“La signorina Else è un sogno per voce sola in cui l’antieroina immaginata dallo scrittore Arthur Schnizler diventa espressione maliziosa e conturbante delle corde più vibratili e contraddittorie del femminile. Else è un piccolo gioiello abbandonato in un salotto polveroso: ironica ed esibizionista, maliziosa e intraprendente, nel corso del suo flusso di coscienza rivelerà il suo stato di totale e spietata solitudine e insoddisfazione”. Viene presentata così La signorina Else, spettacolo teatrale prodotto da Andrea Schiavo e H501 srl che si terrà questa sera alle 21.15 al Teatro Clitunno di Trevi (costo di 12 euro, accesso anche senza prenotazione). Lo show, riprendendo l’opera di di Arthur Schnizler, è caratterizzato da un mix di musica, arte e letteratura e presenta al la psicologia femminile “con tutti i suoi drammi – così gli organizzatori –, le sue meraviglie e il suo inesauribile bisogno di dignità”. La protagonista dell’opera, infatti, posta di fronte alla necessità di prostituirsi per salvare suo padre dal suicidio e la sua famiglia dallo scandalo, compie l’atto estremo di presentarsi nuda nella hall dell’albergo che la ospita per la villeggiatura, per poi perdersi nel delirio e svenire. “La sottigliezza psicologica di Schnitzler – sottolineano gli organizzatori – è anche qui magistrale: la morte di Else non è meramente fisica, ma è il suo essere a morire sotto il peso di consapevolezze troppo amare”. I protagonisti dello show – con le musica di Robert Schumann – sono il regista Claudio Jankowski, l’attrice Diletta Massetti (traduzione e drammaturgia), l’illustratore Federico Mele con i disegni, le maschere di Ca’ del Sol Venezia, l’amministratrice di compagnia Ilaria Ragni, i costumi di Maria Colaneri e Daniela Iaffei, Andrea Vari per la collaborazione alla messinscena, la responsabile alla produzione Ilaria Ragni e Giorgia Spirito per il digital marketing. Non solo: per l’occasione Michelangelo Pistoletto ha ideato e realizzato l’inedita scena Mirroring Labirinto 2021.
Ai nostri microfoni è intervenuto il regista per anticipare parte dei contenuti dello spettacolo e della scenografia del fondatore di Cittadellarte: “La signorina Elsa è uno spettacolo visionario – ha argomentato – che mette in luce un flusso di coscienza. In quest’ottica, ho voluto proporre non una semplice scenografia, ma una vera opera d’arte che viva intorno alla protagonista. L’attrice ha quindi la possibilità, grazie alla scena ideata da Pistoletto, di confrontarsi benissimo in questo contenitore, ossia il labirinto, che è struttura estremamente semplice, quasi ridondante, povera, ma allo stesso tempo efficace per quello che l’attrice andrà a vivere nella sua performance”. Su suggerimento del maestro biellese, inoltre, la scena verrà ripresa da una telecamera che servirà a fornire al pubblico un’altra visuale della protagonista su tutta la parete del teatro, come una sorta di specchio sullo sfondo: da qui, infatti, l’idea di chiamare la scena Mirroring Labirinto.
“Nel labirinto, inoltre, c’è la stanza di del personaggio – ha aggiunto il regista – che si riduce a una figura di cartone ritagliata, dove è presente un riflettore che darà spazio a un momento importante dello spettacolo, ossia quando l’attrice dovrà farsi vedere nuda, sconvolgendo il conflitto stesso dello spettacolo e del suo essere borghese. All’interno del labirinto una luce ‘testimonierà’ l’uso di uno specchio: qua emerge il parallelismo con Narciso, con l’attrice che si specchierà e deciderà drammaticamente quali saranno le conclusioni finali che la porteranno al suicidio. È quindi molto forte e originale l’idea della scena del maestro che, in qualche modo, vive insieme alla protagonista”. Il regista ha infine offerto una riflessione sulla pratica artistica di Michelangelo Pistoletto: “Sono incantato – ha affermato Jankowski – dall’arte e dalle opere del maestro biellese, che riesce a creare bellezza anche con materiali semplici e fruibili, ma che, grazie a lui, diventano contenitori di un pensiero o di un messaggio. In questo processo non c’è più una trasposizione concettuale, anzi, l’artista riesce offrire una dimensione e un senso più profondo alla realtà. È proprio questo – ha concluso – il ruolo della scenografia, che sarà viva, si modificherà e si muoverà, diventando funzionale alla vita vissuta dall’attrice. Credo che nelle opere del maestro ci sia la vita dentro e io quella vita lntendo portarla dentro il teatro”.