Pedalando per il Terzo Paradiso #1 – L’inizio dell’avventura a due ruote tra arte e sostenibilità
Gli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Tiziana De Tora e Marco Papa sono stati i protagonisti di un viaggio in un itinerario europeo - il percorso della ciclabile del Reno (EuroVelo 15) - in bici, "portando" i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU e i principi del segno-simbolo di Pistoletto nei luoghi dove hanno sostato. Parte, con questo articolo, un racconto a tappe dell'avventura.

Faremo un viaggio sostenibile, dal 5 al 25 agosto 2019, dal TANA Terranova Arte Natura – residenza d’arte ambientale nel Sannio beneventano – verso Andermatt, in Svizzera” con queste parole, Tiziana De Papa e Marco De Tora introducevano ai nostri microfoni (in un articolo del primo agosto) la loro iniziativa all’insegna della sostenibilità. Ci riferiamo al viaggio di 1233 km in bicicletta, in un percorso che attraversa i confini di 4 stati (Svizzera, Francia, Germania e Paesi Bassi) e li unisce, di fatto, fisicamente e geograficamente, mediante una linea d’acqua. I protagonisti, come accennato, sono stati i due ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, che hanno portato, attraverso differenti linguaggi artistici e azioni, i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile nelle città dove hanno fatto tappa: “Uno al giorno – avevano spiegato Tiziana e Marco – raccontando nella pratica quotidiana ed attraverso delle performance, l’importanza di quei valori di sostenibilità, senza il rispetto dei quali la nostra vita è a rischio di estinzione. Il simbolo del progetto sarà il Terzo Paradiso, perché solo dall’equilibrio tra uomo e natura può esserci un futuro”. Per comporre il mosaico della loro avventura, andiamo a metterne in luce ogni parte in una serie di articoli che vi proporremo settimanalmente sul nostro Journal. Pronti a scoprire la loro storia?

  

Prima di ripercorre insieme a voi il viaggio, ci svelate il dietro le quinte dandoci le informazioni logistiche dell’iniziativa?
I mezzi sono stati semplicemente due biciclette e due paia di gambe. Non troppo allenamento, ma tantissimo spirito di adattamento alle circostanze, spesso non favorevoli, dettate dal tipo di viaggio.
Due biciclette affidabili, quelle che, di anno in anno, impari a rendere tecnicamente adatte alle tue esigenze (la bicicletta dovrebbe intendersi nella funzione di sviluppo del perimetro tattile).
Nel tempo, ad ogni viaggio impari dagli errori del precedente, così abbiamo pensato al perfezionamento delle parti tecniche su misura sulle differenze di percorso scelto (manto, condizioni delle strade o dei sentieri, etc.) e sull’attendibilità del meteo. In quest’ottica, immaginarsi il peggio (fango, temporali e vento forte) ti fa ragionare su peso, manegevolezza, tipo di copertoni, impermeabilità di indumenti e borse, leggerezza del bagaglio, strumenti per le riparazioni, pronto soccorso, eventuali medicine, vettovaglie, cartografie, materiali per le performance, mente lucida ed entusiasmo per l’avventura.

Tornando alle biciclette: assolutamente ibride, quindi alte ma più pesanti, per una buona tenuta alle bordate del vento; più performanti per i pesi laterali (13-15 chili in tutto, a testa, per un viaggio di un mese); ammortizzate all’anteriore (forcella), per non affaticare braccia, mani e busto; rigide al posteriore; elettriche/non pedelec (solo quando serve e quando l’acido lattico te lo impone, ad esempio sulle salite ripide ed infinite); portapacchi in acciaio e telaio in alluminio; via i parafanghi rigidi (più facili le pulizie e le riparazioni da bucatura).
Sono state queste le precauzioni principali. Se pensate, alla vostra prima volta, di voler affrontare un viaggio ‘alla buona’, preparatevi a soffrire e a dover risolvere le difficoltà. Divertitevi e mettetevi alla prova: sarà pazzesco ma determinante, per capire se fa per voi. Quella resterà l’avventura e il ricordo più bello, per sempre! Al secondo viaggio ragionerete da veterani…

Passiamo all’itinerario. Perché il Reno? Perché un fiume?
È stato facile trovare un riferimento per il senso della rinascita: la sorgente è come un bambino, la cui acqua si stacca dal grembo della Terra, tenendo, però, il cordone ombelicale ancora attaccato ad essa.
La nostra idea è stata quella di accompagnare il fiume fino al mare, per fare le nostre più profonde scuse all’oceano da parte degli uomini, per tutti quegli errori che, consapevolmente o meno, continuano a commettere. Come arrivarci, se non seguendo salite e discese, cascate e laghi, cadute e passaggi, sofferenze e mancanze, in una lotta continua per la sopravvivenza?
Cinque stati da attraversare, 2000 metri e più di dislivello, condizioni climatiche a volte estreme.
L’acqua insegna la volontà, nel suo forzare, indomabile, qualsiasi barriera, aprendosi alla propria trasformazione e reinterpretazione ma conservando la sua energia e struttura chimica e, soprattutto, continuando a svolgere il suo lavoro di apporto e supporto della vita!

 

Fine prima puntata.