Arte dell’equilibrio #85 | Carlotta Predosin, in che cosa crederai?
Carlotta Predosin, Ufficiale di Complemento dell'Arma dei Carabinieri specializzata in museologia e tutela del patrimonio culturale, è l'85esima partecipante all'iniziativa "Arte dell'equilibrio/Pandemopraxia" lanciata da Cittadellarte. L'ospite di questa puntata esordisce mettendo in luce un aspetto della pandemia, ossia l'aver "trasformato la nostra vita permettendo di riassaporare il lento scorrere dell’attesa, dedicandoci inoltre a noi stessi e alla cura di quelle piccole cose dal valore non quantificabile". Carlotta Predosin risponde poi alla domanda chiave dell'iniziativa, evidenziando un parallelismo con la sua professione: "Crederò ancor più fermamente nelle parole del mio giuramento, nei valori e nella storia dell’uniforme che resterà sempre cucita sulla mia pelle".

In che cosa crederai?
Il nostro tempo ci chiama a una nuova umanità e la nostra può nascere solo da ciò in cui crediamo.

Il nostro tempo ci ha travolto con violenza, ha stressato le nostre corde interiori, ci ha costretto a vivere sospesi in quel famoso hic et nunc che inibisce ogni programmazione e proiezione sul futuro. Questa pandemia ci ha sconvolto, ma al contempo regalato una grandissima possibilità: quella di trasformare la nostra vita, quella di riassaporare il lento scorrere dell’attesa, quella di dedicarci a noi stessi e di avere cura di quelle piccole cose dal valore non quantificabile.

Ora siamo ad una svolta: abbiamo l’opportunità, probabilmente l’ultima, di costruire il nostro Terzo Paradiso, un nostro nuovo mondo e riequilibrarci, finalmente, con la natura, con la tecnologia e con noi stessi. Ma come? Dobbiamo ‘re-imparare’ a credere.

Credere significa avere una grandissima forza interiore protesa ad indirizzare tutti i nostri sforzi verso la realizzazione del nostro essere: la nostra forza sarà la nostra autenticità, la nostra solidità sarà la nostra trasparenza. Credere ci renderà liberi e sarà d’esempio e di aiuto per gli altri.

In che cosa crederò? In tutto ciò in cui ho sempre creduto, ma in maniera ancora più decisa, a pugni stretti, con vigore e a testa alta. Crederò ancor più fermamente nelle parole del mio giuramento e nei valori e nella storia dell’uniforme che indosso e che resterà sempre cucita sulla mia pelle. Crederò in quei valori e in quella storia che insegnano che il sacrificio di alcuni ha salvato la vita di molti. Crederò che solo insieme si è più forti e che nessuno resta indietro. Crederò nella meritocrazia e nell’impegno. Crederò nella fiducia e nel coraggio. Crederò nelle emozioni di un inno e nell’abbraccio di una bandiera tricolore.

Crederò soprattutto nell’esempio che la mia uniforme potrà consegnare alle nuove generazioni, fatto di persone per bene, che non si mostrano, che non si lamentano e che lottano ogni giorno per garantire la libertà e la salvaguardia delle nostre istituzioni; quegli uomini e quelle donne, dallo sguardo severo, ma dalla mano gentile che hanno scelto una vita di servizio verso il prossimo. Il mio Terzo Paradiso sarà il mio braccio che sorregge un bambino: il mio impegno a condurlo verso un futuro migliore, fatto di giustizia, umanità e legalità, dove l’esempio ti insegna a lottare, sempre, per ciò in cui credi.

 


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