“Più che dare risposte, voglio portare nuove domande“. Così Daniel Tarozzi, nella prima puntata della sua nuova rubrica, presenta la linea editoriale della novità che lo vede protagonista. Un’idea diversa dai canoni giornalistici: i cronisti, anche a livello deontologico, tendono a occuparsi prevalentemente di informazione monodirezionale. Ma Daniel fa molto di più: vuole portare lo spettatore a ragionare sugli argomenti di attualità, invitandolo a dubitare delle certezze che spesso i media innestano nella società. Matrix è dentro di noi, questo il nome del format, è un appuntamento settimanale in cui saranno presenti uno o più ospiti di differenti ambiti che aiuteranno lo spettatore a sviscerare un lato nascosto della realtà partendo dalle rispettive esperienze vissute in questi anni. Nel primo episodio Daniel ha deciso di proporre un “dialogo tra me e me”, in una puntata inaugurale che si è articolata su una serie di domande chiave – ad esempio “Il cambiamento è possibile? Credi nella bontà delle persone?” – in cui il conduttore non intraprende una narrazione volta a convincere l’interlocutore della sua tesi, anzi, riflette senza censure il suo pensiero guardando i differenti lati della stessa medaglia. A questo proposito, fa riferimento ai cosiddetti ‘angioletto’ e ‘diavoletto’ interiori: un dualismo personale che lo porta a riflettere per arrivare a una risposta – non definitiva, ma in continua evoluzione – condivisa con chi guarda il video.
“Sono convinto – ha affermato Daniel – che viviamo una realtà finta, mossi da falsi miti e false convinzioni ma queste convinzioni ce le siamo costruite. Serviamo padroni che non esistono, Dei inventati. Quanto c’è di veramente libero nelle nostre azioni? Cosa resta di noi, in noi, se togliamo le varie sovrastrutture come la famiglia, la scuola, il sesso, la morte, le paure, la cultura, i media? In questa prima puntata ho deciso di dialogare con… me stesso. Buona visione!”.