“Le stanze della moda sostenibile” – Debatelier e Macroteria
Giada Daolio, co-fondatrice di Debatelier, ha presentato il materiale innovativo Macroteria attraverso il quale la startup ricerca un design etico e artigianale che mira a contribuire positivamente al cambiamento sociale e ambientale grazie ai canali della moda e del design. Debatelier, che vinse il premio del pubblico al concorso ONU per startup innovative “UNECE Ideas4Change 2017", con Macroteria ha sviluppato una valida alternativa alla pelle di origine animale.

Un materiale 100% organico e biodegradabile che si auto-genera nell’arco minimo di un mese, grazie all’azione di particolari batteri in soluzione prevalentemente composta di acqua e zucchero: questo è Macroteria, realizzato nel contesto della ricerca empirica condotta dalla startup Debatelier. Lo spessore del materiale ne influenza le principali proprietà meccaniche e ottiche; Macroteria, così, costituisce una valida alternativa alla pelle di origine animale per quanto riguarda le potenziali applicazioni nel settore moda, arte, artigianato e design, con un’auspicabile impatto sull’implementazione di packaging biodegradabile come fine ultimo di un progetto che ricerca e promuove un design etico e artigianale per un cambiamento sociale e ambientale positivo.

Giada Daolio, fondatrice del progetto insieme a Matteo Bartoli, ha partecipato alla mostra evento “Le stanze della moda sostenibile” a Cittadellarte ed è intervenuta alla tavola rotonda dell’appuntamento per spiegare le peculiarità della loro ricerca. La Fondazione Pistoletto non è una novità per i due: grazie all’incoraggiamento della responsabile dell’ufficio moda di Cittadellarte Olga Pirazzi, Debatelier partecipò e vinse il premio del pubblico al concorso ONU per startup innovative “UNECE Ideas4Change 2017” (come scritto in un nostro precedente articolo). “Debatelier è un progetto innovativo – ha affermato Giada Daiolo durante la tavola rotonda – su cui abbiamo lavorato da due anni in modo indipendente e prevalentemente empirico. Si tratta di una startup basata sullo sviluppo di un materiale che prende il nome di Macroteria. Quest’ultimo è di origine micro-biotica e ha caratteristiche che lo rendono comparabile alla pelle vegetale di origine animale. Nello specifico, è una eco-pelle non sintetica, che può essere coltivata a basso contenimento e a costi ridotti.

Negli ultimi anni – prosegue – ci sono stati molti contributi nell’ambito dei materiali innovativi, ma Macroteria è diverso dagli altri in quanto gli elementi costitutivi sono reperibili ovunque nel mondo a prezzi contenuti, oltre a mantenere costi di produzione e coltivazione relativamente bassi. Il motivo? Non implicano l’utilizzo di energia o sistemi di controllo meccanizzati sofisticati. Essendo Macroteria una valida alternativa alla pelle animale, il suo inserimento nel mercato potrebbe auspicabilmente contribuire ad attenuare parte delle conseguenze negative che derivano dall’impatto delle pratiche di allevamento intensivo, sia a livello ambientale sia per i risvolti dannosi legati al consumo eccessivo di carne. Per quanto concerne la mostra evento – conclude – siamo fieri di aver partecipato: il contributo sul piano di innovazione materiale e sociale che i progetti messi in luce hanno dato è stato energizzante e positivo e ci spinge a impegnarci a fondo per promuoverà la sostenibilità anche e soprattutto nella moda e nel design”.