Terre Abban-Donate, la tecnologia al servizio dell’agricoltura
Siete proprietari di un terreno che non potete gestire e non utilizzate? Vorreste coltivare ma non possedete un campo? Let Eat Bi ha lanciato una nuova piattaforma web che trova risposta a queste e molte altre esigenze.

Si possono ridurre i terreni abbandonati trasformandoli in una fonte di prodotti sani e a chilometro zero? Sì! Da oggi, nella provincia di Biella, è possibile grazie a Terre AbbanDonate, il nuovo progetto di Let Eat Bi, presentato ieri a Cittadellarte, nell’ambito di una conferenza stampa. Si tratta di una nuova piattaforma web che ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra i soggetti proprietari di terreni di cui non vogliono o non possono prendersi cura e quei cittadini che vorrebbero coltivarlo, ma non lo possiedono. Un’idea che non si limiterà a un recupero dei campi, ma che permetterà lo sviluppo di relazioni sociali che portino benefici tra attori del processo di domanda e offerta. Il progetto, quindi, farà da rete incrociando i proprietari di campi incolti (inseriti nel Catasto dei Terreni) e i richiedenti di un appezzamento (visibili nell’Anagrafe dei coltivatori). Quest’operazione, che vede la terra come bene comune, è fondata, infatti, sulla mappatura degli spazi disponibili e sulla pubblicazione di un registro di coltivatori interessati ad “adottare” attivamente un terreno.

Armona Pistoletto, presidente di Let Eat Bi, e Francesca Favaro hanno curato il progetto. Quest’ultima, che si è occupata della realizzazione del nuovo sito internet, racconta: “Ho iniziato a lavorare per la Fondazione Pistoletto con uno stage, in seguito alla laurea in Architettura e a un master in Economia e Management dei Beni Culturali.  Fin da subito mi sono occupata del progetto Let Eat Bi su proposta di Armona, impegnandomi su tematiche distanti dalla mia formazione, ma comunque in linea con i miei interessi. Tra i vari lavori che ho fatto per Let Eat Bi – spiega – quello più importante riguarda l’implementazione del catasto e dell’anagrafe solidali. Let Eat Bi portava avanti quest’iniziativa da anni, ma servendosi di una comunicazione prevalentemente cartacea e di passaparola. Così ho pensato di capitalizzare la mia passione per la grafica e il web design e metterla al servizio di questo progetto creando un sito internet ad hoc”.


(Due immagini della conferenza stampa di ieri, nella prima foto Armona Pistoletto a sinistra e Francesca Favaro)

“Ho proposto di lanciare il portale online ad Armona – continua Francesca – per rendere la comunicazione più ricca, semplificando l’incrocio tra domanda e offerta. Mi piace l’idea di coniugare la tecnologia e gli strumenti contemporanei, molto spesso legati alla generazione dei giovani, con un argomento come l’agricoltura che spesso appartiene a una generazione passata che non usa molto la tecnologia. Così abbiamo messo il progresso al servizio della terra”.

Tra gli obiettivi del progetto c’è quello di poter dare vita a orti biologici, senza utilizzare sostanze chimiche, diffondendo la cultura del cibo sano, locale e a km 0. A lungo termine il progetto delle Terre AbbanDonate, dopo averlo testato nel biellese, potrà essere esportato in altre parti d’Italia. Anche se sono stati fatti altri esperimenti simili, questa iniziativa ha caratteristiche specifiche uniche per varie motivazioni: consente a privati cittadini di prendere in affidamento terreni; la gestione dei campi è gratuita; mette in contatto diretto i due attori dello scambio che possono scegliere autonomamente le modalità di affidamento del pezzo di terra.

Quale impatto potrà avere quindi il progetto? “Innanzitutto ci auguriamo – risponde Francesca – che si riducano gli spazi abbandonati e il degrado che ne deriva. In secondo luogo sarà importante anche da un punto di vista sociale, infatti l’idea è di favorire un instaurarsi di legami tra le persone che prendono parte all’iniziativa, con un dialogo intergenerazionale e tra culture. L’intenzione è quella di sviluppare delle buone pratiche di sharing economy, portando una maggior fiducia tra le persone che comprendono il valore dello scambio e della condivisione”.

(Francesca Favaro)

Ci sono anche altri sviluppi futuri all’orizzonte, progetti legati al recupero degli immobili produttivi e alla costituzione delle associazioni fondiarie: “Potremmo mettere insieme i proprietari di terreni molto parcellizzati e frammentati – afferma la ragazza – che risultano difficili da coltivare, accorpandoli per costituire un appezzamento più facile da gestire”.

Terre Abbandonate vorrebbe anche porsi come strumento di welfare generativo per mettere a disposizione di cooperative o soggetti in difficoltà i terreni incolti disponibili. L’intenzione di Armona Pistoletto e Francesca Favaro è, inoltre, quella di fornire ai fruitori del servizio gli strumenti per coltivare, con tanto di consulenze specifiche da parte degli agronomi legati a Let Eat Bi.

Francesca Favaro conclude con un messaggio: “Ringrazio Lauretana che ha sponsorizzato e appoggiato il progetto. È molto significativo, inoltre, che i nostri primi partner (Piemonte che Cambia, Delegazione Fai Biella, Slow Food Biella e WWF Oasi e Aree Protette Piemontesi) abbiano dimostrato grande disponibilità e interesse ancor prima che lanciassimo il sito”.
Un chiaro segno che denota come Terre AbbanDonate risponda a un’esigenza sentita e diffusa sul territorio. Let Eat Bi ha lanciato un’azione concreta per realizzare il Terzo Paradiso nel biellese, pronta ad espandersi sempre più.