Il lockdown – con i relativi dpcm – non ha portato con sé solo una serie di limitazione dei rapporti sociali e delle azioni che compongono la nostra quotidianità, ma ha fatto venir meno il ‘movimento’ e l’attività fisica di tutti i giorni. Lo smart working, l’impossibilità di praticare con regolarità una disciplina sportiva, la tendenza a cucinare di più (e/o a mangiare cibo spazzatura) e, indirettamente, numerose restrizioni imposte dal lockdown hanno portato quasi la metà degli italiani ad aumentare di peso. È addirittura il 44% dei nostri connazionali ad essere ingrassato, come emerge da un’analisi di Coldiretti basata sui dati Crea, il Centro di ricerca alimenti e nutrizione, diffusa in occasione della presentazione dei dati relativi al 2019 elaborati da ‘Okkio alla Salute’, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell’ISS. La maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, in una nota sul proprio sito, ha evidenziato le cause alla base del problema per adulti e bambini: la difficoltà di fare movimento all’aria aperta e di seguire una dieta corretta con la chiusura delle mense scolastiche, l’aumento del tempo trascorso davanti agli schermi (come TV o PC) e il consumo di alimenti conservati. “Computer, divano e tavola hanno tenuto lontano dal moto e dallo sport – ha spiegato Coldiretti – addirittura il 53% degli italiani”.
Questa emergenza nutrizionale riguarda anche i più piccoli: sempre secondo l’indagine Okkio alla Salute, rispetto al 2019 la situazione si è aggravata, con un bambino su due che non fa una colazione adeguata al mattino, uno su 4 che beve quotidianamente bevande zuccherate gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno e uno su 5 che non fa attività fisica. “Per contrastare questa tendenza – ha spiegato Coldiretti – siamo impegnati nel progetto ‘Educazione alla Campagna Amica’, che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. L’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura”. Non va quindi dimenticato, a prescindere che la nostra regione sia in zona rossa, arancione o gialla, di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata per rafforzare le nostre difese immunitarie e il benessere del nostro organismo. Facciamo il pieno di frutta e verdura – ancor meglio se locale, stagionale e naturale – a dispetto di cibi pronti o spazzatura. La bilancia aspetta.