A Cuba premiato il progetto “Zona Rayo Activa”, quando la rinascita di spazi abbandonati passa dall’arte
L'iniziativa curata dall'ambasciata Rebirth/Terzo Paradiso de L'Avana ha ricevuto un importante riconoscimento: è entrata a far parte dei migliori 500 progetti all'insegna della sostenibilità dell'America Latina nell'ambito del concorso "Los Premios Latinoamérica Verde". L'ambasciatrice Laura Salas Redondo ne ha messo in luce l'impatto nella comunità locale: "L'arte in grado di innestare una trasformazione sociale responsabile - ha spiegato ai nostri microfoni - ha rigenerato una serie di aree in condizioni di disagio".

A Cuba continuano a germogliare i semi del Terzo Paradiso: un’attività dell’ambasciata Rebirth è stato inserita in uno speciale ranking riservato ai 500 migliori progetti sociali e ambientali dell’America Latina. Il premio annuale intitolato Los Premios Latinoamérica Verde – istituito nel 2013 – ha l’obiettivo di supportare e mappare le iniziative virtuose e responsabili inerenti ai temi del concorso. In questa settima edizione, tra i riconoscimenti figura anche Zona Rayo Activa – 466esimo nella classifica generale e 56esimo nella categoria ‘città sostenibile’ -, curato e sviluppato dall’ambasciata Rebirth. La nascita del progetto, strano a dirsi, si deve implicitamente a un rogo: nel 2017, in uno spazio vicino alla Galleria Continua che ospitava un mercatino, divampò un incendio. Quell’area, di poco a poco, si trasformò in una discarica a cielo aperto. Le ceneri di quel posto vennero presto ricoperte da cumuli di rifiuti che l’incuria delle persone avevano contribuito a formare. Ma come l’araba fenice risorge dalla ceneri, anche quell’area è riuscita a rinascere grazie all’operato dell’ambasciata Rebith/Terzo Paradiso de L’Avana. Laura Salas ha messo in luce il dietro le quinte del progetto Zona Rayo Activa: “Prendendo come riferimento quell’area degradata – ha spiegato – abbiamo pensato come poter innestare una responsabilizzazione e rigenerazione sociale attraverso l’arte”.

La prima mossa è stata invitare le persone che vivono vicino allo spazio abbandonato a pulirlo, “così tutti – ha aggiunto – sono diventati responsabili di quel posto“. Da lì a poco, la zona che prima era ricoperta di rifiuti si trasformò: la comunità, insieme, grazie a un input di Laura, aveva portato alla rinascita. Il buio della discarica, poi, ha lasciato definitivamente posto ai colori dell’arte: “Una volta sistemato lo spazio, abbiamo realizzato un cinema a cielo aperto, con appuntamenti a cui hanno partecipato adulti e bambini”. All’aspetto ludico e culturale è seguito quello etico: “In seguito – racconta Laura – abbiamo organizzato una fiera per mettere in luce iniziative responsabili e sostenibili, invitando gli ideatori di progetti non profit e coinvolgendo le persone del vicinato. È diventato un bellissimo evento che abbiamo riproposto più volte”. Ecco spiegato il nome del progetto, gioco di parole in spagnolo che rimandano a una Zona Radio Activa (e ‘Rayo’ è anche il nome della strada dove si trova l’area); quella che prima era a livello metaforico una zona radioattiva è divenuto un luogo di confronto, innovazione e sostenibilità. “Era finalmente diventato – ricorda Laura – uno spazio di comunità. Anche per i bambini aveva importanza: per loro era un’area di gioco e incontro”.

Il processo rigenerativo, comunque, non si è concluso, ma è stato replicato ed emulato in altre occasioni a Cuba: “Questa iniziativa – afferma Laura – è come una capsula che si può portare ovunque e si adatta al contesto locale”. Così è stato fatto: il progetto è stato già riproposto in altre occasioni – sempre in quartieri vulnerabili a livello economico e sociale – e sono già state organizzate otto fieri dedicate alla sostenibilità, come nell’occasione del primo spazio. “Oltre all’aspetto etico – ha continuato – questi eventi hanno una fronte impronta artistica: tra coloro che vi prendono parte c’è chi fa body painting, chi performance, chi presenta iniziative o opere di riciclo. Ciò che non manca mai è l’interazione e il dialogo tra i partecipanti”.

Torniamo quindi al riconoscimento ottenuto: inizialmente l’idea era di candidarsi con l’iniziativa La Mina (tutti i dettagli in un nostro precedente articolo), ma visto che il progetto era appena nato si è optato per Zona Rayo Activa. Il premio ottenuto non è solo simbolico, ma assicura agli ideatori dell’iniziativa il supporto di un mentor, incaricato di promuovere il progetto in ogni aspetto contribuendo al suo sviluppo con un’analisi e dei corsi ad hoc. Non solo: entrando a far parte dei 500 progetti selezionati, c’è la possibilità di fare rete tra le varie iniziative, tutte accomunate dall’obiettivo ‘sostenibilità’ (molte sono impegnate a perseguire i 17 goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite). “Sarebbe importante – spiega – avere un aiuto anche con ‘La Mina’, che potrebbe generare un interesse economico utile per i nostri progetti; al contrario di Zona Rayo Activa, che fa della sua forza il volontariato”. Laura Salas conclude rivolgendo un pensiero al fondatore di Cittadellarte: “È anche grazie alle impronte che Michelangelo Pistoletto ha lasciato in America Latina – il maestro biellese è stato a Cuba in occasione dell’ultimo Rebirth Forum, ndrche stanno fiorendo i progetti dell’ambasciata. Le nostre iniziative sono come delle finestre del Terzo Paradiso che si aprono su Cuba”.