L’arte come strumento per il cambiamento sociale nell’ultimo modulo di UNIDEE
La scorsa settimana si è tenuto "Broadcasting the archive #10", modulo dell'Università delle idee curato da Gemma Medina Estupiñan e Alessandra Saviotti. Durante l'iniziativa, che ha visto la partecipazione di sei residenti internazionali, sono stati analizzati alcuni casi studio dell'archivio dell'Asociacion de Arte Útil (una sorta di database di quasi 300 progetti dove l'arte è artefice di un cambiamento sociale responsabile) e i progetti sviluppati da Cittadellarte sul tema del nutrimento.

A Cittadellarte nuovi strumenti ed esempi per cambiare il mondo attraverso l’arte: dal 3 al 7 dicembre è andato in scena l’ultimo modulo di UNIDEE, che ha avuto come finalità quella di riattivare e mediare l’archivio di Arte Útil – accessibile gratuitamente su www.arte-util.org – all’interno e al di fuori del contesto museale. Il progetto, curato dall’Asociacion de Arte Útil, raccoglie quasi 300 casi studio internazionali in cui, con l’arte, è stato possibile innestare e promuovere un cambiamento sociale responsabile. La realtà in questione, presentata e attivata dai propri membri attraverso numerosi workshop, mostre e seminari in tutto il mondo, opera per divenire fonte di ispirazione non solo per un pubblico specializzato in arte contemporanea, ma anche per un target non esperto dell’ambito. Risulta intuibile, così, il titolo scelto per il modulo svoltosi negli spazi della Fondazione Pistoletto, ovvero ‘Broadcasting the archive #10’: durante il workshop specificamente studiato per UNIDEE, come si legge nell’outline del modulo, sono stati analizzati alcuni casi studio in relazione ai criteri di Arte Útil e sono state sperimentate diverse metodologie legate all’idea di come si possa ‘imparare facendo’ attraverso esercizi fisici nello spazio. Arte Útil*, traducibile approssimativamente dallo spagnolo come ‘arte utile’, propone infatti di considerare l’arte come uno strumento o un dispositivo da utilizzare nella ricerca di soluzioni sostenibili per il cambiamento sociale.


Le due mentori. A sinistra nelle foto Alessandra Saviotti, a destra Gemma Medina Estupiñan

‘Broadcasting the archive #10’, nello specifico, è stato curato da Gemma Medina Estupiñan e Alessandra Saviotti e ha visto la partecipazione di sei giovani residenti, con un’età compresa tra i 22 e i 27 anni: due italiane, una russa, un’egiziana (residente a Toronto), una portoghese e una messicana (entrambe residenti in Francia). Si tratta di Maria Giovanna Sodero ed Eleonora Mattozzi (entrambe grazie alla partnership con l’Accademia di Belle Arti di Roma), Lidia Zhudro, Farah Michel, Esthela Meza e Maria Norte Fonseca (entrambe hanno partecipato grazie alla partnership con École supérieure d’art et design – ESAD, Grenoble). Ai nostri microfoni sono intervenute le mentori, che hanno illustrato le peculiarità del modulo: “Abbiamo incentrato la settimana – ha esordito Alessandra Salivottisull’idea di utilizzo dell’arte come strumento per il cambiamento sociale. Ci siamo riferiti ad Arte Útil per definire l’arte come un dispositivo, non inteso come qualcosa di utile e utilizzabile, ma in grado di provocare un cambiamento. Affinché avvenga questo processo, è necessario imparare tramite la pratica, non limitandosi alla teoria: il nostro intervento da mentori, quindi, non è stato solo propositivo, ma effettivo in un particolare processo pedagogico; una metodologia che passa da un insegnamento orizzontale”.

Gemma Medina Estupiñan ha proseguito svelando la storia della nascita dell’archivio: “Alessandra e io siamo partite elaborando una raccolta di casi studio, dal 19esimo secolo ai giorni nostri, che hanno come filo rosso l’arte ‘utile’. Questo archivio online è nato in occasione della mostra ‘Il museo di arte utile’, proposta da Tania Bruguera e tenutasi al Van Abbemuseum di Eindhoven tra il 2013 e il 2014. Dopo l’esposizione, abbiamo constatato che l’archivio sarebbe potuto diventare di ispirazione anche per un pubblico esterno, che non fosse direttamente coinvolto nel museo o con l’arte. Così è nata l’idea e ci siamo chieste: è possibile ‘uscire’ dal museo e utilizzare l’archivio per insegnare la pratica di Arte Útil?

 

La risposta si è rivelata affermativa: l’archivio è attivo e in continua evoluzione dal 2015. La selezione dei progetti che entrano a farne parte avviene con una open call aperta tutto l’anno: chiunque può spedire attraverso il sito progetti, che vengono opzionati in base ai criteri di Arte Útil, mentre la scelta dell’inserimento viene effettuata sempre da gruppi diversi. “Essendo l’Asociacion de Arte Útil una realtà informale – argomentano le curatrici – senza uno status definito, la selezione dei progetti avviene in modo collettivo attraverso il nostro network. Ad esempio, durante le giornate a Biella, abbiamo analizzato alcune realtà e progetti già sviluppati da Cittadellarte sul tema del cibo, come Let Eat Bi, Let Eat Grow e Terre AbbanDonate. Così, insieme alle studentesse del modulo, ci siamo confrontati per studiare in che modo queste iniziative possono essere incluse nell’archivio”. Per arricchire l’esperienza formativa delle residenti in relazione al tema del nutrimento, sono intervenute Armona Pistoletto (presidente di Let Eat Bi) e l’artista Kathrin Böhm (una delle responsabili del progetto Company Drinks) per illustrare le peculiarità delle loro realtà di riferimento.

Alessandra Saviotti continua mettendo in luce  la contaminazione artistica che la Fondazione Pistoletto ha trasmesso alle residenti: “Avere a che fare con un’istituzione che già opera su queste pratiche è stato più facile, è un terreno comune. Con Cittadellarte, inoltre, avevamo già collaborato da ‘lontano’: quando abbiamo fatto la prima richiesta di fondi per l’archivio, Visible è stato un nostro partner. Io stessa faccio parte di questo progetto, come consulente curatoriale internazionale per il Visible Award 2019, e quindi, per me, è come essere a ‘casa’. Anche Gemma è già stata a stretto contatto con la Fondazione  Pistoletto, in quanto ha partecipato come residente al modulo curato da Aria Spinelli. Quest’esperienza – conclude Alessandra – si è rivelata ricca di stimoli. Abbiamo notato un grande interesse da parte delle partecipanti e, con ogni probabilità, ha inciso positivamente la nostra applicazione di una pratica pedagogica più orizzontale*”.


*1- La nozione di ciò che costituisce Arte Útil è stata sviluppata attraverso una serie di criteri formulati da Tania Bruguera in collaborazione con curatori e ricercatori di Van Abbemuseum (Eindhoven), Queens Museum (New York) e Grizedale Arts (Coniston, Regno Unito).
*2- Nel quarto giorno di modulo, le mentori hanno suggerito alle residenti di ideare il programma della giornata.