Arte dell’equilibrio #3 | Eija Tarkiainen, in cosa crederai?
L'ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso è la terza ospite della nuova iniziativa lanciata da Cittadellarte - un progetto di rinascita e trasformazione sociale responsabile - intitolata “Arte dell’equilibrio / Pandemopraxia”. Eija, rispondendo alla domanda "in cosa crederai?", propone un racconto intimo e profondo e, in un gioco di specchi personale, mette in luce i parallelismi tra la vita e il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.

In cosa crederai?
Appena conosciuto il simbolo potente del Terzo Paradiso, l’ho visualizzato in posizione verticale sovrapposto alla figura umana: l’artificio come la mente razionale frutto delle esperienze, delle conoscenze e della cultura; la natura come la nostra natura essenziale, interiore, con il suo sapere intuitivo e la capacità di attingere dalle dimensioni misteriose della vita. E poi il loro l’incontro, attraverso il sentire profondo, amore ed eros nella loro accezione più vasta e pura. In breve, un Terzo Paradiso interiore individuale.

Come finlandese che ha trovato calda ospitalità in Italia, amo descrivere il simbolo come l’unione tra l’artico e il mondo mediterraneo: da una parte la ‘saggezza silente’ del mondo artico, profondamente connessa con la natura dentro e fuori di noi (con la dimensione del mistero invisibile), e dall’altra parte il sapere, la cultura elevata e l’arte dell’Italia. Ecco quindi la natura e l’artificio.
Tutto questo è pratico e per me applicabile in ogni attività umana, che si tratti di lavoro o di vita privata individuale.

Quando ero in attesa di mio figlio, i medici hanno affermato con assoluta certezza che la creatura sarebbe morta subito dopo la nascita oppure sarebbe vissuta in uno stato vegetativo attraverso macchinari.
Ho ascoltato la vita in me, la vita in lui e ho lasciato che accadesse ciò che la vita ha pianificato. Nonostante i dettami della scienza mi sono affidata al mistero, al mio desiderio di rispettare la volontà della vita nella fiducia che ciò che accade sarà giusto per la mia e la sua evoluzione.
La creatura nasce. Viene operata di urgenza e fa un mese di terapia intensiva. Ma oggi vivo con un ragazzo di 17 anni sano, intelligente e sensibile.
La fiducia e l’ascolto della natura unitamente alla scienza medica hanno permesso di non interrompere la generazione di nuova vita.

Con l’ascolto della propria intuizione e il sentire – unitamente alle informazioni elaborate dal proprio raziocinio – è possibile attuare ogni scelta della vita per essere fedeli alla propria essenza; al contempo, si può rispettare la società, le sue regole e dinamiche.

La stessa dinamica è possibile metterla in pratica in ogni progetto che unisce diverse personalità e visioni, ma anche – auspicabilmente – diverse discipline, che si tratti di salute, formazione, economia o politica.
Affinché possa realizzarsi il ‘noi’ auspicato dal simbolo trinamico, occorre creare il Terzo Paradiso prima interiormente, cosicché possa essere capace di costruire ponti e tessere intrecci tra realtà che solo alla nostra razionalità appaiono opposti.

Educare la mente senza educare il cuore significa non educare affatto”, disse Aristotele.
Il progresso inteso come massimizzazione del benessere economico ha dimostrato il proprio limite: oltre ad esaurire le risorse del pianeta creando anche scompensi alla società, sta esaurendo la vitalità dell’individuo. La vita è stata ridotta in parametri della crescita economica. Esistiamo solo per questo o possiamo elevare il significato della vita del singolo? Se mio figlio non fosse stato capace di diventare un individuo capace di produrre il massimo profitto non avrebbe avuto senso il suo respirare?

Domani, anzi oggi, con più forza ancora, intendo ampliare la mia visione su ciò che davvero vale la gioia di essere perseguito, dimenticando un attimo gli strumenti e per rivedere gli obiettivi.
Che tipo di individuo devo diventare per creare comunità e società che possono risolvere le sfide che minacciano oggi la vita e il senso della vita stessa?
Che tipo di contenuti del quotidiano e del lavoro mi servono per sentirmi partecipe, appagata e responsabile?

La supremazia del sapere razionale e la scienza dogmatica hanno portato a una visione riduzionista del mondo e hanno staccato le ‘cose’ dal loro contesto.
Per ampliare gli obiettivi e trovare motivazioni per direzionare le azioni verso una meta che sia di un valore più elevato occorre riattivare ed evocare quelle dimensioni che ci rendono umani: intuizione, esperienza, creatività e sensazioni corporee che costituiscono una fonte del nostro sapere, e integrarle con il sapere razionale e cognitivo.

La creatività si oppone al consumo e richiede il corpo connesso e i sensi accesi (e l’accettazione dell’incertezza che è propria della vita). Durante la sosta obbligata so che ciò che realmente riempie la mia vita di senso e gioia è gratuito e al contempo benefico per gli altri e per il pianeta.

Gli opposti si possono avvincere senza perdenti:

La biodiversità contamina l’umanità.
Scuola: tuteliamo la biodiversità dei nostri semi.
Cultura: vietata la manipolazione dei geni.
Salviamo la salute, la scienza rianimata dalle tradizioni.
Il locale oltrepassa i confini.
La scienza seguace della natura.
La ricerca sedotta dall’esperienza.
Lo studio si fa serio a cuori battenti.
La governance si abbandona ad arte.


Per tutti i dettagli sull’iniziativa Arte dell’equilibrio / Pandemopraxia cliccare qui.
Crediti immagini: Eija Tarkiainen.
Eija Tarkiainen è autrice del saggio Libera la tua natura selvaggia (ed. Unoeditori).
Sito ufficiale di Eija: www.eijatarkiainen.com.