Teggiano, Michelangelo Pistoletto inaugura un nuovo Terzo Paradiso
Il 13 dicembre il maestro biellese presenterà un'inedita installazione del suo segno-simbolo, che sarà ubicata nel Parco dell’Arte contemporanea nel Vallo di Diano, in Campania. Il progetto è teso a promuovere un senso comunitario sulle questioni sociali e ambientali, partendo dall'arte e rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni.

Un progetto artistico che ha visto la partecipazione dell’intera comunità di Teggiano (comune della provincia di Salerno), a partire dagli studenti: è questo uno dei punti di forza della nuova opera collettiva e partecipata del Terzo Paradiso, nata anche per celebrare l’imminente Rebirth Day. L’installazione permanente del maestro biellese, che troverà spazio presso il Parco dell’Arte contemporanea nel Vallo di Diano, si sviluppa in un ampio spazio rurale, al termine di una rampa di accesso – sottostante a Via dei Casali a Teggiano in luogo frequentato dagli studenti – alla fine del quale si apre una vista panoramica. Il progetto è stato commissionato dall’Assessorato allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania e la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/museo Madre, in occasione della 30° Summer Universiade Napoli 2019 e di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. I dettagli di questa novità verranno illustrati da Michelangelo Pistoletto in occasione dell’inaugurazione dell’opera, in programma domani alle 10.30 presso l’Auditorium del Liceo Artistico Pomponio Leto di Teggiano.

L’incontro, moderato dal giornalista Rocco Colombo, vedrà la partecipazione di numerosi attori sociali del territorio: l’Assessore allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania Corrado Matera, il Sindaco del Comune di Teggiano Michele Di Candia, la Dirigente Scolastica dell’Istituto d’istruzione superiore Pomponio Leto Maria D’Alessio, il Coordinatore del Liceo Artistico Germano Torresi, il Coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Francesco Saverio Teruzzi, il Presidente della Comunità Montana del Vallo di Diano Raffaele Accetta, i docenti e gli alunni che hanno preso parte al progetto e gli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Marco Papa e Tiziana De Tora. Questi ultimi due protagonisti sono scintilla e motore dell’iniziativa: è la coppia ad aver coordinato la realizzazione del progetto con Cittadellarte, innestando inoltre le basi per un processo demopratico con la comunità locale; un percorso che si è sviluppato con il coinvolgimento degli studenti del liceo artistico e con la collaborazione dell’ambasciatore Giorgio Ferraris, che ha tracciato il simbolo trinamico. Gli alunni saranno poi protagonisti di una performance collettiva insieme a Pistoletto: si occuperanno della piantumazione nel terreno di 240 picchetti diversi, dipinti e personalizzati da ciascuno di loro, fino a “marcare il tracciato del Terzo Paradiso nel segno di un radicamento collettivo, attraverso l’arte, sul territorio”, come spiegano Tiziana De Tora e Marco Papa.

La seconda fase del progetto – che prenderà il via il prossimo gennaio – vedrà nuovamente il coinvolgimento degli studenti, impegnati in laboratori didattici a cura degli ambasciatori Rebirth Terzo Paradiso su topic come la Demopraxia e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazione Unite. Non solo: a partire da questi temi i liceali si occuperanno dei lavori di realizzazione di aiuole, del muretto a secco in pietra locale, della messa a dimora delle specie arboree/arbustive arido-resistenti e della piantumazione di alberi autoctoni, sempre in collaborazione con la Comunità Montana del Vallo di Diano e il Museo delle Erbe e Viridarium di Teggiano.


Gli studenti durante la preparazione dei picchetti.

Lo scopo del progetto – argomentano i due ambasciatori Rebirth – è creare un luogo di riavvicinamento e riattivazione partecipata in un processo di attrazione e coagulazione sociale. Quest’ultimo è volto a ricucire la ferita dell’allontanamento dal territorio di origine (e del suo forte rischio per le future generazioni) e a comprendere e condividere il ruolo che ciascuno, nell’atto e nell’azione che ne nasce, vuole e deve assumersi. Si è tutti testimoni e custodi, infatti, di una memoria visibile, tangibile e sensibile; il luogo appartiene a tutti, nel momento in cui tutti se ne prendono cura, restituendo, così, il senso della comunità”.