“Riscarti festival”, ridisegnare l’idea di utile e di superfluo attraverso l’arte
Questa edizione dell'evento propone opere in 11 vetrine - dei negozi sfitti della Galleria Alberto Sordi a Piazza Colonna di Roma - e performance da casa, che mostrano la rigenerazione dei materiali e della cultura. Al centro dell'iniziativa figurano soluzioni creative, design sostenibile e sculture di riciclo, per sensibilizzare il pubblico sulla crisi ambientale e offrire agli oggetti una seconda possibilità di vita. Nell'esposizione è presente anche l'installazione "Omaggio a Michelangelo Pistoletto".

Durante la Settimana Europea della Riduzione Rifiuti – SERR – che si tiene dal 21 al 29 Novembre 2020 – nella capitale è in programma Riscarti Festival di riciclo creativo presso la Galleria Alberto Sordi, situata a pochi passi da Montecitorio. L’iniziativa promuove, dal 16 al 30 novembre, una nuova fruizione dell’arte in linea con il momento storico segnato dalla pandemia: propone opere in vetrina, visionabili mentre si passeggia dall’esterno delle vetrine di un ex temporary shop chiuso, e performance in remoto*, fruibili sulle piattaforme digitali con contenuti multimediali accessibili a chiunque. La peculiarità delle installazioni in mostra, come si evince dal nome, è il riciclo creativo e infatti propone soluzioni di design sostenibile, installazioni e sculture di riciclo per porre sotto i riflettori le questioni ambientale offrendo inoltre agli oggetti una seconda possibilità di vita. È quindi una selezione di opere in mostra selezionate da una giuria di esperti, composte di oggetti prima scartati e poi minuziosamente ricomposti. Questa rinascita viene evidenziata a partire dalla location: le 11 vetrine della Galleria Alberto Sordi a Piazza Colonna, negli affacci su via del Corso e Via del Tritone, sono uno spazio che viene temporaneamente riqualificato dall’arte. “Solitamente lo show-room di un negozio  – si legge nella nota stampa della mostra – ci presenta le ultime tendenze in fatto di acquisti, ci distrae e ci proietta in quel prodotto ‘cosificato’, dal carattere effimero e presto sostituibile. Perché non desiderare invece che i nostri acquisti divengano sostenibili, ecologici e consapevoli e che l’arte sia veicolo di un processo di cambiamento?”.


Crediti immagine: pagina Facebook RiscArti fest.

La mostra presenta allo spettatore opere attraverso le barriere, seppur trasparenti, del vetro, quindi senza contatto e dall’esterno. Un parallelismo con le norme di distanziamento sociale in tempo di pandemia, con le installazioni che si fanno spazio nell’isolamento. Come specificato dagli organizzatori, infatti, parte della riflessione che l’ottava edizione di Riscarti propone quest’anno riguarda la nuova socialità distanziata e l’isolamento dell’artista, in linea con il nuovo vissuto dell’arte. Anche gli stessi artisti sono, dal 16 novembre e uno alla volta, protagonisti isolati della vetrina a loro assegnata con un allestimento performativo che fa da apripista al festival. “Così svelano – si legge nel comunicato – il proprio intervento artistico. Cominceranno staccando la carta dalle vetrine, per collocarvi le opere, allo stesso tempo denunciando anche l’isolamento dell’arte e della cultura ai tempi del Covid-19. L’arte con la forza del suo linguaggio degli oggetti scartati e nobilitati, spinge verso la ripresa di un futuro più sostenibile e consapevole. Può sembrare superficiale parlare di sostenibilità e arte in una situazione di emergenza, ma altresì sappiamo che il linguaggio creativo è necessario per la sopravvivenza emozionale e ci aiuta ad immaginare un pianeta migliore”.


Crediti immagine: pagina Facebook RiscArti fest.

Le vetrine della mostra, nella loro trasparenza richiamano lo spettatore a riflettere su tutte le azioni e le idee che favoriscono la soluzione di un problema comune, quello ambientale. Riscarti quindi viene definito come raccoglitore trasversale delle tendenze dell’arte a riciclare e trasformare, in un contesto dove si innesta un dialogo costruttivo tra artisti e spettatori, che gli organizzatori auspicano sfoci nella generazione buone pratiche. È così possibile ridisegnare l’idea di utile e di superfluo attraverso l’arte: “Gli scarti, sottratti dal ciclo dei rifiuti, vengono nobilitati in opere d’arte e design – viene infine aggiunto nel comunicato – ed acquistano oltre che un valore estetico, un valore etico: il materiale di cui sono fatti combatte l’obsolescenza programmata dell’economia selvaggia, e riaccende l’intelligenza ecologica. Si corre l’azzardo di partire dalla riformulazione dei modelli culturali e chiedere aiuto all’arte, per cambiare l’approccio che abbiamo al rifiuto”.


Crediti immagine: Francesco Saverio Teruzzi.

Tra le opere in mostra figura anche Omaggio a Michelangelo Pistoletto di Davide Carnevale, Sebastiano Pelli e Francesco Saverio Teruzzi. L’installazione – specchi, tubolari di ferro e scarti di lamiera, 200 x 300 x 200, 2019 – rappresenta il segno-simbolo del maestro biellese: il Terzo Paradiso è la rappresentazione dell’atto creativo, è il segno-formula della trinamica dove 1 più 1 è uguale a 3. In questo senso, Omaggio a Michelangelo Pistoletto ne è dimostrazione e rappresentazione autentica, perché frutto di un lavoro a tre che si estende nello spazio e nel tempo (per scoprire tutte le informazioni sull’opera e sulla sua nascita è possibile visionare un nostro precedente articolo cliccando qui).

 
Crediti immagine: Francesco Saverio Teruzzi.

Crediamo – ha affermato Marlene Scalise, Direttrice artistica e ideatrice di Riscarti festival – nella ripartenza degli stili di vita sostenibili nelle città. Proprio in questo momento in cui la relazione tra uomo e ambiente è più stretta che mai, e tutti sembrano aver capito il valore della natura come ecosistema. Non bisogna più procrastinare, si è già fatto a lungo, ora è il momento di lanciare un messaggio unitario per la cultura sostenibile e per la ripartenza economica, senza rinunciare a nessuno degli obiettivi: sul territorio e nelle città agire localmente, sulle piattaforme pensare globalmente, come l’arte stessa insegna”.


*I canali social per tutta la durata del festival propongono contenuti artistici ed ecologici, con performance da casa di teatro, danza ed eco-band musicali.
La mostra è visitabile sempre dalle vetrine dei negozi sfitti, durante le ore di apertura della galleria non è quindi necessario prenotare.