Skate Farm: la cascina polifunzionale che crea integrazione
A San Giuliano Nuovo, in provincia di Alessandria, da alcuni anni ha preso vita un progetto dove sport, natura e arte si incontrano per formare un ambiente di integrazione sociale e scambio culturale.

Era il 2008 quando Felipe Le Sueur e Massimiliano Barile hanno avuto l’idea di voler creare uno spazio di aggregazione e coesione sociale nella regione in cui sono cresciuti. Spinti soprattutto da una loro passione condivisa, in un primo momento, formarono “La Brugola Skate”, un’associazione non profit, per sostenere discipline sportive come lo skateboard, il rollerblade e la bmx.
La loro idea, però, non si limitava a farsi promotori di questi sport; piuttosto avrebbero voluto incoraggiare i più giovani a praticarli in uno spazio sano e sicuro. Un ambiente educativo polifunzionale, quindi, dove apprendere i valori della natura, della condivisione e, allo stesso tempo, sapersi divertire praticando skateboarding.
Senza alcun dubbio una scommessa, tanto che gli impedimenti furono numerosi. All’inizio, pur proponendo le loro idee ad alcuni comuni della zona di Voghera, non riuscirono a concludere nulla. Nel 2010 un privato, interessato alla loro iniziativa, offrì la propria Cascina Stortigliona, a San Giuliano Nuovo, in provincia di Alessandria. Le problematiche, però, non erano ancora finite.


(Sala ricevimento: prima e dopo i lavori di ristrutturazione)

L’abitazione, immersa nel verde, era in disuso da anni e si trovava in condizioni critiche. La difficoltà primaria fu quella di rendere il luogo accessibile.
“Il 27 luglio 2010 – spiega Felipe Le Sueur, uno degli artefici del progetto – abbiamo ricevuto il consenso per poter utilizzare la cascina, ma da quel giorno abbiamo impiegato due anni prima di riuscire ad essere operativi a tutti gli effetti. Abbiamo sistemato l’antica stalla, adibendola a skate park al coperto. Inoltre, abbiamo dipinto, riciclato vetri e altri materiali trovati sul posto, montato rampe e, infine, organizzato l’evento inaugurale”.
Nel 2012, quindi, prende vita Skate Farm, uno spazio dove praticare sport, ma anche dove i bambini possono crescere a contatto con la natura e l’ambiente. La proposta si basa sulle esperienze personali dei due ideatori, entrambi skater professionisti. Felipe, ad esempio, incominciò fin da piccolo in Brasile, suo paese di origine, anche a livello agonistico. “Lo skate – continua – è stato uno strumento per estraniarmi dalla realtà in cui vivevo, rimanere lontano dalla criminalità e dalla malavita della mia città. È uno sport che può darti tanto a livello di educazione”.


(Corridoio: prima e dopo gli interventi)

Un punto di forza della cascina è il fatto di essere stata restaurata con materiali riciclati, trovati durante la fase iniziale del loro lavoro.
“Il piano inferiore – chiarisce l’ideatore – è stato interamente ristrutturato con la filosofia del riuso, utilizzando mattonelle di campionario, oppure recuperando il parquet da un negozio in dismissione”.
Anche le rampe all’interno della struttura sono materiale di recupero, poiché le hanno rilevate dall’ex Milano Trinity Skate Park, un punto di riferimento storico per la scena skateboarding. Ad oggi, il parco nel capoluogo milanese è stato chiuso, ma i due creatori del progetto sono riusciti a mantenere in vita l’anima di quel luogo, adattando le rampe alle dimensioni dell’abitazione. Una doppia soddisfazione, quindi, che vede la rimessa in uso da una parte della cascina, dall’altra di una skateroom così importante.


(Sala ricevimento: prima e dopo i lavori di ristrutturazione)

Negli anni l’idea si è evoluta sempre più, riuscendo ad ampliare le attività proposte. Non vogliono essere ritenuti una scuola di skateboarding, ma un gruppo di individui che acquisiscono esperienze passando il loro tempo insieme. La pratica di questo sport è ritenuto dai due maestri un modo per coltivare insieme le proprie passioni, per questo hanno sempre cercato di trasmettere il loro motto “Grow your passion”.
Oltre al piano delle lezioni, da quest’anno, hanno cominciato a promuovere nuove iniziative, come l’orto condiviso.
Il loro intento, infatti, è quello di realizzare una comunità che includa generazioni di età diversa, così da costruire uno scambio generazionale di conoscenze e un’unione tra persone e ambiente. “Questo programma – aggiunge Felipe – è stato pensato insieme all’educatrice e terapista orticolturale Margherita Volpini. L’orto, quindi, è considerato un punto di incontro dove diverse culture si intersecano. Da una parte l’anziano, che è il nostro passato, e dall’altra il bambino, che è il nostro futuro. Quest’ultimi possono imparare da chi è più grande i valori della coltivazione e del rispetto per la natura.”
Un’ulteriore iniziativa, avviata soltanto da due settimane, è la creazione di un account nella piattaforma Work Away. L’intento è quello di promuovere l’integrazione e la coesione sociale, ospitando volontari ed offrendo loro vitto e alloggio in cambio di manodopera (solitamente cinque o sei ore al giorno). In questo modo, si potrebbe formare un interscambio culturale tra chi già frequenta la Skate Farm e i ragazzi ospiti, i quali sono tutti volontari che viaggiano per il mondo.

Tra qualche mese, invece, sarà avviato un laboratorio musicale proposto ed organizzato da alcuni genitori musicisti. Felipe Le Sueur e Massimiliano Barile hanno accolto la proposta positivamente, poiché uno dei loro obiettivi è quello di rendere la propria Skate Farm un luogo sportivo, culturale e artistico.
“Stiamo lavorando duramente – conclude lo skater – per raggiungere il nostro sogno, cioè avere il nostro posto. Un ambiente polifunzionale, che unisca arte, sport e natura. Uno spazio dove si possa imparare qualcosa di nuovo e positivo ogni giorno, da portarsi sempre con sé”.

 

Crediti fotografici: Skate Farm