Arte dell’equilibrio #80 | Celeste Righi Ricco, che aria respirerai?
La ricercatrice in agricoltura sostenibile all'Università di Milano e co-fondatrice e responsabile relazioni internazionali di "Change For Planet" e "Pensare Globalmente Agire Localmente" è l'80esima partecipante dell'iniziativa "Arte dell'equilibrio/Pandemopraxia" lanciata da Cittadellarte. Celeste Righi Ricco mette in luce quale impatto ha avuto il lockdown nella quotidianità: "Ci siamo ritrovati in casa senza poter uscire, per giorni, settimane, mesi, e l’aria è diventata il nostro desiderio più grande”. L'ospite di questa puntata si sofferma poi sull'inquinamento atmosferico: “Se riduciamo la nostra mobilità non sostenibile possiamo avere anche a breve termine un impatto positivo sull’ambiente. La pandemia ci ha insegnato ancora di più la responsabilità che rivestiamo come individui, ma soprattutto come comunità, nel limitare il cambiamento climatico”.

Che aria respirerai?

L’aria che respiriamo, soprattutto in Pianura Padana, è un’aria pesante. È ricca di elementi inquinanti che mettono a repentaglio la nostra salute e quella degli ecosistemi in cui viviamo. Durante la pandemia, seppur l’aria fosse tesa e pesante per i nostri cuori, è diventata più pulita e leggera per i nostri cieli e i nostri polmoni.

In pre-pandemia la nostra vita era così frenetica e veloce che non avevamo il tempo di fermarci, di respirare e di soffermarci sulla pesantezza dell’aria che ogni giorno inalavamo. La pandemia è stato un tasto ‘pausa’ forzato sull’irrefrenabile loop delle nostre routine. Ci siamo ritrovati in casa senza poter uscire, per giorni, settimane, mesi, e l’aria è diventata il nostro desiderio più grande. Così come uscire di casa e respirare a pieni polmoni, poter guardare il cielo azzurro e percepire un certo senso di leggerezza. L’aria, che per quelle poche ore di libertà concesse tra casa e supermercato abbiamo potuto respirare in periodo Covid, era effettivamente più ‘leggera’. Quel che di buono ha portato il lockdown è la riduzione di alcuni dei gas serra. Come riportato dal report di Prepair, progetto LIFE che monitora le emissioni atmosferiche in Pianura Padana, le concentrazioni di alcune emissioni (PM10 e NOx) sono diminuite durante il periodo di lockdown, riaumentando poi durante l’apertura. La drastica riduzione dei movimenti con trasporti privati, l’attività più limitata delle industrie e il minor utilizzo di energia hanno contribuito, seppur per un breve periodo, a migliorare la qualità dell’aria.

L’aria che adesso respiriamo è un’aria di speranza. Abbiamo potuto vedere che se riduciamo la nostra mobilità non sostenibile, se riduciamo le produzioni eccessive dettate dal consumismo, la nostra frenesia e l’utilizzo inconsapevole delle risorse, possiamo avere anche a breve termine un impatto positivo sull’ambiente.
La pandemia ci ha insegnato ancora di più la responsabilità che rivestiamo come individui, ma soprattutto come comunità, nel limitare il cambiamento climatico.
Noi possiamo fare la differenza: l’aria che respireremo domani sarà il risultato della pausa che ci prendiamo oggi. Respira.


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