Cibo biologico, in Italia si registrano consumi record
La Coldiretti, sulla base dei dati Ismea relativi all’anno 2020, ha reso noto che nella nostra penisola sono incrementate le vendite di alimenti biologici. Buone notizie sul fronte sostenibilità arrivano anche dalla Commissione Agricoltura del Senato: è stata approvata la proposta di legge che prevede, tra varie misure, l’introduzione di un marchio per il bio italiano.

I produttori di cibo sano e i consumatori attenti a un’alimentazione responsabile possono sorridere: tutti i prodotti bio ottenuti da materia prima italiana potranno essere valorizzati e messi sul mercato con l’indicazione “biologico italiano”. Una garanzia di qualità di grande rilevanza, che potrà salvaguardare le eccellenze nazionali e aiutare a diffidare delle imitazioni. Questo ulteriore ‘certificato’ interesserà numerosi cittadini della nostra penisola: Coldiretti, in una nota sul proprio sito, ha infatti comunicato come si sia registrato un record di consumi domestici – sulla base dei dati Ismea relativi all’anno 2020 – di alimenti bio, addirittura di 3,3 miliardi di euro. In quest’ottica, l’approvazione da parte della Commissione Agricoltura del Senato del disegno di legge non può che incontrare le esigenze dei consumatori italiani. Nel processo informativo sui prodotti, gli addetti ai lavori si avvarranno anche di piattaforme digitali, in modo da assicurare una precisa comunicazione su provenienza, qualità e tracciabilità degli acquisti. Come sottolineato da Coldiretti, il ddl “rivede inoltre anche il sistema delle sanzioni per renderle finalmente efficaci contro le frodi del settore e quello dei controlli per garantire la terzietà dei soggetti incaricati. Si va infine ad equiparare tutte le previsioni di agevolazione e sostegno al metodo dell’agricoltura biodinamica che contraddistingue imprese e prodotti in base a caratteristiche differenziate di sostenibilità. La possibilità di riconoscere i prodotti di origine nazionale rafforza la leadership dell’Italia, che è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico dove sono saliti a ben a 80643 gli operatori coinvolti (+2%) mentre anche le superfici coltivate a biologico sono arrivate a sfiorare i 2 milioni di ettari (+2%) con percentuali a due cifre per la Provincia di Trento (+31,3%) e il Veneto (+25,4%)”. Nello specifico, la classifica delle superfici record va alla Sicilia con oltre 370mila ettari, a seguire la Puglia con 266mila e la Calabria che sfiora i 208mila.

La maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana ha inoltre analizzato le differenze tra il Paese dello stivale e gli altri europei, evidenziando come, nel 2019 in Italia, l’incidenza della superficie biologica abbia raggiunto il 15,8% della Superficie Agricola Utilizzata a livello nazionale. Numeri sensibilmente più elevati rispetto alla media dell’Unione Europea, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). Nei paesi extracomunitari, invece, si è registrato un incremento complessivo “del 13,1% delle quantità totali nel 2019 – viene specificato nella nota – rispetto all’anno precedente, per ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’Asia”. A questo proposito, Coldiretti ha fatto chiarezza sui prodotti biologici più importati, ovvero i cereali (30,2%), le colture industriali (19,5%) e la frutta fresca e secca (17,0%), mentre i tassi di crescita più rilevanti si sono avuti per la categoria di colture industriali (+35,2%), di cereali (16,9%) e per tutto l’ambito che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%). “Una vera e propria invasione – viene concluso nella comunicazione online – che rende ancora più urgente dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy, ma anche rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che punta ad avere in futuro almeno 1 campo su 4 (25%) coltivato a bio in Italia”.

 


Foto di copertina di Johan Puisais da Pixabay.