Viaggio a Cittadellarte, l’Odissea degli spazi (prima parte)
La prima tappa della navigazione online alla scoperta delle opere e degli spazi della Fondazione Pistoletto, come le Sale Auliche, la Venere degli Stracci e i Quadri Specchianti.

Passaparola, reputazione, nomea. Il giudizio di un luogo che non si è ancora visitato è sempre mutevole, spesso povero di impressioni personali e nutrito da stimoli esterni, provenienti da conoscenti o mezzi di comunicazione.
Chi non è mai stato a Cittadellarte non può avere un’idea nata da un riscontro personale. Queste righe possono ovviare alla mancanza di esperienze dirette.
Ecco quindi un biglietto per navigare online come una moderna Odissea d’arte, a bordo di una nave, viaggiando in questo articolo tra immagini e parole; alla scoperta degli spazi della Fondazione Pistoletto, situata nella cornice di un’ex manifattura laniera del XIX secolo, a Biella in via Serralunga 27.

La prima tappa del tour è lo store. Questo è l’ingresso adibito alla biglietteria e all’accoglienza dei visitatori, con un colpo d’occhio che impressiona subito per la vastità di libri, gadgets e giochi in vendita. I prodotti acquistabili hanno tutti un nesso con Cittadellarte, dai volumi riguardanti l’arte e Michelangelo Pistoletto, fino a oggetti creati grazie a materiali e collaborazioni con sodalizi e aziende del territorio.
Nella foto uno scatto dello store.

 

Dietro allo store si trovano gli spazi Coworking, un luogo di lavoro condiviso che si può affittare mensilmente, con tanto di scrivanie, connessione internet e sala riunione (sala della poesia), tutto per abbattere i costi di un ufficio privato. Interessante notare come tra i fruitori del servizio vi siano tante professionalità diverse,  come web designer, architetti, fotografi, geologi, solo per citarne alcuni.
Nella foto lo spazio dedicato al Coworking.

 

Il tour prosegue con l’arrivo nelle Sale Auliche. Lungo la Galleria, troviamo la mostra temporanea “Cubi in movimento”, opere dove artista, artigiano e azienda/ente hanno contribuito rispettivamente a progettare, realizzare e caratterizzare i lavori in esposizione. Il messaggio che queste creazioni vogliono trasmettere è quello di raccontare la realtà del territorio biellese con prodotti tipici (come il liquore Ratafià, la birra Menabrea, i formaggi del caseificio Rosso), dando uno scopo alla creazione artistica.
A lato della galleria, troviamo due spazi comunicanti, la Sala della Poesia e la Sala della Musica. Erano gli spazi dedicati alla cultura della vecchia manifattura (come detto nell’incipit, Cittadellarte ha sede in un’ex fabbrica laniera, ndr) della famiglia Trombetta. Infatti l’imprenditore in questione non pensava solo al lavoro dei suoi dipendenti, ma riservava loro anche frangenti di formazione culturale. Molto suggestivi e rappresentativi sono i poeti raffigurati nelle pareti della stanza. Attualmente questa viene utilizzata per riunioni, mentre quella della musica per corsi di strumenti e iniziative che hanno le note come filo conduttore.
Nella foto a sinistra la Galleria, a destra la Sala della Musica.

Impersonando un Ulisse postmoderno, proseguiamo la navigazione arrivando nell’imponente Sala delle Colonne, costruzioni paragonabili per maestosità alle letterarie Colonne d’Ercole. Infatti, la sensazione che questa sala trasmette è di grandezza, sia fisica sia allegorica. Questa è la sede principale delle mostre temporanee di Cittadellarte,  che si può anche affittare in caso di eventi privati. In futuro verrà utilizzata per le lezioni del Corso di Diploma Accademico in Social Innovation Design. In fondo alla sala c’è anche una stanza dedicata ai laboratori didattici per gli alunni delle scuole elementari e medie.
Nella prima foto la Sala delle Colonne, nella seconda immagine uno degli spazi in allestimento destinato alle future lezioni.

 

Continuando il viaggio, si arriva al “Piano Unidee“, la sala utilizzata dalla speciale “Università delle Idee“, che racconta il mondo di Cittadellarte. Questo spazio è dedicato alle attività dei residenti (così definiti gli ospiti delle settimane di formazione Unidee, ndr). Qua spiccano la freschezza e la creatività, elementi portanti di questa speciale sezione, un’area che ha visto formare nel tempo grandi artisti provenienti da tutto il mondo.
Nelle foto particolari del Piano Unidee.

 

Si prosegue con lo spazio dedicato alla Collezione Arte Povera, una corrente della quale Pistoletto è principale riferimento e protagonista. In questa sala troviamo opere di grandi artisti quali Penone, Zorio, Anselmo, Merz, Salvo, Piacentino e Fabro, tutti entrati in contatto con l’artista biellese, durante collaborazioni e mostre.  Lo spazio è costruito alla perfezione per ospitare i lavori artistici, infatti l’ambiente si sposa alla perfezione con le opere esposte. Questa collezione è stata donata alla Fondazione Pistoletto.
Nelle foto a sinistra lo spazio dedicato alla Collezione Arte Povera, destra l’opera “Senza titolo” di Anselmo.


