Coronavirus e pizza, quando un video di cattivo gusto danneggia l’export nazionale
Secondo Coldiretti, il crollo delle esportazioni Made in Italy sarebbe iniziato a causa del filmato mandato in onda durante la trasmissione satirica francese “Groland Le Zapoi” di Canal Plus, che mostrava un immaginario ristoratore italiano con i sintomi del raffreddore sputare su una pizza appena cucinata, contaminandola. Il video, in seguito rimosso dal sito web del canale televisivo, è presto diventato virale danneggiando - a detta della maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana - il commercio estero della nostra penisola, già messo a dura prova dal lockdown.

Si sa, le fake news possono essere pericolose. Con una notizia falsa si può distorcere l’immagine di individui o organizzazioni con un click, alterando la realtà. E purtroppo, nell’era della digitalizzazione, sono in molti a non saper distinguere un articolo o un servizio televisivo ‘vero’ da uno che riporta contenuti privi di fondamento. Spesso, più il fatto è assurdo o sensazionalistico e più si diffonde tra i social network e tra le applicazioni di messaggistica istantanea. Ormai, le cosiddette ‘bufale’ si susseguono su ogni ambito: la loro influenza può avere effetti devastanti per chi si ritrova al centro di una bufera di falsità. Ma cosa accade quando sono l’ironia o la satira a danneggiare il prossimo? La prima dovrebbe essere un’alterazione paradossale che sottolinei la realtà di un fatto mediante l’apparente dissimulazione della sua vera natura o entità, la seconda è una forma di scherno verso aspetti o personaggi tipici della vita contemporanea. Insomma, alla base dovrebbe esserci un fatto reale. Ma il confine tra video ‘scherzoso’ e di cattivo gusto è labile. E in alcuni casi, superare il limite può portare danni molto gravi, soprattutto se non presenta alcuna parvenza di verità.

Il riferimento è al video parodia – andata in onda in Francia ai primi di marzo su Canal+ – dedicato a uno delle specialità alimentari italiani, la pizza. Il filmato, mandato in onda durante la trasmissione satirica ‘Groland Le Zapoi’, mostrava un presunto ristoratore che, dopo un attacco di raffreddore con sintomi riconducibili al Coronavirus, starnutisce sputando proprio sulla pizza appena sfornata. In quello che poteva essere un video di cattivo gusto, ai tempi del Covid-19 ha creato allarmismo a livello internazionale: al momento della pubblicazione il Coronavirus non era ancora diffuso a livello globale, al contrario dell’Italia che si trovava in piena emergenza. Il filmato in questione, addirittura, ribattezzava il prodotto e lo spot come ‘Corona pizze’.


Un fotogramma del video al centro della bufera.

Il video aveva suscitato sdegno nella nostra penisola, al punto che il ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova si era così espressa sulla sua pagina Facebook: “Il video andato in onda in Francia – aveva scritto nel post la politica – durante una trasmissione di Canal+ è vergognoso e raccapricciante. Davanti al momento di crisi e difficoltà che non solo il nostro Paese ma l’Europa intera sta affrontando, media e televisioni dovrebbero informare i cittadini, raccontando la verità. Basterebbe quello. Invece si sceglie di denigrare un intero Paese. Questa non è satira, è un’offesa ad un’intera nazione”.

Il canale, ha riconosciuto la gravità dell’errore commesso  – “Canal+ si scusa con i nostri amici italiani per la trasmissione di una breve sequenza di pessimo gusto, soprattutto nel contesto attuale, facendo un riferimento caricaturale all’Italia in un programma satirico” – con tanto di lettera di scuse all’Ambasciatore italiano a Parigi, ma ormai era troppo tardi. Secondo Coldiretti, quel video sarebbe stato un scintilla che avrebbe dato il là al crollo delle esportazioni Made in Italy. La maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana ha infatti analizzato il considerevole calo del 12,7% delle esportazioni italiane nei Paesi terzi su base annuale secondo i dati Istat sul commercio a marzo. Chiaramente, va considerato un altro fattore, probabilmente determinante: questi dati sono da imputarsi al lockdown che ha coinvolto l’Europa e il mondo intero. Il calo dell’export, infatti, risulta una conseguenza della quarentena sociale volta al contenimento del contagio da Covid-19.

È stato un episodio – ha comunque sottolineato la Coldiretti in una nota stampa del 23 aprile – che ha alimentato la disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale, anche di Paesi alleati, con addirittura la assurda richiesta di certificati ‘virus free’ sulle merci. Una pretesa svanita non appena la pandemia si è propagata in tutto il pianeta con la chiusura delle frontiere e le misure per contenimento che hanno determinato il brusco freno al commercio a livello globale”. La maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana fa riferimento ad alcuni dati: il 70% delle imprese agroalimentari che esportano ha registrato una diminuzione delle vendite all’estero per effetto di una pioggia di disdette provenienti dai clienti di tutto il mondo secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Da quest’ultima, inoltre, è emerso che i settori più danneggiati sono stati quelli del vino e del florovivaismo, seguiti da ortofrutta, formaggi, salumi e conserve. “Questo andamento – ha concluso la Coldiretti – rappresenta una brusca inversione di tendenza rispetto al record delle esportazioni fatto segnare nel primo bimestre del 2020 con un balzo dell’11,6% rispetto al 2019 in cui complessivamente per l’agroalimentare era stato raggiunto il massimo di sempre a 44,6 miliardi di euro”.