Oceani e mari, raggiunte temperature record nel 2020
Una ricerca sul riscaldamento globale degli oceani ha messo in luce che gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati con una crescita di temperatura costante. In questo allarme ambientale il Mediterraneo è il bacino con la situazione peggiore.

L’anno appena trascorso è stato drammatico per le temperature dei mari: un’emergenza che si evince dal primo studio sul riscaldamento globale degli oceani con i dati relativi al 2020, realizzato da un team internazionale di scienziati, tra cui ricercatori italiani dell’Istituto nazionale di geofisica e Vulcanologia (Ingv) ed Enea. L’analisi, intitolata ‘Upper Ocean Temperatures Hit Record High in 2020’ e pubblicato sulla rivista internazionale ‘Advances in Atmospheric Sciences’, si basa sulle temperature rilevate nelle acque oceaniche fino a 2mila metri di profondità. I ricercatori, nello specifico, hanno calcolato il contenuto di calore degli oceani facendo riferimento ai dati ricavati dalle osservazioni disponibili del World Ocean Database. Il risultato è stato molto negativo: nel 2020 gli oceani hanno assorbito una quantità di calore di a 20 Zettajoule, ossia il caldo che, a stima, originerebbero 630 miliardi di asciugacapelli sempre accessi per giorno e notte per un anno. “Le temperature – ha specificato Ansa.it in un articolosono le più alte mai registrate sin da quando la copertura delle misure permette di avere una stima a livello globale”. Ciò che preoccupa gli studiosi è anche il peggioramento avvenuto di anno in anno: ciascuno degli ultimi nove decenni è stato più caldo di quello precedente, mentre dal 2005 c’è stato un ulteriore e costante riscaldamento delle acque marine.

A livello globale, è il Mediterraneo ad avere il più alto tasso di riscaldamento. Secondo i ricercatori dell’Ingv e dell’Enea questo bacino “è considerato un hot spot in cui effetti dovuti al cambiamento climatico possono essere più importanti per la sua conformazione e per la circolazione delle correnti”. Per mettere in luce nel dettaglio il fenomeno del Mediterraneo gli studiosi hanno reso noto che approfondiranno gli studi a riguardo. “Il 90% del calore del riscaldamento globale – così Simona Simoncelli dell’Ingv di Bologna nell’articolo di RaiNews – finisce negli oceani, quindi in realtà quest’ultimo non è altro che il ‘riscaldamento dell’oceano’. Oceani più caldi influiscono notevolmente sulle condizioni meteorologiche locali, generando tempeste più potenti e favorendo l’innalzamento del livello del mare. I risultati della ricerca rappresentano un ulteriore chiaro dato che indica la necessità di agire al più presto per limitare gli effetti del cambiamento climatico in atto“.


Foto di Free-Photos da Pixabay.