Arte dell’equilibrio #56 | Raffaele Quattrone, come sorriderai?
L'ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso è il 56esimo partecipante dell'iniziativa "Arte dell'equilibrio/Pandemopraxia" lanciata da Cittadellarte. Raffaele Quattrone rivela l'impatto devastante che la pandemia ha avuto nella sua vita privata e professionale, ma riflette su come poter ripartire: "Ho pensato molto a me, a quello che ero, che sono, a quello che volevo essere e che vorrei essere. Mi sono chiesto: domani quando tutto sarà finito, come sorriderò, come sorrideremo? Come dice Fabrizio Caramagna, il sorriso permette all’anima di respirare. E allora perché non ricominciare con un sorriso?". L'ospite di questo episodio conclude specificando come per una rinascita sociale, sanitaria ed economia sia necessario che tutti agiscano responsabilmente, senza aspettare passivamente l'operato di chi ci rappresenta in politica.

Come sorriderai?
Come molti, probabilmente tutti noi, anche io ricorderò in particolar modo questo 2020 e la condizione, inaspettata, che ci ha visto e ci vede tuttora coinvolti. Abituato ad essere spesso in viaggio, per motivi personali e lavorativi, e ad incontrare sempre molte persone, mi sono ritrovato confinato nella mia casa di Bologna, solo e senza poter raggiungere la mia famiglia ed i miei affetti. Ci sono stati momenti difficili: molti miei amici si sono ammalati, una mia zia alla quale ero molto legato è deceduta e non sono nemmeno potuto andare al funerale, tutti i miei progetti si sono bloccati ed ancora non so se e quando ripartiranno. Una situazione difficile come quella che hanno vissuto tanti. Ho sempre cercato di trovare il lato positivo in tutta questa situazione, di mantenere per quanto possibile un controllo, un equilibrio. Mi son ritenuto fortunato: stavo bene, avevo una casa, un telefono, un computer, una televisione, dei libri…

Ho pensato molto a me, a quello che ero, che sono, a quello che volevo essere e che vorrei essere. Mi sono chiesto: domani quando tutto sarà finito, come sorriderò, come sorrideremo? Come dice Fabrizio Caramagna, il sorriso permette all’anima di respirare. E allora perché non ricominciare con un sorriso?
E così sono ripartito: ho avuto più tempo per pensare a quei progetti lasciati nel cassetto tirandoli finalmente fuori, per chiamare le persone che non sentivo da tempo e dedicare loro un po’ di tempo e attenzioni, per chiedermi se potevo fare qualcosa per chi era in quel momento meno fortunato di me domandando come potevo rendermi utile. I momenti difficili, le ‘crisi’ capitano a tutti noi durante la vita, la cosa diversa adesso è che tutti vivevamo/viviamo la stessa ‘crisi’ e questo può e deve essere un elemento unificante per tutti noi. In un momento come questo non dovrebbero esserci divisioni, perché siamo tutti nella stessa barca e, con questa consapevolezza, dobbiamo pensare al futuro del mondo senza divisioni. Che mondo lasceremo ai nostri figli? Che insegnamento lasceremo loro? Qual è la ‘ricchezza’ che vogliamo moltiplicare?

Basta pensare che la responsabilità è soltanto di chi ci rappresenta, di chi prende le decisioni… la responsabilità è di tutti noi e l’epidemia lo dimostra molto bene: se sono malato e non sto troppo male e vado in giro come se niente fosse metto in difficoltà altre persone, le contagio, le faccio stare male e contribuisco a bloccare il paese perché con un numero elevato di contagi è possibile che si ritorni al lockdown, ad una situazione di chiusura totale. Ecco, l’epidemia dimostra in modo eclatante che siamo tutti legati, che le azioni di tutti noi sono strettamente connesse a quelle degli altri. Ecco quindi che la responsabilità non è soltanto dei nostri rappresentanti, ma è anche e soprattutto nostra, perché noi, con le nostre azioni, possiamo determinare un esito piuttosto che un altro. Allora perché non utilizzare questa situazione per mettere un punto e andare a capo, ricominciando tutti insieme a trovare un equilibrio di crescita e sviluppo?

Lavoro nell’ambito culturale, che insieme a quello dello spettacolo ha risentito maggiormente dell’epidemia, ma è anche quello che ci ha fatto più compagnia nel periodo del lockdown. È il mondo che ci fa compagnia quando siamo tristi e vogliamo stare da soli o siamo felici e vogliamo gridarlo al mondo intero. È il mondo che ci fa sognare, ci conforta, ci sprona, ci motiva: immaginiamo se per una settimana restassimo senza cultura, senza libri, senza giornali, senza film, senza spettacoli, senza mostre, senza concerti…
Io ho pensato a questo, alla possibilità di un mondo senza cultura e da lì sono ripartito, forte di quello che abbiamo fatto fino ad oggi, quello che abbiamo pensato di fare grazie al Terzo Paradiso, alla guida di Michelangelo Pistoletto, al rispetto, alla responsabilità, alla valorizzazione della diversità, a quel mondo che vogliamo realizzare e che ci fa sorridere, fa respirare la nostra anima, ci regala ogni giorno la bellezza del domani. Che tutto questo possa essere nell’agenda dei nostri politici, ma anche in quella di tutti noi. Ripartiamo dalla cultura.

Bologna, 8 Settembre 2020

 


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