L’integrazione al Tavolo del Mediterraneo
Venerdì 29 giugno a Cittadellarte si è tenuto World Cafe', un incontro dedicato a temi attuali quali migrazione, diritti umani e comunità. "La giustizia - ha affermato ai nostri microfoni Daniele Albanese, responsabile area internazionale e immigrazione di Caritas Biella - deve essere alla base dei rapporti tra popoli perché chi semina povertà raccoglie profughi".

Dalla Giornata del Rifiugiato al World Cafe‘: iniziative differenti nel nome, ma parallele nel palcoscenico e negli obiettivi, con l’integrazione come filo rosso. La location scelta per ospitare l’ultimo incontro di venerdì 29 giugno è stata ancora una volta Cittadellarte, segnando così una continuità con gli appuntamenti organizzati negli spazi della Fondazione Pistoletto durante le passate edizioni della Giornata Mondiale del Rifugiato. Per quanto concerne le finalità, l’evento ha avuto lo scopo di mettere in luce le criticità sociali relative al fenomeno migratorio italiano e globale, cercando, allo stesso tempo, di porre le basi per interventi pratici di utilità sociale. Un progetto complesso, che, però, ha preso forma grazie a relatori d’eccezione provenienti da tutto il mondo (è possibile visionare i video-interventi in un nostro precedente articolo).

Si è così generato un confronto plurale tra i partecipanti, che hanno condiviso esperienze personali e buone pratiche per ovviare alle problematiche che il fenomeno migratorio porta con sé. Alcune domande sono state al centro del dibattito: “Come promuovere l’accesso alla casa? Come favorire politiche d’integrazione sul lavoro? Quali percorsi di formazione professionale sono adeguati? Come ripensare l’accoglienza sui territori per favorire una serena convivenza? In quali modalità comunicare le esperienze positive?”
A partire da queste riflessioni i relatori e tutti gli invitati hanno cooperato, attorno a tavoli di lavoro, cercando possibili strumenti e azioni per generare integrazione, costruire comunità e valorizzare i diritti umani.

Relazioni e tavoli di lavoro
La giornata si è divisa in due macro-fasi: nella prima parte si sono tenute le relazione degli ospiti (i dettagli di tutti gli interventi in un nostro precedente articolo), nella seconda i tavoli di lavoro. Tutta la parte iniziale della giornata si è svolta intorno al Tavolo del Mediterraneo di Michelangelo Pistoletto, che, come anticipa il nome dell’opera, è un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dai diversi paesi che si affacciano sull’omonimo mare. Armona Pistoletto, presidente dell’associazione Let Eat Bi, è intervenuta durante l’apertura dell’iniziativa soffermandosi proprio sull’opera: “Questo tavolo, spesso in viaggio in tutto il mondo, ha la funzione di creare dialogo e incontro tra diverse culture. Con il World Cafe’ assume i significati per cui è stato concepito”. La tavola rotonda è stata promossa da Caritas diocesana Biella, Consorzio Communitas, Progetti SPRAR del biellese in collaborazione con Consorzio IRIS e CISSABO, Comuni di Biella, Trivero, Mosso, Vallemosso e Valle Elvo, Cooperativa Maria Cecilia, Cooperativa Tantintenti, Consorzio Il Filo da Tessere, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (nell’ambito del progetto Europeo SHARE Integration).



Il commento ai nostri microfoni di Daniele Albanese

Uno dei protagonisti dell’organizzazione dell’evento è stato Daniele Albanese, responsabile area internazionale e immigrazione di Caritas Biella: “La giornata – ha spiegato ai nostri microfoni – ha visto un’ottima partecipazione da parte del territorio biellese, delle amministrazioni e dei volontari impegnati nell’accoglienza. Alcuni concetti fondamentali sono stati condivisi e mi sento di ribadire alcuni punti fondamentali: la giustizia deve essere alla base dei rapporti tra popoli e persone perché chi semina povertà raccoglie profughi; l’integrazione è possibile quando c’è la volontà dell’incontro (lo scontro può diventare incontro se riconosciamo nello straniero un fratello e non un invasore); le vie legali e sicure di ingresso sono il modo migliore per evitare le morti in mare, combattere le mafie e gestire in maniera sostenibile il fenomeno delle migrazioni contemporanee”.

L’intervento di Paolo Naldini al termine dei tavoli di lavoro
“I tavoli di lavoro – ha affermato nelle fasi conclusive della giornata Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – sono una modalità di organizzarsi nello spazio che risponde alla necessità di guardarsi. Questi tavoli non evocano solo il mito di Re Artù, ma ricordano la forma del nostro pianeta, dove non ci sono frontiere o confini. Quindi, istintivamente, usare questi tavoli non risulta solo funzionale all’incontro in essere, ma rappresenta qualcosa di più profondo; sembrano quasi dei pozzi, da dove è possibile tirare su qualcosa. Cosa hanno tirato fuori i partecipanti? Quello che hanno scritto e annotato era in fondo al pozzo e dentro a ognuno di loro. Il tutto è emerso anche perché la loro interazione è stata organizzata con la metodologia dei tavoli di lavoro. I presenti hanno così reso visibile il lavoro che avevano in programma di mettere in luce durante l’iniziativa e così, a mio avviso, hanno performato. Questa, infatti, è una performance, non fine a se stessa, ma nel vero senso di ‘performare’, ovvero rendere reale. Forma e contenuto, nei tavoli di lavori, si sono incontrati. Sono emozionato perché ritrovo gran parte della nostra esperienza, come Cittadellarte, in quello che tutti i partecipanti hanno fatto in occasione di questa iniziativa”.