Architettura sostenibile, a Cittadellarte un coworking 2.0
"Diventeremo lo studio di progettazione più grande di Biella, dove si potranno stringere legami professionali e personali". Emanuele Bottigella, responsabile ufficio architettura della Fondazione Pistoletto, illustra il nuovo coworking.

Coworking, un modus operandi che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro mantenendo un’attività indipendente. A Cittadellarte sta per partire un’evoluzione di questa forma, una sorta di coworking 2.0 che sarà interamente dedicato all’architettura e a tutti i suoi aspetti. Oltre alla specificità dell’ambito, la particolarità sta anche nella mission, che mira non solo a far lavorare i professionisti in uno spazio comune, ma anche alla condivisione delle menti e delle idee di chi usufruirà del servizio. Le figure portanti che l’hanno progettato sono Emanuele Bottigella, responsabile ufficio architettura, e Armona Pistoletto, responsabile di Let Eat Bi. Bottigella sarà referente di questo spazio e racconterà la novità in questa intervista.

Di cosa si occupa a Cittadellarte?
Il mio ruolo, ormai da molti anni, è quello di responsabile ufficio architettura. Presto sarò anche referente del nuovo spazio, il coworking di architettura sostenibile Nova Civitas Nuovi Organismi di Vita Abitativa, progetto del 2008 della Fondazione Pistoletto. Lo spazio è già allestito, ospiterà architetti, ingegneri, geologi e chiunque si occupi di architettura sostenibile o abbia voglia di condividere uno spazio. Potranno svilupparsi esperienze di lavoro unite per far nascere nuove collaborazioni. Non è variegato e aperto a tutte le figure professionali come l’altro coworking di Cittadellarte, ma è più ristretto perché l’ambito è quello della città sostenibile.

A quali operazioni sta lavorando attualmente?
Come fatto finora, nei prossimi tempi mi occuperò di gestire gli aspetti architettonici, di allestimento, di nuove acquisizioni, di ristrutturazione o restauro degli spazi della Fondazione Pistoletto.
Nelle due macroaree di Cittadellarte di via Serralunga e via Cernaia ci sono delle zone che necessitano di interventi. Presto partiremo con una importante ristrutturazione al Palazzo Residenziale e all’area circostante, un borgo che va rinnovato. Interverremo utilizzando materiali sostenibili e soprattutto con sistemi tecnologici. Questo ci permetterà di essere il più possibile autonomi dall’approvvigionamento elettrico e dal gas metano, con il supporto di consulenti specifici. Mi occupo, inoltre, della progettazione e della realizzazione delle aree universitarie, di altri appartamenti e degli spazi espositivi in via Cernaia. Sono impegnato sia sugli allestimenti sia sulle ristrutturazioni.

Che valore può avere questo speciale coworking?
Un valore alto, perché in uno spazio come questo, che è stato ristrutturato tra il 2009 e il 2010,  sono stati utilizzati materiali naturali con basso contenuto tecnologico. Dopo una serie di studi, ci siamo resi conto che, attraverso determinati materiali, si può evitare l’utilizzo di apparecchiature elettriche. Questi spazi, che già sono studiati in maniera sostenibile, richiedono un’attività che rispecchi il contenitore. Il valore aggiunto è che i professionisti fruitori del servizio porteranno avanti le loro singole esperienze, ma potranno lavorare insieme sia per cantieri nuovi sia, nel caso vi sia necessità di un pool di esperti, per gli spazi di Cittadellarte. Anche se non viene “promesso”, si potranno creare opportunità di collaborazione con la Fondazione.

Cosa può portare la condivisione di esperienze sotto un tetto comune?
Collaborare nello stesso spazio porterà facilità di rapporti e di comunicazione. Questo coworking si configurerà come lo studio di progettazione più grande di Biella, senza essere solamente l’unione di tante teste. Non ci sarà, infatti, l’obbligo di collaborare insieme, ma si potranno stringere legami, anche professionali.

Quali saranno i servizi a disposizione dell’utenza?
A livello pratico ci saranno delle postazioni, con tavolo, sedie, armadi, divisori, mensole, una parte con stampante, fotocopiatrice e plotter. Si potranno utilizzare anche aree comuni su prenotazione, due sale riunioni e l’angolo cucina, dove si può preparare un pasto o prendere un caffè. Sono presenti anche aree destinate alla lettura di riviste, approfondimenti e zone dove rilassarsi. Senza dimenticare l’importanza di Cittadellarte negli spazi attigui, dove si potrà partecipare a convegni e seminari.

Qual è il suo parere personale in merito all’apertura del coworking d’architettura?
Si tratta di un progetto cui credo e tengo. Fin da subito Armona e io abbiamo condiviso scelte e strategie. Per me è importante perché è uno spazio che parla da sé, ha una forte valenza architettonica ed è una ristrutturazione già sostenibile. Dovremo far sì che sia un progetto inclusivo, per arrivare ad ottenere un rapporto che vada oltre quello della condivisione di uno spazio.

Quali sono le iniziative più significative sulle quali ha lavorato nel contesto della Fondazione?
Sicuramente la Ristrutturazione degli spazi dell’ex Lanificio Trombetta in via Cernaia, quello che oggi è la sede permanente del Terzo Paradiso. Molto importante anche la realizzazione delle aule universitarie in Sala delle Colonne, progetto architettonico con valenza allestitiva. Ho anche iniziato con entusiasmo e impegno la ristrutturazione del Palazzo Residenziale.

Cosa le piace del suo impiego?
Mi piace essere un libero professionista, sono un architetto che può spaziare su più ambiti con un rapporto di disponibilità, fiducia e stima reciproca con la Fondazione. Riesco sempre a interagire con i vari uffici di Cittadellarte, ma allo stesso tempo cerco di essere sempre disponibile.

Quali sono gli ingredienti fondamentali per far sì che il suo impiego funzioni?
Concentrazione e verifica continua. Non devono mancare anche quando affido un lavoro a un artigiano esterno, infatti è fondamentale che io verifichi sempre, perché il risultato è di mia responsabilità. Cittadellarte, invece, mi dà continue occasioni di collaborazione, un ambiente stimolante e persone con le quali confrontarmi. La sinergia non manca mai.


Nelle foto: lo spazio dedicato al coworking prima e dopo l’allestimento.