievi” a tradurre le proprie idee in oggetti.

I partecipanti e gli obiettivi
Questo speciale corso vedrà la partecipazione di otto biellesi e di una ventina di ragazzi richiedenti asilo, della Cooperativa Sociale Tantintenti. Ognuno degli iscritti potrà realizzare un oggetto di uso quotidiano, legato al proprio background. La prospettiva è quella di creare un marchio di mobili e oggetti di design immaginati, che sia gestita dai migranti o dai giovani biellesi. Il laboratorio, nell’ambito di questo progetto, si pone come fase preliminare di studio e valorizzazione.

Le fasi del laboratorio
L’iniziativa è stata suddivisa in sezioni. Dopo l’introduzione del lavoro che si andrà a svolgere, con la presentazione dei partecipanti, si passerà all’analisi. Questa fase permetterà di avere una visione generale degli iscritti nei confronti del laboratorio stesso. Si metterà in luce lo studio dell’idea, dove i ragazzi spiegheranno le ragioni che li hanno spinti a realizzare una determinata proposta. Proseguendo il programma si passerà al disegno/scultura, dove i presenti potranno sfruttare la propria creatività per realizzare una bozza in 2D o in 3D dei rispettivi progetti. Il passo seguente, uno dei più importanti, riguarda il prototipo; in questo punto verrà anche analizzata la questione costruttiva e verranno illustrate tecniche base utilizzate in falegnameria e carpenteria. Si arriverà, poi, alla realizzazione, dove gli oggetti verranno realizzati con tecniche costruttive e sarà richiesto un dettaglio maggiore rispetto alla fase del prototipo. La fine del percorso arriverà con l’esposizione, il momento in cui verranno valorizzate le idee e i lavori. Le opere saranno esposte all’interno della Sala delle Colonne di Cittadellarte il 23 giugno, in occasione di Arte al Centro.

Strumenti e dispositivi
I partecipanti, durante il laboratorio, utilizzeranno soprattutto utensili di falegnameria semplici e non pericolosi, come martelli e trapani. I tutor, comunque, saranno a disposizione per supportare i ragazzi qualora necessitassero di operazioni più “complesse”. Nel caso gli iscritti abbiano competenze pregresse nell’ambito della falegnameria, sarà data loro l’opportunità di utilizzare macchinari più tecnici.

Il commento di Mattia Paco Rizzi
Mattia Paco Rizzi, architetto e artista che condurrà il laboratorio, racconta quali risultati spera di ottenere: “Innanzitutto mi aspetto di aiutare i ragazzi a livello umano, visto che già al primo incontro hanno manifestato voglia e bisogno di lavorare. Desidero dare a loro l’opportunità di apprendere come si costruisce un oggetto sotto più punti vista. A livello didattico – continua Mattia Paco Rizzi – insegnerò come si disegna e progetta un oggetto di design o mobili. Poi c’è anche l’aspetto artistico, per condurre quest’esperienza non soltanto dal punto di vista tecnico-accademico. Il progetto, infatti, è ibrido perché ha dei propositi finali molto pragmatici, ma passa attraverso un filo rosso legato all’arte”. Paco Rizzi prosegue spiegando cosa contraddistingue il laboratorio da altre iniziative simili: “I ragazzi scopriranno non solo come si realizza un oggetto, ma anche come come si concepisce. Sta qui la differenza tra l’eventuale corso di un falegname e il nostro laboratorio, dove diamo una chiave di lettura trasversale”.