A Palazzolo si gioca al Terzo Paradiso
La scuola dell'infanzia "P. Guarneri" di Palazzolo sull'Oglio, nel contesto del concorso "Scuola in gioco", ha ideato e realizzato due giochi ludico-educativi sullo sfondo del segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto. I due progetti ideati dalle docenti non sono dei semplici passatempi, ma attività che toccano trasversalmente i temi dell'intercultura, dell'inclusione, del rispetto e dell'ambiente.

“Giochiamo al Terzo Paradiso?”: fra i bambini della scuola dell’infanzia P. Guarneri sta diventando una domanda ricorrente, grazie a un’iniziativa che l’istituto comprensivo sta portando avanti. Si tratta de “Il mondo che vorrei”, un progetto della scuola lombarda che ha come finalità l’approfondimento dei temi riguardanti la condivisione, l’intercultura, la solidarietà e l’inclusione. Non è la prima volta che le giovanissime generazioni locali si affacciano al segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto: a dicembre scorso, in occasione del Rebirth Day, gli scolari dello stesso istituto colorarono delle speciali bandiere raffigurando il Terzo Paradiso, donando anche un particolare drappo pitturato dai bambini al comune di Palazzolo sull’Oglio (come scritto in un nostro precedente articolo). Dal giorno della rinascita del 21 dicembre scorso, le attività didattiche a tema sono proseguite, sviluppando e approfondendo il significato del simbolo del Terzo Paradiso.

Torniamo quindi all’attività ludica ed educativa che ha il segno-simbolo dell’artista biellese sullo sfondo: la scuola ha deciso di partecipare al concorso indetto da FILA titolato “Scuola in gioco” e, in questo contesto, sono stati realizzati due giochi, chiamati “Il gioco delle pari opportunità – il puzzle del Terzo Paradiso” e “Il gioco del Terzo Paradiso“. Il collegamento? L’obiettivo del concorso dedicato alle scuole dell’infanzia e primarie è inventare e illustrare un gioco didattico, facendo sì che le insegnanti coordinino la scelta del linguaggio più adatto per rappresentare un percorso ludico esperienziale (la classe vincitrice si aggiudicherà un’aula creativa).

Addentriamoci quindi nelle specifiche dei due nuovi giochi. Come? Proprio come farebbe un bambino, scoprendo in primis le regole. Ne “Il gioco delle pari opportunità”, dove possono partecipare fino a 6 giocatori, a turno si individua un pezzo di puzzle e lo si posiziona in modo corretto, finché il la struttura non risulta completa. Il suggerimento di base è seguire le linee del Terzo Paradiso, individuando meglio dove posizionare gli elementi del puzzle; sistemando l’immagine di una professione, infatti, si può cercare la coppia corrispondente ed entrambe vanno collocate una di seguito all’altra (nell’immagine sotto un esempio). Per quanto concerne “Il gioco del Terzo Paradiso” (anche in questa attività sono previsti fino a 6 giocatori), proprio come il “gioco dell’oca” a turno bisogna tirare il dado: quando il segnaposto si ferma sulle figure contrassegnate da due quadrati verdi si prosegue per altre due caselle (sono quelle dove si sottolineano le buone azioni, come raccolta differenziata o il mare pulito); se il segnaposto si ferma sui quadrati rossi si deve tornare indietro (sono le caselle “negative”, dove, ad esempio, il mare è inquinato); se ci si ferma sul simbolo del Terzo Paradiso si ha diritto di tirare un’altra volta il dado, come una sorta di jolly; se ci si posizione sulle caselle raffiguranti le azioni svolte sia da maschi che da femmine si deve mimare l’azione. Un giocatore vince quando giunge sulla casella del pianeta Terra.


(Il gioco delle pari opportunità)

Le due attività, come intuibile, sono molto più di un semplice passatempo. Analizzando “Il gioco del Terzo Paradiso”, realizzato sulla falsariga del “gioco dell’oca”, si possono constatare le finalità didattico-educative che il gioco porta con sé. Quali sono? Favorire l’assunzione di atteggiamenti e comportamenti attenti, rispettosi verso gli altri; facilitare lo sviluppo di competenze linguistiche attraverso l’ascolto di narrazioni, la riflessione e il confronto; potenziare la creatività espressiva; sviluppare e sperimentare diversi linguaggi per comunicare stati d’animo, emozioni e sentimenti; agevolare la consapevolezza che tutti i bambini, a prescindere dal sesso, hanno le stesse opportunità e possono intraprendere e fare le stesse attività e giochi, contrastando così pregiudizi e stereotipi legati ai ruoli maschili e femminili. Focalizzandoci su quest’ultimo argomento, è possibile collegarsi a “Il gioco delle pari opportunità”.

In questa seconda attività, infatti, il nome anticipa i contenuti del gioco: le docenti hanno affrontato la tematica insieme ai bambini, in considerazione dell’importanza di iniziare già da piccoli ad avere una visione di rispetto per tutte le professioni, nella salvaguardia dei propri sogni e delle prospettive future. Le insegnanti, partendo dalla storia “C’è qualcosa di più noioso che essere una principessa rosa?” di Raquel Diaz Reguera, hanno dato ai giovani alunni il compito di ridisegnare la storia della protagonista, immaginando che lavoro avrebbe fatto una volta diventata grande. I bambini, inoltre, hanno elencato i propri desideri in riferimento al proprio futuro e hanno rappresentato le professioni che a loro piacerebbe svolgere. Da questi disegni si sono create delle doppie tessere raffiguranti alcune professioni, sia al maschile sia al femminile. Da queste piccole opere è nata l’idea di costruire un puzzle sullo sfondo del Terzo Paradiso, un simbolo che rappresenta al meglio un mondo ideale, dove vivere in armonia senza pregiudizi e stereotipi.

“Le esperienze didattiche con i bambini della scuola dell’infanzia – argomenta l’insegnante referente del progetto Alice Franzoni – oltre a sviluppare le finalità e gli obiettivi educativi di questa età, sono alla base della costruzione della loro personalità. Se impari divertendoti, difficilmente ti dimenticherai di ciò che hai appreso. Come affermava Bruno Munari, artista e designer che ha dedicato molta attenzione allo sviluppo della creatività e della fantasia, i bambini e le bambine nell’infanzia, attraverso il gioco, sono impegnati in un’attività serissima. Noi insegnanti abbiamo trovato estremamente utile e interessante fare riferimento alla filosofia del Terzo Paradiso, in quanto esso ci appare un valido input per le attività che trasversalmente toccano i temi dell’intercultura, dell’inclusione, del rispetto degli altri e dell’ambiente. Crediamo, inoltre, che la scuola debba essere aperta alle realtà del territorio e promuovere riflessioni coinvolgendo le famiglie e la comunità locale. L’arte (e nel nostro caso il simbolo realizzato da Michelangelo Pistoletto) può essere un veicolo per promuovere un mondo migliore”.

(Didascalia foto di copertina: Il gioco del Terzo Paradiso)