Tra una sala e l’altra troviamo anche “L’Etrusco”, altra opera importante di Michelangelo Pistoletto. La nostra nave immaginaria attracca ora in uno dei fiori all’occhiello di Cittadellarte, cioè la sala delle Opere di Pistoletto. Qua troviamo la Sala dei dipinti a olio con gli autoritratti, che sono alcune delle prime opere realizzate da Pistoletto, non ancora esposte e conosciute in tutto il mondo. Il punto forte è la varietà di lavori nella carriera di Michelangelo che sono presenti in questa sezione. Ci si trova subito immersi nella collezione permanente con la particolarità dei Quadri specchianti, realizzati su lastre di acciaio inox lucidate a specchio: l’osservatore entra a far parte del quadro, diventando così anch’esso non solo un spettatore, ma anche protagonista dell’opera, proprio perché si riflette nel quadro stesso. Ci sono inoltre immagini di oggetti o persone serigrafate sulla superficie, foto impresse sull’acciaio a dimensioni naturali, che forniscono ai quadri una doppia dimensione del tempo: rappresentano il presente, cioè l’immagine riflessa dello spettatore, e il passato, con le figure delle serigrafie.
Nella foto a destra alcuni dei Quadri Specchianti, a sinistra L’Etrusco.

 

Arriviamo alla celeberrima Venere degli stracci, opera del 1967, emblema della corrente dell’Arte Povera: nel capolavoro troviamo l’incontro tra il passato, rappresentato dalla Venere che esprime la bellezza e l’immortalità dell’arte, e il cumulo di stracci, metafora del contemporaneo, che da Pistoletto venne definito come “un consumismo consumato“. Un’opera che colpisce lo spettatore per bellezza e ricchezza di significati. Da notare infatti il contrasto tra le forme dell’arte classica nella dea Venere e il disordine della montagna di stracci.
Nelle foto la Venere degli Stracci.

Quest’isola di capolavori continua con l’Autoritratto di Stelle: una sagoma dell’artista biellese sul negativo di una foto di stelle. Da questa, prelevandone una parte e ingrandendola, realizza l’opera Rotazione dei Corpi, composta da due plexiglass sovrapposti; quello superiore si può ruotare e si creano così centri differenti, a seconda di come si sposta la parte superiore.
Altra opera celebre è il Metro Cubo d’Infinito, composto da 6 specchi con la parte specchiante rivolta all’interno, dove si genera una moltiplicazione infinita di specchi, che riflettono nel loro opposto. Inoltre, grazie a 10 cm che sporgono dall’opera, si può avere un assaggio suggestivo di questo infinito. Tra gli altri capolavori, per citarne alcuni, si trovano esposti la Tenda di lampadine, il Tavolo ping pong segno arte e Porte segno arte. Per quanto concerne la collezione Pistoletto, troviamo anche la sala dei dipinti a olio con gli autoritratti.
Nelle foto: a sinistra Michelangelo Pistoletto e il Metro Cubo d’Infinito; al centro l’Autoritratto di Stelle; a destra la sala dei dipinti.

 

All’ultimo piano della struttura si trova l’ex stenditoio della vecchia manifattura, che era parte fondamentale della fabbrica perché si asciugava la lana. Significativo questo spazio anche per il richiamo del passato e per il recupero industriale. Interessante notare la copertura rimasta “originale” dal 1872, chiamata a nave rovesciata, proprio perché ricorda lo scafo di una nave sottosopra. Attualmente fa parte degli spazi espositivi e sta ospitando l’installazione, realizzata dall’ufficio arte di Cittadellarte, Porte Uffizi. In quest’opera si creano stanze e porte virtuali, che hanno all’ingresso nomi dei vari settori della società, come architettura, scienza, politica, educazione cibo e arte. Proprio quest’ultima fa parte e dialoga con di tutti gli ambiti citati. La bellezza di questa zona sta anche nella sua collocazione, dall’alto infatti si può godere di una vista particolare, un’immersione tra gli spazi di Cittadellarte e le montagne biellesi.
Nella foto l’installazione Porte Uffizi.

La prima parte della navigazione si conclude con Hydro, un centro culturale gestito da un gruppo di ragazzi di Biella, che hanno chiesto alla Fondazione un luogo per fare attività come concerti, mostre e proiezione di film. Un centro culturale che vede il collegamento con Cittadellarte per i ragazzi che organizzano e partecipano alle iniziative sono gli stessi che si attivano per la Giornata dell’Arte. Cittadellarte accompagna e cura da quattro anni ciò che ha contribuito a far diventare la Giornata dell’Arte di Biella probabilmente la più ricca e partecipata d’Italia. Gli spazi sono in divenire, ci sono infatti ancora lavori in corso. In tutte le serate di apertura c’è un programma differente, per variare i contenuti e offrire sempre uno spettacolo differente. La sensazione è che si stia creando un piccolo mondo per i giovani, dove il divertimento non è fine a se stesso, ma cornice di cultura e arte.
Nelle due foto alcuni degli spazi di Hydro.

 

(fine prima parte)