Paolo Naldini intervistato da Eco di Biella: “Investire in cultura è un risparmio”
La giornalista Giovanna Boglietti ha intervistato il direttore di Cittadellarte dopo l’uscita del report sull’Osservatorio Culturale del Piemonte. Paolo Naldini, nel dialogo con la cronista, ha spiegato quanto sia importante fare di più per il terzo settore. Vi proponiamo l'articolo uscito giovedì 16 luglio.
Articolo di Giovanna Boglietti uscito su ‘Eco di Biella’ il 16 giugno 2020

Il mondo della cultura, il Covid-19 e una debolezza strutturale che, per la tutela del settore, chiede di venire sanata. Nel mezzo, il report dell’Osservatorio Culturale del Piemonte sul 2019, il pre-pandemia, che racconta di un anno ‘nella norma’ con una leggera crescita di pubblico nei musei e nei cinema. E un Biellese, in tutto questo, che è sceso dai numeri in crescita del 2018 al livello del 2017, con circa 82mila visitatori.

Il mondo della cultura è ripartito dopo il lockdown, tra mille difficoltà. Il ‘buco’ dovuto allo stop per Covid-19 non è presente nei dati, ma già si sente. Come leggere il momento, per affrontarlo? ‘Eco di Biella’ lo ha chiesto al direttore della realtà che, secondo i citati dati dell’Osservatorio, è il ‘traino’ del Biellese, Paolo Naldini di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto.

Museo sì, ma in chiave contemporanea.
Maggior favore di pubblico alla Fondazione Pistoletto: si parla di quasi 40mila accessi nel 2019, contro i quasi 42mila del 2018 e i 39mila del 2017. Sono inclusi gli ingressi ad eventi, corsi di formazione e mostre organizzate da Cittadellarte. Più proposte che, spiega Paolo Naldini, ne fanno il vantaggio: “Un discorso importante da affrontare è la funzione del museo e del centro culturale oggi: non si può più immaginare che il museo sia semplicemente un luogo di esposizione di manufatti, è invece sempre di più un centro di comunità, un luogo di vita per il territorio e le diverse organizzazioni e imprese, del mondo della cura e della scuola, di un territorio. Questi settori del tessuto sociale trovano nel museo contemporaneo come Cittadellarte un riferimento, un partner, quindi non si viene più a Cittadellarte per visitare la mostra, ma per vivere questi spazi come luoghi di formazione, spettacolo e intrattenimento, lavoro”.

Cultura come società
Insomma, un peso diverso da attribuire alla cultura: “Questo terzo settore, la cultura, che sembra stare al margine congiunge realtà esistenti. Le comunità hanno riconosciuto alla cultura una funzione di aggregazione sociale e, soprattutto, che la cultura è uno spazio sempre aperto, come la sede del Terzo Paradiso, e parte di un quotidiano concreto”.
Se questo è evidente al pubblico, vale per le istituzioni? Risponde Paolo Naldini: “Si deve fare di più, per un motivo economico e per un motivo politico. Sotto il profilo economico, per una ragione semplice: ogni taglio alla cultura si ripercuote in malessere sociale che deve essere poi curato con fondi pubblici. Consumare cultura fa risparmiare quattrini, purtroppo questo non è evidente, ci vogliono anni, ma gli amministratori coraggiosi si possono fare forti di questa consapevolezza. Non solo: l’aumento dell’investimento in cultura si dovrebbe proprio quando c’è la crisi, che di per sé porta difficoltà. Ciò significa che la cultura permette di prevenire e curare i mali sociali, lo dicono ricerche scientifiche. In Finlandia, ad esempio, il sistema sanitario prescrive ai cittadini, che si rivolgono al medico di famiglia, ‘consumi culturali’ (andare a teatro, concerti, mostre) e risparmia, nell’arco di alcuni anni, cifre esorbitanti”.
E il Biellese è connesso? “Sono davvero riconoscente. Non c’è soggetto che non guardi con desiderio di connessione a Cittadellarte. Biella è stata ed è tuttora una palestra di educazione civica, attraverso l’arte, che ha pochi altri esempi al mondo. Una piccola città che accoglie la ricerca e gli artisti impegnati nel sociale con grande partecipazione. Io dico: convertiamo Biella in una città universitaria, aperta agli studenti”.
Attenzione ai segnali di una possibile ricaduta di contagi, il settore non può più fermarsi. E poi? “Si deve tornare a un regime di prosperità sostenibile. Questo è il sogno di tutti noi. Questa è la società che soffrirà molto meno, se lo affronta oggi”.