Cittadellarte e le iniziative delle Nazioni Unite sulla moda sostenibile
Il primo marzo Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, è intervenuto all’evento “La moda e gli obiettivi di sviluppo sostenibile: qual è il ruolo dell’ONU?", nel contesto del "Regional Forum 2018" - organizzato da UNECE - in programma a Ginevra al Palais des Nations. Vi proponiamo il suo intervento.

Presidente Esecutivo, sig.a Deda, membri della commissione e stakeholder,

grazie per averci invitato a questa conferenza e scusate se non sono lì di persona* questo pomeriggio, stamattina ho guidato fino al Monte Bianco ma sono poi rimasto imbottigliato nel traffico ai piedi della montagna, quando mi sono reso conto che non ce l’avrei comunque fatta ad arrivare a Ginevra in tempo sono ritornato in ufficio a Biella, a metà strada tra Torino e Milano, sotto un cielo che andava via via schiarendosi, per ricordarmi ancora una volta chi davvero ci governa, intendo ovviamente il tempo.

Ma inizio subito a commentare le slide che la mia gentile collega Olga Pirazzi (responsabile ufficio moda di Cittadellarte, ndr) sta facendo scorrere:

1) Dirigo una fondazione d’arte contemporanea in Italia il cui obiettivo è quello di connettere il potenziale dell’arte di ispirare e provocare riflessioni e mutamenti di paradigmi alle sfide globali più pressanti che stiamo affrontando in ogni campo dell’attività umana. Questo ricorrere a una creatività radicale è rappresentato da un simbolo che unisce due distinti, magari anche opposti, elementi/cerchi attraverso la creazione di un altro elemento, un cerchio centrale che nasce dall’equilibrio tra ciò che già esisteva. Questo terzo cerchio si genera come risultato dell’atto di riconoscere un conflitto e produrre modi per superarlo. Questo è un paradigma basilare che permette un processo di riconciliazione e sviluppo sostenibile, dal momento che si può immediatamente vedere come si applichi all’opposizione tra natura e artificio, o innovazione e conservazione, o l’io e l’altro.

La mia organizzazione, Cittadellarte, porta questo atteggiamento in ogni campo e contesto, così come abbiamo fatto in occasione del 70esimo anniversario dell’ONU, quando abbiamo posto nel Parco dell’Ariana una scultura dalla forma di questo segno – che chiamiamo segno del Rebirth o del Terzo Paradiso (dove il primo paradiso è la natura, il secondo è l’artificio e la tecnologia, e il terzo è quello che crea equilibrio tra i primi due, al giorno d’oggi in fase di conflitto) – fatta di pietre donate da e che rappresentano gli stati membri dell’ONU, e che è probabilmente al momento sommersa dalla neve…
Abbiamo anche avuto l’opportunità di collaborare con UNECE e l’iniziativa Fashion for Forests, guidata da Paola Deda e Maria Teresa Pisani, in cui ci siamo rifatti al potere simbolico della moda per propugnare una gestione sostenibile delle foreste organizzando una conferenza, una performance di danza che presentava una collezione di capi creati da stilisti emergenti sotto l’imperativo della sostenibilità, e una performance pubblica nel centro città di Ginevra con le scuole.


2) Allo stesso modo abbiamo portato il simbolo nella piazza principale di Milano, Piazza Duomo, insieme alla più importante associazione di marchi di moda famosi in tutto il mondo, la Camera Nazionale della Moda; il simbolo è stato assunto come il logo della loro iniziativa sulla moda sostenibile, in cui i grandi marchi hanno dichiarato e concordato di intraprendere un percorso sostenibile alla cui base c’è la trasparenza e la tracciabilità dell’intera filiera produttiva; questo è un obiettivo che richiede grande impegno e verso il quale sono già stati fatti alcuni passi, ma c’è ancora molto da fare in questo senso.

3) Un grande raggiungimento è stata la pubblicazione e distribuzione agli oltre 200 associati alla Camera Nazionale della Moda di un Manuale di linee guida sui requisiti ecotossicologici di articoli d’abbigliamento, pelletteria e accessori.
Ho anche l’onore di essere parte di Textile 4SDG12, un’importante iniziativa dell’ONU che coinvolge molti stakeholder sulla trasparenza e la tracciabilità nelle catene d’abbigliamento più economiche: trasparenza e tracciabilità sono quindi diventate la priorità per una gestione responsabile del settore.

4) In conclusione posso dire che abbiamo bisogno del sostegno e dell’accesso alle informazioni, le conoscenze e la rete di risorse che l’ONU possiede in grandi quantità; quando diffondiamo ciò che noi chiamiamo Demopraxia e organizziamo Forum Rebirth in tutto il mondo, avviciniamo un centinaio di stakeholder di organizzazioni governative e non ad attori locali dai più diversi ambiti, come potete vedere da questa immagine di un teatro a L’Avana, dove abbiamo una piattaforma in progress da quattro anni, poniamo gli obiettivi di sviluppo sostenibile alla base del nostro lavoro: più possiamo condividere informazioni e la rete degli uffici centrali e locali dell’ONU, più grande è l’impatto che possiamo avere, insieme.

Grazie mille per la vostra attenzione e spero di avere l’opportunità di essere con voi di persona in un giorno d’estate, o quantomeno uno con un tempo più clemente…

*Paolo Naldini è intervenuto telefonicamente (non potendo presenziare all’evento a causa del maltempo)

Per maggiori informazioni su “La moda e gli obiettivi di sviluppo sostenibile: qual è il ruolo dell’ONU?”: cliccare qui.